Sono settimane che le società sportive hanno aperto le porte ai loro ragazzi consentendo di svolgere allenamenti in maniera individuale. Inizialmente, con il passaggio in zona gialla, il Laveno aveva preferito aspettare a riprendere ma da settimana scorsa ha ricominciato.
“Ogni decisione ha il suo tempo – spiega il presidente biancazzurro Castelli –. Avevamo comunicato, sui social e ai nostri ragazzi ad inizio febbraio che preferivamo attendere il nuovo dpcm, visto che quello del 14 gennaio andava a scadere il 5 marzo, e vedere che cosa sarebbe successo dopo.
Settimana scorsa, anche secondo quanto ci aveva detto la Federazione, abbiamo visto che non sarebbe cambiato nulla rispetto a quello di gennaio, cioè che fondamentalmente in zona gialla e arancione si possono fare gli allenamenti senza contatto e quindi non aveva senso aspettare ulteriori novità. Perciò, abbiamo messo i ragazzi nelle condizioni di potersi allenare. In caso contrario sarebbero stati fermi sicuramente fino ad inizio aprile senza poi sapere come sarebbe andata”.

Castelli prosegue spiegando in che modo si sono organizzati per le sedute di allenamento: “Attualmente svolgiamo allenamenti individuali con le accortezze del caso e con un protocollo che abbiamo studiato insieme al nostro medico sociale. Abbiamo iniziato al sabato e alla domenica e continueremo nei weekend, visto che gli spogliatoi con le docce non si possono usare. Di pomeriggio le temperature sono meno rigide rispetto alla sera. I genitori e i ragazzi sono stati diligenti e non si sono lamentati delle regole. Hanno ripreso tutte le categorie, dai primi calci ai 2004 e in tutte c’è stata una partecipazione superiore al 50%, anzi, in alcune quasi assoluta”.

“Appena sarà possibile fare un calcio vero, con contatto, vorremmo recuperare il tempo perso – continua pensando a possibili progetti futuri -. Se si potrà organizzeremo i tornei e il nostro campus. Avevamo fatto il Parma Camp, nostro associato, era stato un successo e non vedo perché non dovremmo farlo anche quest’anno”.

Concludendo il campionato sembra quasi arrivato all’epilogo finale: “Che i campionati siano l’espressione del lavoro quotidiano dei nostri ragazzi è scontato. Sono fermi da ottobre e competere gli uni con gli altri senza una preparazione, non tanto per gli infortuni che è un discorso che vale per le categorie agonistiche e non per i bambini, oggettivamente non avrebbe senso. Lo sport è importante ma bisogna fare quello che è possibile. Più che altro mi sembra intelligente che quando si ripartirà con la stagione 2021/2022 si blocchino le annate, snodo fondamentale per consentire con una certa continuità”.

Roberta Sgarriglia

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