Nato nel 1959, un Sagittario segnato da Chirone. Mai come ora, dopo due anni pedalando in salita con le gomme sgonfie, ringrazio le Moire che hanno tessuto il mio destino. Scuola, Oratorio, Società Sportiva, amici, tanta musica e tanti libri. Né Social Media, né piattaforme o mille canali TV. I miei influencer erano poeti, qualche pensatore ed un pugno di filosofi i quali, tremila anni prima, avevano regalato al mondo insegnamenti il cui valore non è stato minimamente scalfito dal trascorrere del tempo. E poi arriva il mostriciattolo. E siamo fottuti.
Il ventre molle dell’Occidente si affloscia definitivamente. Siamo come Jabba The Hutt. Quando splende il sole e ti arrabbi per il rigore non dato, solidarizzi con la divetta stalkerata, asciughi le lacrime dei Grandi Fratelli, non fai caso se a gestire i Trasporti se ne occupa chi capisce, o non ti curi se il Responsabile di una eventuale campagna vaccinale sia uno tosto. Semplicemente, non è una priorità, perché tutto va bene. Finchè la vita non ti aggredisce. E, stavolta, non è un film.
Necessiti di Milziade e Temistocle, Leonida e Pausania, Odisseo e Long John Silver. E ti ritrovi con Pippo, Pluto, Paperino ed il Gruppo TNT. Il resto, è storia recente. Insegno Educazione Fisica presso il Liceo Scientifico Sportivo Marco Pantani di Busto Arsizio, un tempio per l’attività motoria e sportiva, alunni che vivono e si nutrono di Sport, a tutti i livelli. Molta pratica, didattica integrata, approfondimenti.
Da due anni, i ragazzi sono costretti, dagli eventi, ad affrontare il percorso scolastico secondo uno schema inusuale, che ha cambiato completamente la percezione dell’attività didattica. Il rapporto con il Prof è regolato da uno schermo. Si chiama DAD. Siamo tutti a casa, perché i trasporti non sono sicuri. Dopo due anni… Il metabolismo fisico ed emotivo è mutato. I ritmi che regolano la giornata sono saltati. Esperti da ogni parte del globo, analizzano le turbe che colpiranno gli adolescenti, creando ancora più disagio. I ragazzi sono confusi, i genitori ancora di più. E poi subentra la noia. Ecco il male assoluto della DAD: la monotonia, il tedio che muta in fastidio.
Per molti, ma non per noi che siamo cresciuti a pane ed Odissea, marmellata e Prog Rock. Non per noi, che abbiamo sezionato lo Sport, ispezionato ogni anfratto, imparato a viverlo, assimilandone le sue regole e gli insegnamenti. Suona strano, ma ci siamo adattati. Insegnare Educazione Fisica via telematica è una sfida nuova e, per certi versi, stimolante. Bandita l’autocommiserazione, il piagnisteo tipico di coloro che fanno del lamento una scelta di vita. Si prende il toro per le corna e si affronta la situazione.
Ingessata la Scuola, fulminato lo Sport. Bene, si approfitta per approfondire le tematiche motorie, dal lato scientifico ed emotivo. Mens sana in corpore sano. E’ un tutt’uno. Lo stereotipo dello sportivo idiota è, per fortuna, ampiamente superato. Resiste in piccole Enclave di intellettualoidi senza midollo spinale, degni eredi del Giovane Werther, megafoni di un distorto punto di vista, caricature dannose per ragazzi in età dello sviluppo che devono accrescere la propria autostima, sorridere alla vita senza litanie o querimonie. La loro hybris sarà punita dagli dei… Purtoppo la pandemia ha dato loro voce, ne abbiamo sopportato le lezioncine e gli astrusi concetti secondo cui “…ora che non possono allenarsi, finalmente leggeranno qualche libro…”. Sempre fatto. Lo Sport ci ha consegnato storie meravigliose, approfondite con gli alunni.
Filippide, il corridore guerriero che battezza Maratona, si muove con scudo e corazza, calzari di cuoio e, dunque, la dinamica del movimento è complessa, l’appoggio condizionato, lo schema motorio muta in relazione alle varianti. “Pensate” dico ai miei alunni “quanto un singolo uomo, un atleta, abbia fatto tanto per le generazioni future semplicemente ponendo un piede avanti all’altro”. Ha resistito alla fatica, alla sete, ha lottato, per un tempo lungo. Non ha compromesso il ritmo. Già. Lo Sport è ritmo ed armonia. E’ Musica. La corsa dell’ateniese come la suite Supper’s Ready dei Genesis, ventitré minuti celestiali, condivisi con gli alunni, stupiti di questa performance da un altro pianeta. Tutto è connesso. Il movimento è consapevolezza. Una corsa di Filippide è un assolo di Steve Hackett, è un complesso intervento del sistema nervoso che svolge, in breve tempo, tutta una serie di operazioni. I ragazzi gradiscono, li affascina la commistione, la connessione, l’interattività.
Esaminiamo, nel Ciclismo, lo sviluppo tecnologico dell’attrezzo dal velocipede ai giorni nostri, quanto è cambiato il movimento e la posizione, quanto gli studi sulla postura abbiano influito sulla performance. E leggiamo insieme alcuni passi dello stupendo libro SOGNI ALL’ALBA DI UN CICLISTA URBANO di Daniel Galera, storia di Hermanno e della sua bici. Sport come emozioni da vivere.
E poi Manè Garrincha, il passerotto con le gambe storte. Impossibile, per lui, calciare un pallone, dicevano. Le mie alunne calciatrici rimangono affascinate. La poliomielite lo aveva segnato, lo Sport lo ha resuscitato. Due volte Campione del Mondo di Calcio con il Brasile. Esaminiamo la cinesiologia dei suoi movimenti, la sua strabiliante finta, ne verifichiamo il coinvolgimento muscolare ed articolare con la colonna sonora di Samba de Uma Nota. E’ di nuovo tutto connesso.
Ma lo Sport è anche rivoluzione, sconvolge le abitudini. Uno dei più importanti “sediziosi” della Storia dello Sport fu Richard Fosbury. Un innovatore. Scopriamo con i ragazzi come cambiò radicalmente l’esecuzione del Salto in Alto, introducendo il Fosbury Flop alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968, la tecnica di attacco all’asticella con le spalle che, da quel momento, divenne universale. Per il suo tempo, una sorta di ribelle. E via che scatta l’approfondimento sul “Sessantotto” e tutte le implicazioni sociali e culturali che ebbe nella vita degli umani. Quel salto di schiena fu un simbolo di rivoluzione, nello Sport come nella Società. Movimenti giovanili antisistema, i beat, gli hippy. E Woodstock con tutti i Mostri Sacri della Musica. Nulla fu più lo stesso. I ragazzi si appassionano alla storia di John Carlos e Tommie Smith, ribelli sul podio olimpico di Città del Messico, ai pezzi di Carlos Santana e Jimi Hendrix, alle visioni letterarie di Jack Kerouac e la Beat Generation.
Due anni di DAD ci hanno insegnato molto. Abbiamo imparato ad adattarci, noi Insegnanti per primi. Ma non dobbiamo farci fagocitare dall’insofferenza, dall’irritazione, dal tedio. Perché dobbiamo trasmettere determinazione e grinta, coraggio e fierezza. Siamo allo striscione dell’Ultimo Kilometro, ormai il traguardo è a portata. Basta lamenti. Dobbiamo essere Musica perché, come cantano i Doobie Brothers, music is the doctor of my soul.
Marco Caccianiga
Insegnante di Educazione Fisica