Sintesi valutativa del 2020/21 con voti e giudizi a squadra e staff biancoblu. Tra i giocatori utilizzati da Javorcic, esentati i soli Filippo Ghioldi (una presenza per 78’ a Vicenza in Coppa Italia prima di dire addio alla stagione causa crociato) e Stefano Vaghi (2’ il 7 marzo nel 3-0 con il Piacenza arbitrato dalla Ferrieri Caputi e un rosso dalla panchina a Vercelli su segnalazione del quarto ufficiale. Chi? Sempre la Ferrieri Caputi).                

Centrocampisti

Luca Bertoni  7,5: Gorgonzola, 18 aprile. Ore 22.13. Esterno notte. Il machiavellico body check di Corti manda prematuramente i titoli di coda sulla stagione del 14 di Vizzolo Pedrabissi. E (ragionevolmente) anche sulle ambizioni playoff della Pro Patria. Nelle prime 2 annate a Busto occupa lo spazio di riferimento basso. In questa, somma i ruoli di sceneggiatore e di compiuto Doppelgänger tattico dello spalatino. Alla cassa fanno 34 presenze, 27 da titolare, 19 per intero (l’anno passato erano 12, 12 mesi prima 9). A sigillo dell’impossibilità di surrogarlo. Chi fa la gara su di lui (Carrarese/Baldini) riporta a casa la pellaccia, chi omette (Como/Gattuso) si lecca le ferite. La leadership tecnica ne certifica una omologa nello spogliatoio. Non esattamente un optional. Staminale

Riccardo Colombo  7,5: Maggio 2017. Autocitazione dal pagellone di fine campionato. Riccardo Colombo 5: L’esperienza insegna che le minestre non vanno mai riscaldate. Tiepido…Ecco, appunto. Quando si dice vederci lungo. Il fagnanese gioca quanto mai dai tempi della Salernitana (30 ticket, 16 da titolare, 10 per intero e un gol con il Lecco). Role model fuori e dentro il campo con quella foto (di 20 anni fa) in sala stampa che strizza l’occhio al perpetuo 4 luglio dello svalvolato Jack Nicholson di Shining. Con la Giana trasforma il bla bla bla del Fair Play in attività curriculare. Un altro tuffo nella piscina di Cocoon per un ultimo (?) giro sulla giostra biancoblu? Intramontabile

Gianluca Nicco  7,5: Furto con destrezza della tarda estate turottiana, l’ex Piacenza conduce la mediana tigrotta in un’altra dimensione. L’auto è usata, il contachilometri doverosamente taroccato, ma la cilindrata resta quella fresca di fabbrica. Qualche eccesso (il rosso di Como), un solo gol (a Lucca), un autunno a marce basse, ma da dicembre in poi le gioca tutte da titolare (tranne a Pistoia per squalifica), mettendo persino una pezza in contumacia di Bertoni e Fietta. Un lusso. Che la Pro Patria di oggi può permettersi. Glam

Giovanni Fietta  7: Dici Livorno e dici danno. Infortunio all’andata (gomito) e altrettanto al ritorno (noie muscolari). Il secondo fa anche da epigramma alla stagione dell’asolano (25 presenze, 12 da titolare, 11 turni in infermeria). A 37 anni (il 14 novembre), l’orizzonte di breve termine potrebbe consigliare fine carriera da volante de contenciòn. In attesa del patentino da allenatore. Competenza con primi rudimenti già stoccati a fianco di Javorcic. Futuribile

Davide Ferri  6/7: Con lui in distinta dal 1’ (6 gare più il playoff), plus/minus di 14 punti su 18 con 4 vittorie e 2 pareggi. Prima del fatale 1-3 con la Juventus U23. Per estensione, in 558’ di presenza sul terreno di gioco in stagione regolare +/- da 8 reti fatte e 3 subite. Magari è solo un caso. E magari (più plausibile), invece no. A proposito, il Gastone tigrotto festeggerà i 19 anni a settembre. Acne ancora evidente, ma ha già capito come gira il mondo. Svezzato

Tommaso Brignoli  6,5: Di fatto voyeur fino a gennaio, si prende la scena dal 1’ in 11 delle ultime 20 (post season compresa). A naso, il freno a mano è spesso tirato causa tendenza al sovraccarico muscolare. Condizione che lo rende empaticamente prossimo allo spalatino. Quando scioglie i cavalli, la C gli va stretta. Ma deve saper tracciare un perimetro intorno alla sua tracimante fisicità. Sublimato

Leonardo Galli  6,5: Il quarto anno allo “Speroni” è anche il più tormentato. Onnipresente (Coppa compresa) nei primi 1.020’ di stagione, subisce il primo cambio all’11^ e sconta la prima panca nel recupero di Como. Da metà novembre al termine contabilizza “solo” 940’ dei 2.700 possibili. Per effetto di 9 gare bypassate per infortunio. Controcorrente rispetto all’integrità cui aveva abituato. Prima rete in C (a Pontedera, da 3 punti) e definitiva conversione a mezzala (pur mantenendo lo specimen di coltellino svizzero). In un contesto in cui è però sembrato meno irrinunciabile del recente passato. Concentrico

Attaccanti

Aristidi Kolaj  7,5: Aricadabra manda ai pazzi le difese del Girone costringendo all’ansiolitico i centrali di turno. I dubbiosi si facciano raccontare da Bonalumi l’anca/bacino dell’1-1 con la Giana. Tanti (troppi) pali. A spanne quanti i gol (5). Cui addiziona 3 assistenze. In coppia (dal 1’) 12 volte con Latte Lath (17 punti) e 11 con Parker (21). Ma al di là dei numeri, il feeling più spiccato si esprime nell’associazione a delinquere con l’ivoriano. Conduzione di palla lisergica e dribbling da tretavolettaro. Roba da meme. O da Striscia la notizia. Per Colombo dovrebbe avvicinarsi alla porta. Fossimo nell’albanese, daremmo retta al capitano. Dionisiaco  

Emmanuel Latte Lath  7,5: La Freccia Nera è un 9 fatto e finito. Solo che non lo sapeva. Ambasciatore della buona novella il binomio Javorcic/Sala. A cui l’ex Atalanta deve l’uscita dalle canne di un’involuzione tecnica maturata nell’ultimo (nomade) biennio. La Dea ringrazia. Lo score recita 11 gol (8 in campionato, 2 in Coppa e uno nei playoff) e 2 assist. Rompe gli argini da febbraio con 7 reti e 2 assistenze nelle ultime 16 gare disputate. Sfugge all’autovelox. Difficilmente ad una chance (prossima o ventura) in Serie B. Atomico

Sean Parker  7: Una sola rete nel ritorno dopo le 5 dell’andata. Complice l’evoluzione tattica a maggior sfruttamento della profondità, le 6 giornate saltate per infortunio e l’esplosione della scapigliatura biancoblu (leggasi ticket Kolaj/Latte Lath). Il ronciglionese resta una scommessa vinta. Da terzo cambio offensivo al suo approdo nel gennaio 2019, a unica certezza (contrattuale) in attacco della stagione entrante. Ombelicale

Davide Castelli  6,5: Fa discreta anticamera come da abitudini della casa. Segna alla settima dalla panchina (Juventus U23) e alla prima da titolare (Giana). Quattro dal fischio d’inizio tra la 17^ e la 25^ per poi tornare nei ranghi nel trimestre di chiusura. Alla fine fanno 24 presenze per 560’ (23’ di media). Vede la porta. Ma poco il campo. Friggente 

Giuseppe Le Noci  6,5: Due reti (da 4 punti) e 2 assist (da 2) in 23 presenze (5 da titolare, una sola dopo l’11^). Per Beppegol potrebbe essere già tempo di The Last Dance. Un fuoriclasse della gestione delle risorse umane come Ivan Drago sostiene che sia il suo personalissimo MIP (Most Improved Player). Magari più fuori che dentro il campo. Come testimonia il ruolo di vicario di Sala in squalifica del croato. Futuro in panca. Da allenatore, s’intende. Predestinato

Giovanni Castiglioni

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