Sintesi valutativa del 2020/21 con voti e giudizi a squadra e staff biancoblu. Tra i giocatori utilizzati da Javorcic, esentati i soli Filippo Ghioldi (una presenza per 78’ a Vicenza in Coppa Italia prima di dire addio alla stagione causa crociato) e Stefano Vaghi (2’ il 7 marzo nel 3-0 con il Piacenza arbitrato dalla Ferrieri Caputi e un rosso dalla panchina a Vercelli su segnalazione del quarto ufficiale. Chi? Sempre la Ferrieri Caputi).                

Portieri

Stefano Greco  7,5: Parete grande, grande pennello. Difesa grande, grande portiere. Il sillogismo tra i pali vale il mitologico carosello del Cinghiale. Nei numeri, 34 presenze in campionato, 24 reti subite, 18 clean sheet, 319’ di imbattibilità in solitaria, 382’ in condominio con Mangano tra la 15^ e la 20^. Qualche granchio (su tutti, il nonsense corner/rigore con il Renate), parecchie parate da alieno (ancora negli occhi il riflesso paranormale su Giorno ad Alessandria), e upgrade richiesto nella diversa capacità di dominare l’area piccola rispetto a quella grande. Antiproiettile

Giulio Mangano  6+: Da numero uno da trasferta (nella seconda parte del 2018/19) a goalie di Coppa e di “Speroni”. Alla quarta stagione biancoblu, l’ex Inter parte e chiude come chiara alternativa a Greco. Nel complesso, 2 volte titolare in Coppa (4 reti subite in 210’) e in 4 uscite allo “Speroni” (2 vittorie con clean sheet e 2 sconfitte). Difficile pensare ad un ultimo anno di contratto (il prossimo) con uno status differente. Deuteragonista

Difensori

Andrea Boffelli  7,5: Il più cavalcato dallo spalatino (3.356 minuti su 3.540 possibili in tutte le competizioni per uno sbalorditivo 94,80%). Salta solo Lecco all’andata e Pergolettese al ritorno con titolarità (campionato e playoff) in 34 delle altre 37 e zero sostituzioni subite. Con Gatti e Lombardoni, compone il GaLoBo: combo da 32 punti, 11 clean sheet e 11 reti al passivo in 17 gare. Con fatturato medio di 1,88 punti a partita contro l’1,38 di tutte le altre versioni difensive. Statisticamente, una differenza che non necessita di ulteriori note a margine. Da centrale puro assolve (da sviluppare la capacità di difendere in avanti), da terzo di sinistra domina scalando l’empireo dei primi 5 della categoria. Non del Girone, dell’intera Serie C. Cardine

Federico Gatti  7,5: A Busto per completare il reparto (salvo ognuno, Molinari gli partiva davanti), si trasforma in pietra angolare del pacchetto arretrato tigrotto e oggetto del desiderio di una manciata di club della cadetteria. In panca alla prima a Carrara, dal 1’ in 34 delle successive 38. Senso dell’anticipo, fisicità e integrità atletica (infermeria mai visitata), gli skills di riferimento. Qualche ribaldo eccesso di agonismo l’area di miglioramento. La volèe di Lecco il suo climax stagionale (e forse il poster 2020/21 dell’intera squadra). Due anni fa era in Eccellenza. Per dire della parabola tecnica. Spavaldo

Manuel Lombardoni  7,5: Quando c’è si sente. Quando manca, anche di più. Salta 4 delle prime 5 e 8 delle ultime 10 in un campionato zavorrato dai guai fisici (11 turni di assenza per infortunio). Ma se c’è uno da sbattere in prima pagina a simbolo della miglior difesa del Girone, beh, il seriano è il maggior indiziato. Marcatura (nello stretto e in campo aperto), difesa in avanti e gioco aereo i suoi atout nel ruolo. Con aggressività, squadra corta e profondità garantita alle punte originate proprio dallo standing del seriano. Perché (stando ai Big Data), è il biancoblu che meno ha richiesto l’aiuto di raddoppi. Gli scout del piano di sopra hanno preso debitamente nota. Insindacabile

Luca Pizzul  7: Sino al 17 marzo (31^ con il Pontedera), l’unico ad averle giocate tutte. Da lì alla fine si siede in panchina solo ad Alessandria contabilizzando (in campionato e playoff), 37 presenze (30 da titolare e 16 per intero). Insospettabile uomo assist (3) solo ai digiuni dei tagli profondi richiesti da Javorcic ai suoi esterni. A dispetto dei 22 anni, uno dei collanti emotivi del gruppo. Il (virtuoso) presenzialismo gli vale il rinnovo automatico. Molecolare

Lorenzo Saporetti  6/7: Copia e incolla di quanto scritto a dicembre. Se c’è uno specimen turottiano (giovani a parte) è chiaramente quello dell’ex Catania. Potenziale assodato, lungo stop da esorcizzare, stagione non memorabile alle spalle. Ovvio che il biellese ci abbia preso anche stavolta con presupposti ribaltati in un’annata da solidissimo backup. Apre a cannone (titolare in 5 delle prime 7), segnando anche la prima rete stagionale tigrotta (Pro Vercelli). Poi si accoda a gerarchie dettate dal campo. Spesso spiccio, a tratti barbaro. Per informazioni, citofonare Galuppini del Renate. Tanto per citarne uno sparito dai radar ad opera del forlivese. Brusco

Niccolò Cottarelli  6,5: Incarna perfettamente lo standard di prestazione richiesto da Ivan Drago. Mette in fila 29 caps (26 dal 1’) e prove magari plafonate ma mai deficitarie. A consuntivo, una certa tendenza al giallo (8) e una corrispondenza tecnica alle indubbie qualità individuali ancora da completare. Il suo zenit di maturità contro lo juventino Correia in regular season. Prova non duplicata nel primo turno playoff. Dall’anno prossimo non sarà più arruolabile come under. Sliding doors non indifferente. Intramuscolo

Stefano Molinari  6,5: Propositi di consacrazione da rinviare alla stagione a venire. Per via di noie fisiche che lo costringono a 2 presenze (e 2 panchine) sino a gennaio. E con la deflagrazione di Gatti che fa da tappo ad una continuità da titolare guadagnata solo 4 volte consecutive (tra la 30^ e la 33^) nel girone di ritorno. Carta di identità (26 agosto 2000) e contratto garantito fino al 2022 i suoi punti sul piatto della prossima mano. Conservativo

Giorgio Spizzichino  6+: Come i finger food. L’assaggio è appagante. Ma tocca sempre fermarsi lì. Vince (quasi) da solo a Livorno (un gol e un assist) dando però l’impressione che sia l’eccezione a conferma di ben altra regola. Ne gioca solo 3 in serie dal 1’ (18^/20^) a riprova di un’evidente mancanza di regolarità. Peccato, perché il destro è ben educato e il senso tattico peculiare. Come dimostra la svolta da mezzala imboccata con l’AlbinoLeffe. Porzionato

Andrea Masetti  6+: Turotti lo ripesca (calcisticamente parlando) dal marciapiede. Il guastallese non si lascia pregare vergando 5 presenze (una da titolare), 195’ giocati, lo squassante 2-2 con il Livorno e la sensazione di una candidatura di spessore per il 2021/22. Aggiunge in carta la divagazione da mezzala. Icona tattica da tenere aperta nel desktop di via Cà Bianca. Seducente

Allenatore

Ivan Javorcic  8: L’apparenza inganna. E sotto il vestito dell’ormai iconico 3-5-2 si nasconde l’ennesimo cambio d’abito con una squadra che difende attaccando attraverso un’intensità sconosciuta alle cadenze manieriste della terza serie. Un manifesto giochista nei fatti e non nelle chiacchiere con l’unico rischio (ragionato alla Draghi), legato alla perfezione necessaria a renderlo compiuto. Una magnifica ossessione. Il segreto è uno e trino: lavoro, lavoro, lavoro. In un quadro professionale in cui nulla è lasciato al caso. Con il quarto capitolo della saga (e spiccioli), toccata quota 155 panchine (in tutte le competizioni). Con il quinto (a lui piacendo), verrebbero sverniciati i leader all time Bekey e Magni. L’imperitura memoria bustocca è comunque già in saccoccia. Euclideo

Direttore Sportivo

Sandro Turotti  8: La seconda miglior stagione degli ultimi 55 anni della Pro Patria (dietro al rutilante 2008/09) riducendo ancora una volta il budget? Vabbeh, non scherziamo. Per niente. Nelle magre dell’epoca Covid, Patrizia Testa (8,5) mantiene gli impegni mentre il biellese fa il verso a Britney Spears (Oops!…I did it again), portando a scuola buona parte dei DS della categoria. Il bilancio di gestione mette a verbale 11 giocatori sotto contratto (di cui 2/3 autentici assegni circolari), 5 prestiti (stra)valorizzati e un progetto tecnico costruito per andare oltre (semmai dovesse accadere) il passaggio di testimone in panca. Turotti Masterclass. Una volta di più. Califfo

Giovanni Castiglioni

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