Chi ha confermato le aspettative, chi le ha superate e chi per ora non è riuscito a mantenerle. Al termine dell’anno solare 2021, ecco un bilancio della prima parte del campionato di Prima Categoria (girone A) al netto dei due recuperi che ancora dovranno disputarsi nelle prime due settimane di gennaio. Domenica 23 gennaio comincerà invece il girone di ritorno. 

Valceresio 8.5: uno dei proverbi più conosciuti dice “Chi semina, raccoglie”. Ta daaa. È proprio così. Anni di semina ben curata, che ha resistito alle intemperie, che ha avuto la pazienza di aspettare la stagione giusta, oggi portano la Valceresio là, davanti a tutti, e non è un caso. Un mister giovane che i giovani ha imparato a conoscerli, a farli crescere, e che si è armato di coraggio per vincere le varie scommesse di quei ’99, ’00, ’01 oggi maturi tanto da far gola altrove. Accanto a loro ecco i senatori, gli “over 30”, a cui ancora brillano gli occhi tanto la domenica pomeriggio quanto il martedì sera; un nome? Antonio Ippolito, 35 anni compiuti, 10 gol, ed una leadership da far impallidire mezza provincia. Quanto ai numeri di squadra: 8 vittorie, 4 pareggi, 1 sola sconfitta ed una differenza reti di +15, frutto dei 28 gol fatti e dei 13 subiti (miglior difesa insieme a quella dell’Arsaghese che però ha ancora un match per chiudere il girone d’andata). 
Il 2022 darà l’esito definitivo su questo percorso ancora pieno di insidie ma ad oggi, in un campionato equilibratissimo ed avvincente, la Valceresio è, con pieno merito,… campione d’inverno.

Ispra 8: alla festa di Capodanno la squadra di mister Pasetti si presenterà con il vestito delle grandi occasioni e non appena varcherà la soglia della location attirerà su di sé gli occhi di tutti, un po’ come quel “Bello e impossibile” che cantava qualche anno fa Gianna Nannini, ma sul palco di fine aprile ci sarà posto solo per una. E allora le luci, l’atmosfera e la musica “a palla” perderanno un po’ della loro magia se al centro della pista non dovessero esserci Gaballo & co. Questo per dire che i nerazzurri hanno un attacco strabiliante (37 gol fatti), una difesa piuttosto solida (17 reti subite), un ruolino di marcia fatto di 7 vittorie, 4 pareggi e 2 sconfitte, insomma tutte le carte in regole per primeggiare se non che oggi la classifica, li veda al 2° posto, -3 dalla capolista. Cosa è mancato? Forse poco o nulla, ma in un campionato così sono i dettagli a fare la differenza. 
Specchio specchio delle mie brame, sarà l’Ispra la più bella (e vincente) del reame? Al momento è… una regina, ma senza corona.

Bosto 8: alzi la mano chi all’inizio dell’anno avrebbe scommesso sul 3° posto dei gialloblù con 25 punti, 8 vittorie, un pareggio e 4 sconfitte. Ma a dar maggior lustro a questo mezzo campionato è l’aver assaporato anche la vetta, per di più, in solitaria. Che a Capolago le cose funzionino non lo si scopre certo oggi, che il lavoro fatto a partire dal settore giovanile sia un motivo di grande vanto nemmeno, ma forse c’è qualcosa che va anche oltre e sui campi di provincia inizia a risuonare forte come quel “…e il Bosto vincerà, alè alè alè…alè alè alè…” che Lovisetto & co cantano negli spogliatoi dopo ogni vittoria. È una melodia che se dovesse continuare a suonare, potrebbe trasformarsi in sinfonia, ed il direttore d’orchestra, mister Epifani, ha la bacchetta in tasca; ma per fare questo bisognerà limitare al massimo le stonature.
Il Bosto è… un deejay pronto ad alzare il volume.

Tradate 7.5: alla presentazione di inizio anno mister Fera ed il ds Marco Galluzzo hanno chiaramente detto: “Abbiamo costruito una squadra che può stare in alto, a fine anno vedremo chi avrà ragione”, ed al momento, la ragione, ce l’hanno loro. Quarta piazza con 23 punti, 6 vittorie, 5 pareggi e 2 sconfitte, 29 gol fatti e 21 subiti, ma ancor di più una serie di consapevolezze acquisite partita dopo partita. Ti aspetti Memehtaj e salta fuori Stefanazzi, vero trascinatore di questo gruppo con 16 gol in 14 partite ed attuale capocannoniere del girone. Se è vero che tra le “belle” e tra le “favorite assolute” diversi addetti ai lavori non citino il Tradate, è vero anche che i numeri sono spesso una sentenza e che i ragazzi di Fera vogliono togliere l’udienza dando il loro verdetto. 
Il Tradate è… pronto a giocarsi il tutto per tutto.

NFO Ferno 6.5: la big dal girone più complicato e controverso, con un voto positivo ma non troppo, frutto di un “aspettarsi di più” che però non è arrivato. La corazzata Ferno nell’ultimo campionato utile (stagione 2019/20 stoppata dal Covid, ndr) aveva fatto la voce grossa anche contro l’inarrivabile Solbiatese e la scorsa estate non si è nascosta dietro un dito: acquisti importanti per puntare dritto all’obiettivo primo posto. Ma qualcosa non è andata come si pensava, l’amore con mister Minniti si è affievolito nel giro di un paio di mesi, qualche ingranaggio si è inceppato e la “Ferrari” ha viaggiato in terza. Alla guida arriva un nuovo tecnico, Ivan Stincone, e con il suo staff prova ad inserire benzina nel serbatoio, ma anche a fare il tagliando ad un motore da 8 mila giri. A metà percorso la piazza è la numero cinque, 23 punti (6 vittorie, 5 pareggi, 2 sconfitte), 21 gol fatti e 14 subiti (terza miglior difesa dietro Valceresio ed Arsaghese che, come detto, ha una partita giocata in meno). Quindi? Con un destino ancora da scrivere, c’è però solo una regola: spingere sull’acceleratore senza sbandare più.
Il Ferno è… un Latifi che vuole (e può) trasformarsi in Verstappen.

Pro Azzurra Mozzate 6.5: chi al 5 settembre assistette alla sfida di Coppa Lombardia NFO Ferno – Azzurra Mozzate disse senza troppi fronzoli: “Queste sono le due squadre che si contenderanno il campionato”. Il biglietto da visita, infatti, fu quello di una partita vera tra formazioni di qualità, valori e carattere. Ma proprio come successo all’armata gialloblù, anche i mozzatesi hanno faticato. Qualche alto e basso di troppo, ultimo quello in casa dell’Antoniana, ma soprattutto un volo che non si riesce definitivamente a spiccare, mostrano oggi una squadra al 6° posto con 22 punti (6 vittorie, 4 pareggi, 3 sconfitte), ed un +5 di differenza reti (20 gol fatti, 15 subiti). Da annotare anche il cambio allenatore con mister Tripodi succeduto a mister Papis. Ora cosa succederà nel girone di ritorno è un bel punto di domanda, rincorrere non è mai facile, ma le armi per attaccare ci sono, è la mira che deve necessariamente essere affinata.
L’Azzurra Mozzate è… un fucile con il colpo in canna. 

Arsaghese 6.5: un mister che è una garanzia, una rosa ampiamente all’altezza dei piani alti di questo girone, una classifica che al momento recita 7° posto con 20 punti ma una partita in meno, ovvero il recupero con il San Michele, che pesa quanto un macigno e che potrebbe rivelarsi l’ago della bilancia di questa stagione. Tre punti in più, infatti, collocherebbero i biancorossi incollati a Ferno e Tradate (e quindi in zona playoff) se non fosse che in virtù degli scontri diretti sarebbero proprio i ragazzi di Arsago a pagare dazio. Ma al di là di questo bisogna fare qualcosa in più per allungare la stagione alla post season: molto bene la fase difensiva, solo 13 le reti subite (miglior difesa insieme alla Valceresio), da incrementare il bottino gol fatti; 16 reti sono troppo poche per una squadra che vuole (e può) puntare in alto. 
L’Arsaghese è… un cavallo al trotto che deve iniziare a galoppare. 

Luino 6.5: il Luino di mister Iori e del ds Cracas si trascina l’handicap di un avvio di stagione difficile, dove i risultati non arrivavano e la mentalità, forse, non era quella giusta per un campionato così insidioso come la prima categoria. Ma qualcosa è scattato in quel pareggio (infinito) con l’Ispra, un 4-4 con tanto amaro in bocca che ha però fornito i rossoblù di torcia per illuminare la strada verso la salvezza, una strada non priva di bivi e di cartelli “Tra 500 metri svoltare verso il Paradiso playoff”. Sarà forse chiedere troppo? Provate a telefonare a bomber Cosso (se trovate libero), 11 gol, una serie di offerte respinte al mittente e la smania di uno di quegli attaccanti a cui l’appetito vien mangiando. Da registrare, invece, la difesa: 22 reti sono un po’ eccessive anche per chi punta ad una permanenza tranquilla in prima categoria. Ma ora che la quadra è stata trovata, le altre concorrenti sanno bene che dovranno fare i conti anche con loro.
Il Luino è… una bomba che può esplodere (o implodere).

San Marco 6.5: il voto è frutto di una media arrotondata per difetto tra il 6 che giudicherebbe il campionato dei bustocchi contro le dirette contendenti per la salvezza, ed il 7.5, voto che va invece a classificare il cammino contro le big. La San Marco è “quasi un ammazza-grandi”: pareggio in casa del Ferno, pareggio in casa del Bosto, pareggio con l’Arsaghese e, ciliegina sulla torta, la chiusura del girone col botto grazie alla vittoria sull’Ispra. What else? 16 punti (4 vittorie, 4 pareggi, 5 sconfitte), 14 gol fatti e 19 subiti, un ottimo +5 sulla zona rossa, ma anche un’attenzione che deve necessariamente rimanere altissima. Dulcis in fundo: l’eredità di Carraro, ceduto al Ferno, è nelle mani del neo arrivato Stefano Gualtieri. Scommessa vincente del ds Luca Michele? Il girone di ritorno darà le sue risposte.
La San Marco è… anzi, non è più un’incognita.

San Michele 5.5: insufficienza rimediabile per il San Michele che chiuderà il girone di andata con il match di recupero con l’Arsaghese, ma che al momento non può dormire sonni tranquilli. Appena fuori dalle sabbie mobili, 10° piazza con 13 punti (4 vittorie, 1 pareggio, 7 sconfitte), 19 gol fatti e 25 subiti, deve necessariamente svoltare nel 2022, perché la clessidra, mai come quest’anno, vede scendere granelli di sabbia pesanti alla velocità di un Frecciarossa; il tempo stringe, sbagliare non è più concesso. Si pensava, inoltre, che il mercato invernale potesse dare man forte, ma al momento la casellina entrate è un riquadro bianco. Bisognerà attaccarsi allo spirito San Michele, ma anche trovare una quadra, che al momento pare più un disegno astratto di un pittore con prospettive, piuttosto che un progetto figlio di un geometra altisonante.
Il San Michele è… un futuro architetto al primo anno di corso. 

Cantello Belfortese 5: è di nuovo insufficienza per il Cantello Belfortese, e quasi non te lo spieghi. La solidità di un club che a luglio disse “Torniamo in primis a divertirci” ha troppo in fretta lasciato il posto ai problemi di sempre. L’era Pantelis è già finita, il calciomercato invernale ha visto entrate ed uscite probabilmente non pronosticate ad inizio anno, l’infermeria piena non ha agevolato ma bisogna andare oltre, ed oltre i numeri parlano di 11° posto con appena 11 punti (3 vittorie, 2 pareggi, 8 sconfitte), 13 reti fatte e 22 incassate. Queste sono cifre che lasciano poco spazio all’immaginazione. Il compito di mister Caporali per il girone di ritorno non sarà tanto quello di aiutare la squadra a salvarsi, o meglio questo sarà il fine, quanto piuttosto quello di ricostruire basi solide che possano, una volta per tutte, non scricchiolare più.
Il Cantello Belfortese… deve scegliere, una volta per tutte, “Cosa fare da grande”.

Faloppiese Ronago 5: senza girarci troppo intorno, è la compagine che conosciamo meno e che per la prima volta si è affacciata quest’anno nel girone del varesotto. La partenza aveva illuso potesse trattarsi di uno squadrone da piani altissimi, poi però l’addio di mister Clementi ed una serie di risultati incostanti hanno visto la formazione scendere fino al terz’ultimo posto. Dieci punti (tre ancora in palio grazie al recupero con la Jeraghese), frutto di tre successi, otto ko ed una sola X, spiegano anche quei 15 gol fatti e 21 subiti. La risalita sarà un compito arduo ma non impossibile, bisogna però re-indossare il mantello da supereroi e tornare a volare in fretta.
La Faloppiese Ronago è… alla ricerca dell’identità perduta.

Antoniana 5: ci è voluto un girone intero per veder esultare i giallorossi, bravi a vincere in una domenica di stop generale contro l’ostica Azzurra Mozzate, molto meno nel collezionare l’ennesimo girone impervio fatto più di amarezze che gioie. Sollevato dall’incarico mister Pavone, che questa volta non è riuscito nell’impresa, si è scelta l’esperienza di un tecnico come Senziani, allenatore che non ha ancora perso la passione per il calcio dilettanti e che in testa si è inculcato l’obiettivo di aiutare i bustocchi in quello che sarebbe un nuovo (mezzo) miracolo (e con l’arrivo di D’Ascanio ha decisamente un’arma in più dalla sua parte) Il penultimo gradino della classifica vede i ragazzi di via Ca’ Bianca fermi lì con 6 punti (1 vittoria, 3 pareggi, 9 sconfitte), pochi gol fatti, 10, ben 25 subiti. Il mercato invernale ha portato anche una serie di avvicendamenti ma quello che più di tutto deve ritrovare la squadra è quella verve battagliera che li ha visti “conquistadores” di una salvezza insperata tre stagioni fa. 
L’Antoniana è… elmetto, scudo e lancia, in due parole, in guerra.

Jeraghese 5: la cenerentola della prima categoria è anche il fanalino di coda di un gruppo in cui il coraggio non è bastato per scalare posizioni in classifica, ma quello stesso coraggio, preso a due mani nell’accettare questa nuova sfida, le evita un’insufficienza grave. Per riuscire a tenere in bilico un vaso sull’orlo di un precipizio già da prima dell’inizio del campionato, ci vuole cura ed una certa arte manuale, oltre che un’infinita pazienza. Di pazienza si è armato mister Baratelli che in un ambiente in difficoltà ha però ritrovato la scintilla e dopo essersi messo al lavoro per dare solidità a squadra e staff, vede un presente raccontare di 5 punti (1 vittoria, 2 pareggi, 9 sconfitte ed una gara in meno con all’attivo 9 gol ed al passivo 34) e senza grossi patemi puntare gli occhi sul lungo termine. Ma se il calcio dovesse stupire ancora una volta e dare ai ragazzi di Jerago la chance di un playout, che si dirà allora?
La Jeraghese è… ”Rocky” al tappeto che non ha ancora sentito il gong.

Mariella Lamonica

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