La partita di domenica sera alle ore 20 tra la UNAHOTELS Reggio Emilia e la Openjobmetis Varese non sarà una sfida come le altre, non solo per il peso specifico che questa gara ha assunto per i biancorossi dopo la debacle di Cremona di una settimana fa, ma anche perché sarà la prima volta, dopo l’esonero del settembre scorso, del ritorno di coach Caja all’Enerxenia Arena come avversario.

Il suo ritorno coincide per altro con l’apertura del Lino Oldrini al 60% della propria capienza. E’ chiaro quindi aspettarsi potenzialmente un’atmosfera molto calorosa ed è interessante capire come il pubblico di Masnago accoglierà quello che è stato il condottiero della Openjobmetis per diverse stagioni.
Intanto noi di VareseSport abbiamo saggiato un po’ l’umore di alcuni dei supporters varesini, per capire quali potranno essere le reazioni da aspettarsi.

Partiamo da uno storico abbonato di Tribuna, Maurizio Jeropoli: “Non applaudirò né fischierò Caja. Avrò un atteggiamento di totale indifferenza. Come allenatore non si discute, nei suoi anni ci ha portato ottimi risultati, ma come uomo ci sarebbe molto da dire, soprattutto nei modi e nei termini con cui si interfaccia con i giocatori durante allenamenti e partite. Non mi è mai piaciuto molto il suo modo di fare ed ora che è un avversario non lo applaudirò”.

Di altro avviso è invece il pensiero di Manuel Bogni, abbonato in curva, che invece applaudirà il ritorno del coach pavese. “Lo accoglierò con un applauso perché ha sempre portato risultati. Tralasciando la questione esonero che non è stata mai ben chiarita, penso che dobbiamo dare atto a quanto questo allenatore ha fatto con noi. Ci ha salvato più volte, ci ha portato ai playoff ed a una finale europea. Poi su quello che sia successo a livello di spogliatoio rimane lì dentro. Tutti parlano ma nessuno sa mai la verità fino in fondo. Io gli farò un grande applauso, immagino che ci sarà un palazzo diviso ma fino ad un certo punto, perché comunque le scelte fatte dalla società nell’ultimo biennio sono state particolari: è stato esonerato Bulleri quando iniziava a girare per prendere Vertemati di cui ho grande stima ma che sta avendo delle difficoltà logiche per un esordiente. Mi auguro che il progetto venga portato avanti fino in fondo altrimenti vorrebbe dire ripartire per l’ennesima volta da zero”.

Applausi che arriveranno anche da Mario Acchini, consorziato societario: “Sicuramente lo accoglierò con degli applausi. Bisogna dare merito a questo allenatore per quanto fatto qui a Varese. Ho seguito spesso le sue conferenze ed era uno che non si è mai nascosto, ci ha sempre messo del suo in ogni cosa che faceva. Lo ricorderò sempre come una persona ed un allenatore che ha fatto bene a Varese. Il suo modo di fare un po’ dittatoriale non può durare più di un certo lasso di tempo, però mi dispiacerebbe molto se venisse accolto da fischi. E’ un tecnico che ha sempre fatto bene a Varese”.

Sulla linea dell’indifferenza è Gianangelo Guidiali: “Non fischierò Caja e non lo applaudirò nemmeno. Bisogna dargli atto di quanto fatto ed ottenuto sul campo negli anni qui a Varese, anche se poi la separazione penso sia avvenuta più per il carattere ed i suoi modi di fare che per altro. Credo che avrò tendenzialmente un atteggiamento di indifferenza, ora è un avversario come gli altri e penso che si debba guardare tutti avanti. Negli anni con noi ha avuto il merito di tirare fuori dalle squadre più di quello che effettivamente potevano dare, ma la sua tipologia di basket non è moderna, improntata sui giovani. Io sposo la filosofia scelta quest’anno anche se ora non sta dando i suoi frutti. Sicuramente lui farà di tutto per vincere e anche noi dovremo farlo”.

Non poteva mancare infine la posizione del Trust dei tifosi Il Basket Siamo Noi tramite le parole del suo Presidente Umberto Argieri: “Noi ci aspettiamo innanzitutto un atteggiamento di grandissimo fair play da parte di tutti che è ciò che conta di più in ogni cosa. Se alla fine guardiamo in modo onesto intellettualmente il ciclo Caja sia primo che secondo, è stato un dare avere reciproco ottimo. Dalla parte della società l’aver raggiunto grandi risultati come i playoff, dalla sua invece l’aver ripreso credibilità dopo annate non certo sfavillanti come quelle precedenti le due esperienze a Varese, ossia con Firenze e Roma. Lasciando stare il modo in cui è avvenuto il divorzio, a distanza di un anno non ci deve essere nessun astio e nessun sassolino da togliersi. Si e chiuso un ciclo, così come spesso capita nello sport, in amore, nel lavoro e bisogna accettarlo con grande rispetto. Mi spiacerebbe molto si vedessero atteggiamenti infantili sulla linea di quelli dell’anno scorso nella partita di ritorno a Casalecchio di Reno, anche perché parliamo di due soggetti in causa come la Pallacanestro Varese da una parte ed un coach con 20 anni di carriera dall’altra. Nessuno ha bisogno di queste scaramucce”.

Alessandro Burin

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