Il Città di Varese perde, ancora, ma la sconfitta contro il Casale è una di quelle che fa male, tanto, e ricorda il ko di Carate Brianza di qualche giorno fa, ma trasposto all’ennesima potenza. Se con i brianzoli si poteva mettere in conto una sconfitta, non certo infortuni e squalifiche, contro i nerostellati era fondamentale fare risultato in ottica salvezza: il 3-1 incassato al “Franco Ossola” (nona sconfitta casalinga), invece, rischia di compromettere definitivamente il già fragile equilibrio di questa squadra e le espulsioni di due come Ebagua e Disabato potrebbero pesare davvero tanto in vista del Vado mercoledì.
E la debacle interna brucia ancor di più se si ripensa a come è arrivata, perché dopo 44’ di assoluto controllo nel primo tempo nessuno poteva aspettarsi il blackout di tre minuti prima dell’intervallo. L’uno-due messo a segno da Colombi e Poesio ha incanalato la partita nella direzione del Casale costringendo il Varese ad inseguire nel secondo tempo: la doppia ammonizione a Disabato ha aumentato il nervosismo tra i biancorossi e l’espulsione di Ebagua hasancito la fine delle speranze bosine. Il 3-1 finale è solo il corollario di una delle tante giornate storte vissute fin qui che riflettono appieno una stagione storta sotto tanti punti di vista.
Anche la tifoseria, inevitabilmente, ha accusato il ko e i tifosi non riescono più a darsi spiegazioni in merito a ciò che succede sul rettangolo verde. Mattteo Tencaioli si limita a dire: “Assurdo” non riuscendo a trovare altre parole per commentare una situazione davvero complicata, mentre Marco Vigliarolo recrimina sul finale di primo tempo condensando il suo pensiero in: “Incredibile quello che è accaduto in 1 minuto”.
Uno sconsolato Enrico Bellorini chiede: “Qualcuno mi riesce a ricordare una partita, in questo campionato, in cui abbiamo avuto fortuna e abbiamo avuto più di quel che meritavamo?” ma nessuno riesce a rispondere e il motivo è molto semplice: non c’è mai stata una partita del genere quest’anno. Perché? Se si riuscisse a trovare una spiegazione che vada oltre al retorico “perché sì” probabilmente ogni problema sarebbe risolto. Purtroppo così non è, e l’analisi impietosa di Davide Tomasina alla fine del primo tempo riflette l’andamento del Città di Varese fin qui: “Ogni tiro un gol… perdiamo con squadre che senza far nulla per 40 minuti ti fanno due gol”.
Lo sconforto dei tifosi è davvero palpabile e le undici partite rimanenti, al momento, non lasciano certo ben presagire per il finale di campionato. Lorenzo Colombo si appella alla speranza: “Speriamo finisca presto questa stagione e soprattutto con la salvezza… Ci sono molte attenuanti ma è evidente che la squadra ha forti limiti mentali e di gestione nei momenti più importanti… senza cattiveria certe partite non si portano a casa!!! Speriamo in bene e poi meglio rifare tutto da capo per la prossima stagione”. Il problema, evidenziato da Aldo Allegri, è che: “… La speranza è l’ultima a morire, ma poi comunque muore”.
Raramente sul web si è percepita questa sfiducia, mista a rabbia in qualche commento, e sicuramente tutto ciò non rappresenta di certo un bene perché il Città di Varese ha bisogno dei suoi tifosi, ora più che mai. Di sicuro questi ultimi non faranno mai mancare il loro supporto ma, in quello che forse è il momento più difficile della stagione, tocca alla squadra dimostrare di meritare il biancorosso e la passione della tifoseria. Una vittoria a Vado, oltre ad essere determinante per la classifica, sarebbe fondamentale proprio per questo e porterebbe al rush finale di dieci partite con ben altro spirito.
Matteo Carraro