La sconfitta di Bra ha forse segnato il punto più basso dell’era Rossi al Città di Varese, ma l’occasione per svoltare arriva subito, nell’infrasettimanale valido per la 18^ Giornata contro il Chieri. I biancorossi tornano a giocare in casa e, vedendo l’andamento della stagione, gli auspici non sono certo i migliori: un punto in otto partite e due soli gol fatti a fronte di 12 subìti. Numeri che da una parte spiegano la classifica anche se dall’altra non rendono giustizia alle prestazioni offerte dai biancorossi soprattutto nell’ultimo periodo.

Serve svoltare, dicevamo, e Rossi ne è ben consapevole al punto che avrebbe preferito evitare l’incontro con la stampa: “In momenti del genere parlare non serve a molto perché ciò che conta sono i risultati: vincere in casa sarebbe fondamentale per noi. La vittoria però non arriva dal cielo, ma dobbiamo cercarla noi stessi: ognuno di noi sta cercando di dare il massimo, ma purtroppo lo sport è fatto così e dobbiamo accettare la realtà e le critiche”.

Proprio sulle critiche Rossi apre una parentesi perché le lamentele sono arrivate eccome nei confronti della squadra, della società e dello stesso mister: “I tifosi hanno ragione ad incazzarsi. Ciò che mi auguro, però, è che si arrabbino vedendo le partite e non i risultati. Chi ha visto le partite e conosce bene il calcio può giudicare in maniera equilibrata: facciamo grandi errori durante le partite, ma è innegabile che i ragazzi ci mettano l’anima e, soprattutto chi gioca sempre, arriva al triplice fischio stremato. Poi però so come funziona, contano i risultati e fra un anno ci ricorderemo di aver perso contro quello e contro quell’altro, non di aver giocato bene; in ogni caso mi dispiace, perché la squadra sta soffrendo come i tifosi e farebbe di tutto per uscire da questa situazione”.

A Bra si è visto un modulo inedito, ma domani si tornerà alla classica difesa a quattro. “Ho sempre detto di non essere mai stato fossilizzato su un unico modulo – spiega Rossi –; mi sarebbe piaciuto avere più tempo per far capire alla squadra nuove varianti di modulo. Quello che conta, comunque, è l’atteggiamento perché dobbiamo difendere in undici e attaccare almeno in otto. Domenica avremmo preso gol comunque perché abbiamo subìto su errori di lettura individuale da parte di più giocatori: nella situazione in cui ci troviamo conta il cervello e bisogna mettersi in testa che non ci si può distrarre neppure per un secondo dato che, ad ora, su quattro tiri ci fanno tre gol”.

Sicuramente domani bisognerà invertire questa statistica contro un Chieri che a detta di Rossi non è superiore al Città di Varese, ma avendo 14 punti in più può permettersi di giocare con una tranquillità estranea ai biancorossi. “Sono una squadra esperta, né troppo giovane né troppo vecchia; giocano bene a calcio e sono allenati da Didu che secondo me è uno dei più promettenti della sua generazione”. Proprio Marco Didu, casse ’78, è una vecchia conoscenza di mister Rossi che lo ha avuto alle sue dipendenze a Casale in Eccellenza. “Mi sa che gli ho fatto finire io la carriera – scherza Rossi – perché lo avevamo preso per portare esperienza, ma lo feci giocare poco. Addirittura nell’ultima partita lo mandai in tribuna e lui ci rimase parecchio male; ora che è allenatore mi auguro che capisca il motivo della mia scelta e spero che non mi giochi un brutto scherzo”.

Situazione squadra? A due giorni da domenica non ci si possono aspettare grandi novità, ma Scampini andrà in panchina e potrebbe avere una quindicina di minuti nelle gambe. Ebagua ci sarà, in panchina, ma i pochi minuti di Bra hanno certificato che al momento non può dare chissà quale contributo alla squadra (Rossi sentenzia: “se siamo costretti a ricorrere a lui significa che le cose stanno andando male”) e la squalifica di Sow complica le cose. “Sow e Gazo sono fondamentali per noi – ammette Rossi – e perdere l’attaccante proprio nel momento in cui poteva esser pronto per giocare titolare è un bel colpo. Dagli altri quattro arrivi (Aprile, Giugno, Dellavedova e Marcaletti, ndr) non mi aspetto cerco che mi risolvano le partite dato che hanno fatto in totale una quarantina di presenze in Serie D; hanno però dato segnali interessanti. L’undici titolare di domani? Chi ha giocato solo un tempo potrebbe partire titolare”.

E allora proviamo a disegnare il Città di Varese di domani, premettendo che ritornerà la difesa a quattro: Siaulys in porta con Mapelli e Parpinel davanti, insieme a Nicastri sulla sinistra e, probabilmente, Giugno (tra i migliori domenica) a destra dal primo minuto. Gazo e Snidarcig dovrebbero essere i titolari a centrocampo, mentre sulla trequarti si potrebbe ricomporre dopo due partite il terzetto Minaj-Capelli-Otelé dietro a Balla, costretto agli straordinari.

A prescindere da chi scenderà in campo, però, sarà determinate l’atteggiamento e Rossi ha le idee chiare: “Ripeto ancora una volta che ognuno di noi sta dando l’anima, e la squadra cercherà di imporre le proprie idee e il proprio gioco. Ho sempre allenato così, con la mia filosofia: ho vinto cinque campionato, sono retrocesso due volte, altre volte mi sono salvato, ma la mia filosofia e il mio modo di intendere il calcio sono sempre stati uguali. Dobbiamo risollevarci e abbiamo le carte in regola per farlo”.

Matteo Carraro

1 commento

  1. Le carte in regola? Avrei grossi dubbi in proposito. Senza punte e uomini che buttano dentro la palla, non si potrà mai sperare in qualcosa di buono! Con tutta la buona volontà, se non siamo in grado di finalizzare il discreto gioco di squadra, allora, tanto vale sputare l’anima per nulla!

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