Se la Juniores Nazionale viene spesso considerata come l’antipasto di lusso della Serie D, la sfida in programma sabato 20 novembre al “Franco Ossola” sa invece di portata principale: Città di Varese – Novara non può essere una sfida come tutte le altre, e anche per l’U19 il match assume un’importanza particolare.

Acquolina in bocca che viene a maggior ragione se si pensa ai condottieri delle due squadre: Gianluca Porro e Mavillo Gheller. Due grandi ex giocatori, due ex biancorossi (Gheller anche ex giocatore del Novara), due vecchi compagni di squadra, due allenatori emergenti in rampa di lancio e, soprattutto, due grandissimi amici.
Sia Porro sia Gheller sanno cosa vuol dire giocare un Varese-Novara e vogliono trasmettere tutta la loro passione ed energia ai propri ragazzi nel match di domani pomeriggio. Avviciniamoci alla sfida con la nostra intervista doppia.

Se dico Varese-Novara qual è la prima cosa che vi viene in mente?
Gheller
: “Come ti ho già raccontato l’altra volta, Varese-Novara mi ricorda il mio inizio e la mia fine come calciatore. Ma, aggiungiamo un tassello, anche l’esordio di Gianluca giocatore”.
Porro: “Il mio esordio da titolare nel Varese! Era il 31 agosto 1997, il giorno in cui morì Lady D tra l’altro, e mister Roselli mi lanciò dal primo minuto: vincemmo 2-0, fu fantastico, e quello è il mio primo ricordo di una sfida fantastica. Ovviamente era in campo con me anche Mavi”.

Da domani Varese-Novara sarà però anche Porro contro Gheller. È la prima volta che vi affrontate da avversari; sensazioni?
Porro
: “Sono molto curioso e affascinato. Mavillo nelle ultime due stagioni ha gestito insieme a Banchieri la Prima Squadra del Novara, per cui ha già un background di un certo livello. Sarà stimolante per me incontrarlo e confrontarmi con lui: so già che parleremo un sacco durante i 90’, per cui sarà bello vivere una partita dentro la partita”.
Gheller: “Sarà strano e curioso al tempo stesso. Entrambi abbiamo appena iniziato il nostro cammino in panchina e di sicuro non sarà l’ultima volta che ci affronteremo; Gianluca è un ottimo allenatore e sono impaziente di confrontarmi con lui”.

Che effetto vi fa rivivere le atmosfere di un match del genere da protagonisti nella categoria Juniores Nazionale?
Gheller
: “Varese-Novara a livello di Juniores ha un peso specifico minore rispetto alle sfide che ho avuto la fortuna di vivere sul campo, per cui credo che sia più che altro sentita da me in quanto persona. Torno nello stadio dove sono cresciuto e dove continuo, quando posso, ad andare per vedere il Varese. È il mio passato e, se dovessi chiudere gli occhi per ripensare alla mia carriera, il primo colore che mi viene in mente è il biancorosso. Sulla panchina ospite ci sono già stato da giocatore; viverla da allenatore sarà sicuramente una bella emozione”.
Porro: “Fantastico. Il fatto che entrambi siamo ex giocatori del Varese, lui anche del Novara, in momenti in cui le società erano protagoniste in ben altre categorie, dà un pizzico di pepe in più alla sfida. Inoltre, fattore non da poco, c’è anche un bel legame di amicizia che ci unisce per cui sarà davvero indimenticabile”.

Che ricordo avete l’uno dell’altro?
Porro: “Un martello pneumatico, meglio averlo in squadra che contro! Non che fosse un picchiatore: agonisticamente era un giocatore di livello superiore al 90% de giocatori che calcavano quelle categorie. Inoltre era estremamente duttile ed intelligente, al punto che nella stagione ‘97/’98 giocò da difensore centrale, da centrocampista e da terzino. Un giocatore incredibile che ho avuto la fortuna di avere come compagno di spogliatoio”.
Gheller: “Un ottimo ricordo sotto tutti i punti di vista. Nel ’97 si era appena aggregato e la mia prima impressione fu assolutamente positiva: era un giocatore di personalità, dotato di grande forza fisica e un mancino invidiabile. Si vedeva che aveva qualità perché, nonostante la giovane età, aveva già una mentalità da veterano”.

Dal campo alla panchina è un bel cambiamento: come l’avete affrontato?
Gheller
: “Quando ho smesso di giocare al Busto81 ero rimasto a dare una mano come al mister, ma a Novara ero subito partito come responsabile dell’attività di base. Nel momento in cui ho iniziato ad allenare, quindi, il passaggio è stato soft perché mi ero già staccato dall’essere giocatore. Passare subito dal campo alla panchina dev’essere più difficile, a maggior ragione in queste categorie in cui è un attimo perdere la propria autorevolezza all’interno del gruppo”.
Porro: “Sono rimasto colpito perché non mi sarei mai aspettato di compiere questo percorso. Mi ero laureato in giurisprudenza per uscire dal mondo del calcio, ma ne sono ben presto stato riassorbito e ora è per me una malattia. Cambia tutto: è come guardare un’Opera alla tv o viverla a teatro. In panchina c’è molta più passione e devi essere in grado di ragionare per 25/30 teste, capendo le singole esigenze, mettendoti a disposizione senza perdere la tua autorità. Di contro, però, il campo manca terribilmente e ogni volta che posso qualche minuto di partitella in allenamento lo faccio”.

Un augurio reciproco per il prosieguo delle vostre carriere?
Porro
: “Che domande! Ma ovviamente di essere il suo secondo nel Varese in Serie A! Oppure allenare direttamente in cogestione”.
Gheller: “Senza andare troppo in alto, rivivere un bel Varese-Novara in Serie B! Io da una parte e lui dall’altra, ma non dico quale (e ride ndr)”.

I giocatori sentono l’importanza di questa partita?
Gheller
: “Ne risentono perché è normale che sia così, ma del resto qualcuno dei miei ha risentito anche del fatto di essere un giocatore del Novara. Avendo poi qualche ragazzo che arriva dalla provincia di Varese mi aspetto che siano emozionati all’idea di giocare all’Ossola, ma dobbiamo restare concentrati sul nostro obiettivo senza farci distrarre da tutto il resto”.
Porro: “Ne risentono eccome: non tanto perché parliamo del Novara, ma perché arriviamo da una situazione difficile e sarebbe stata una sfida dal gran carico di valori a prescindere dall’avversario; chiaro che il Novara aggiunge un tassello in più ed è bello vivere un po’ di sano campanilismo anche a questi livelli. Mi aspetto una bella risposta dalla mia squadra perché dobbiamo tornare sul percorso delle prime giornate facendo ancor meglio di quanto avevamo fatto allora”.

Varese e Novara arrivano all’appuntamento da due momenti opposti: come giudicate il vostro cammino fin qui e cosa è successo nelle ultime due sfide?
Porro: “Contro l’Arconatese è stata la classica giornata storta. Da persone mature abbiamo analizzato cosa non ha funzionato e provato ad aggiustare il tiro contro la Vis Nova; in quella partita, però, è mancata l’intensità di gioco. Dopo un ko come quello contro l’Arconatese serviva una reazione di sana cattiveria agonistica, ma ci siamo spenti troppo presto: i principi di gioco c’erano, tuttavia siamo stati lenti e arrivavamo sempre in ritardo su ogni pallone. Ho visto comunque segnali positivi e a quest’età ci sta tutto: domani o subiamo gli strascichi delle ultime due sfide o facciamo la partita della vita”.
Gheller: “Abbiamo iniziato tardissimo, fisicamente non eravamo in condizione e numericamente eravamo messi anche peggio. Sapevamo che sarebbero stati due mesi difficili; ora c’è stato qualche innesto, la forma fisica cresce continuamente e stiamo imparando a far girare gli episodi dalla nostra parte e il 3-3 sul campo del Crema ci ha dato consapevolezza. Quando le squadre arrivano a giocare al Piola perdono i primi venti minuti per contemplare lo stadio: contro l’Arconatese ne abbiamo approfittato segnando tre gol in 17’ e in questo ringrazio anche Porro (ride, ndr) perché ce l’ha mandata qui con la pancia piena”.

Sia Varese sia Novara hanno sempre subìto gol fin qui; come ve lo spiegate?
Gheller
: “In ogni partita ci sono stati dei cali di attenzione e concentrazione tipici di quest’età. Non a caso sto cercando di dare ai ragazzi la capacità del rosicare non appena si prende un gol, per pungerli nell’animo. Troppo spesso, nel momento in cui si subisce, si comincia a perdere fiducia o a dare la colpa ad altri; io, invece, pretendo che si reagisca con rabbia per recuperare. Pian piano stiamo migliorando da questo punto di vista”
Porro: “Ci stiamo lavorando. Avendo dato molta più attenzione allo sviluppo della manovra e alla fase di possesso, senza comunque trascurare l’aspetto difensivo, mi aspettavo di subire qualcosina. Di certo dobbiamo diminuire queste situazioni e il primo clean sheet stagionale è uno degli obiettivi”.

Che atteggiamento vi aspettate da parte dell’altro?
Porro: “Le squadre di Mavillo hanno un’impronta  ben definita e sono sicuro che proverà a fare la partita. Noi non saremo da meno; mi aspetto due squadre propositive”.
Gheller: “Gianluca non cambierà il suo modo di vedere il calcio: proverà a fare la partita fin dal primo secondo di gioco e, non appena l’arbitro fischierà l’inizio, noi proveremo ad attuare le giuste contromisure. Di sicuro “insulterò” dal primo all’ultimo minuto sia lui sia Maurizio Bertani (ride, ndr)”.

Qual è la miglior qualità dalla vostra squadra?
Gheller
: “La voglia di non mollare mai. Nonostante tutte le difficoltà iniziale, da metà settembre un gruppo di ragazzi che non si conoscevano è diventato squadra e ognuno si sacrifica per gli altri ricoprendo più ruoli. Lo spirito di sacrificio è un’altra dote importantissima per una squadra di calcio”.
Porro: “La voglia di apprendere un’idea di calcio propositiva, giocando in maniera dinamica con intelligenza tattica per avvicinarsi al calcio degli adulti”.

Il difetto?
Porro: “La presunzione, il sentirsi belli. Quando siamo umili siamo letale e noi dobbiamo riuscire ad incarnare sempre la mentalità operaia per creare una macchina letale”.
Gheller
: “I cali di concentrazione di cui abbiamo parlato prima; dobbiamo assolutamente migliorare da questo punto di vista per riuscire a stare sul pezzo per tutti i 90 minuti”.

Un pronostico secco?
Gheller
: “1-2 per noi! Gli faccio fare il gol della bandiera all’ultimo secondo, non prima altrimenti me la pareggia (ride, ndr)”.
Porro: “1 fisso, senza obiezioni! Però (aggiunge ridendo, ndr) se dovessimo smezzarci la pagnotta andremo a berci qualcosa tutti insieme con più leggerezza”.

Quindi il terzo tempo è già organizzato?
Porro e Gheller
: “Che domande fai? Ovvio! E Maurizio Bertani sul terzo tempo non può fallire!”.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui