“È una questione di sopravvivenza, siamo a un punto di non ritorno”, è con questo grido d’allarme che molti ristoratori, baristi e gestori di piscine e palestre hanno promosso l’iniziativa #ioApro che invita a restare aperti oggi, venerdì 15 gennaio, come segno di protesta nei confronti delle gravi restrizioni che il Governo sta imponendo a questi settori a fronte di pochi e non sufficienti aiuti.
Partita sui social, questa protesta si è diffusa capillarmente in tutta Italia e alcuni hanno deciso di aderire, altri di non farlo anche perchè, in caso di violazione delle norme esistenti, le sanzioni sono pesanti: si va da un minimo di 400€ ad un massimo di 1000€ di multa e la chiusura dell’attività da 5 a 30 giorni (anche per quanto riguarda l’esporto o il delivery). Inoltre, anche gli stessi clienti sarebbero multati e non potrebbero godere nemmeno della garanzia di una tutela legale che legittimi il loro atto.
Come già avvenuto ieri, di seguito una raccolta di commenti e pareri da parte dei gestori di locali e palestre.

Maria, che gestisce il Per… Bacco! Ristorante e Pizzeria a Venegono Inferiore, afferma: “Volevamo aderire e siamo stati indecisi fino all’ultimo ma non ce la sentiamo di rischiare multe e sanzioni per i clienti. Quanto a noi, peggio di così non potrebbe andare, ma riteniamo che il cliente vada sempre tutelato. Nonostante le grandi difficoltà, proseguiremo con l’asporto. Si dovrebbe fare una protesta unitaria e ben organizzata, così non so quanto serva”.

Marco e Martina, fratelli e soci di The Terminal Restaurant di Gallarate, aggiungono: “Non siamo nessuno per giudicare e le premesse di questa “ribellione” le condividiamo, è difficile, difficilissimo stare in piedi in un periodo come questo, gli aiuti giunti fino ad oggi non bastano, soprattutto per attività “giovani” come la nostra che hanno visto la luce dopo l’aprile 2019, mese utilizzato dallo stato per verificare l’effettivo calo di fatturato, e che hanno ricevuto sostegni minimi, però riteniamo che questa non sia la modalità giusta per farlo. Pensiamo innanzitutto che non sia risolutiva e che potrebbe ritorcersi contro la nostra categoria, nessuno di noi sa se effettivamente riaprire porterebbe ad un aumento dei contagi, piuttosto dobbiamo dimostrare che non sia così, dobbiamo puntare ad un programma più lungimirante che ci permetta di riaccendere l’insegna ed evidenziare la capacità di saper accogliere ospiti in totale sicurezza”.

Claudio Castiglione, uno dei soci delle palestre Olympus Avant a Gallarate, Varese e Cascina Rizzardi, è critico: “Per noi aprire in queste condizioni non ha alcun significato e vuol dire fare qualcosa fuorilegge. Non credo che questa sia una mossa sensata per il bene comune. Siamo una categoria completamente dimenticata dai Ristori e quello che abbiamo ricevuto è una goccia nel mare. A noi come centri fitness lo Stato non ha riconosciuto praticamente niente, non essendo considerati attività commerciali. Rispetto a quanto hanno preso bar, ristoranti e hotel, ho ricevuto in proporzione solo il 10% di quello che mi spetterebbe. Aprire in una situazione come questa sarebbe deleterio e, oltre al danno, potremmo subire la beffa di vederci comminate sanzioni. Noi vorremmo protestare ma non così e per ottenere un riconoscimento economico adeguato che ci permetta di poter riaprire con più tranquillità”.

Anche La Paranza di Varese dice la sua: “Anche in un momento così difficile economicamente per il nostro settore il ristorante pizzeria la Paranza non aprirà venerdì 15 gennaio all iniziativa #ioapro. Semplicemente non ci sembra giusto violare i dpcm (anche se sbagliati e con poca logica) non ci assumiamo responsabilità che competono al governo o alle istituzioni. Noi chiediamo ristori adeguati alle nostre perdite e tagli consistenti delle tasse per il futuro che ci aspetta. Con questo volevamo dirvi che continueremo con il servizio di asporto e domicilio rispettando tutte le norme”.

Chi si schiera contro questa protesta è il Ristorante Fra.Mar.Tina di Cocquio Trevisago con un lungo post sui social: “NON aderiremo alla protesta di #ioapro non perché non siamo in difficoltà, o perché non siamo solidali con tutti i nostri colleghi, anzi, noi non apriamo proprio per la ragione opposta. Vi spiego le nostre motivazioni:
Punto 1 – Perché abbiamo sempre rispettato le normative e continueremo a farlo.
Punto2 – Perché non vogliamo passare dalla ragione al torto dopo tutti gli sforzi fatti.
Punto 3 – Per il senso civico che sentiamo di avere (anche se siamo più che convinti che nei ristoranti il rischio di assembramento è praticamente inesistente)!!!
Abbiamo sanificato prima di riaprire il locale.
•Abbiamo sanificato ogni cosa in continuazione (tra un servizio e un altro tavoli, sedie, bottiglie di olio ecc)
•Abbiamo speso moltissimi soldi per adeguarci alle procedure, guanti, mascherine, dispenser di gel sanificante, spray disinfettanti, prodotti monouso per qualsiasi cosa
•Abbiamo ridotto i tavoli in sala
•Abbiamo chiuso quando ci hanno detto di chiudere, spesso anche con poche ore di preavviso!!!
•Abbiamo aperto quando ci hanno detto di aprire. Lavorando il triplo per non affondare
•Ci siamo buttati nelle consegne a domicilio, una nuova realtà per nulla facile da gestire, eppure ci siamo adeguati anche a questo..(abbiamo perso alcuni clienti perché siamo arrivati in ritardo nei primi giorni, ma poi ci siamo rifatti alla grande)!!
•Abbiamo investito molto del nostro tempo anziché adagiarci e lamentarci (beh lamentarci è impossibile quando vedi la tua attività affondare per colpe e responsabilità non tue)
•Abbiamo fatto sempre rispettare le regole e vi assicuriamo che fare il ristoratore e la guardia non è piacevole, senza parlare del conflitto di interessi causato dal doverci trovare a dover fare osservazioni ad alcuni nostri clienti, cosa che se trovi il permaloso ti perdi pure il cliente (è successo anche questo)
Non vogliamo buttare nel cesso i nostri sforzi dando la possibilità di darci degli UNTORI (perché già ci sguazzano a dare a noi la responsabilità dei contagi) rischiando di creare problemi aggiuntivi al settore. Siamo già gravemente penalizzati!
Se volete aiutare i ristoratori, invece di appoggiare queste manifestazioni che potrebbero danneggiare ulteriormente la nostra categoria, aiutateci ordinando cibo d’asporto!! Quello potrebbe veramente aiutarci!“.

Mauro De Lucia della Taverna del Bucaniere di Gallarate spiega: “Non aderiamo alla protesta, nonostante la nostra categoria sia in grande difficoltà perchè pensiamo sia sbagliato andare contro la legge. C’è una pandemia in corso, per quanto qualcuno voglia fare finta di niente c’è e purtroppo sta causando veramente gravi problemi. Nonostante la nostra attività sia importante, crediamo che ci siano cose più importanti come la salute. Non ne vale la pena, inoltre, di rischiare di prendere una multa e creare problemi. So che tanti mie colleghi apriranno e aderiranno a questa iniziativa restando aperti, però noi non ce la sentiamo di riaprire in questo momento”.

Jacopo Peruzzo, proprietario del Karma Caffè di Gemonio: “Reputo inutile la rivolta. E’ vero, siamo una delle categoria maggiormente più colpite, siamo chiusi da diversi mesi, ci hanno fatto fare l’asporto e adesso vogliono limitarci ma sanno che esistiamo e non ha senso inscenare rivolte per far vedere che anche noi siamo stufi perchè tutti lo sono. E di certo non è una manifestazione a far cambiare le cose. A mio avviso, tutti dovrebbero aprire legalmente per vedere se i contagi salgono o no e far vedere se l’aumento è dovuto davvero ai bar o ai ristoranti aperti, anche perché ora i contagi sono in aumento e si è capito che non sono i bar a farli aumentare. L’unica soluzione penso sia questa, trovo sia inutile inscenare manifestazioni rischiando delle multe, lo trovo un po’ esagerato”.

Stefano De Gaspari della Taverna del Luppolo di Gallarate: “Non aderirò e a dire la verità non ci ho nemmeno pensato quando sono venuto a sapere di questa iniziativa qualche giorno fa. Innanzitutto non è giusto nei confronti delle tante persone che stanno male, che sono state male e per le quali fa ancora dispiacere pensarci. Poi perché, è vero che magari ci vuole tanto tempo ancora per uscire da questa situazione ma ho fatto tanti sacrifici per un anno e non li butto via adesso mettendo a repentaglio la sicurezza dei miei clienti e mia. Se potessi riapirei domani ed è un dispiacere dover tenere chiuso. Non so se tanti o pochi aderiranno, tutti vorremmo aprire, ma farlo così andando contro le leggi non mi sembra giusto e non riesco a capire. Tra chi aderirà magari c’è anche chi ha l’acqua alla gola e non sa che altro fare e li capisco e non mi sento di dire niente contro, anzi, però la ritengo una cosa più politica. A questa situazione si aggiunge che oggi la crisi di Governo lascia dubbi anche sul fronte ristori, che io ho sempre ricevuto, di cui non mi posso lamentare ed anzi se c’è ne daranno uno ulteriore sarà ben accetto. Per quanto mi riguarda posso dire che le promesse fatte sono state mantenute. Il problema resta sempre uguale, non tanto quanti soldi danno ma per quanto tempo devono bastare. Io spero si possa riaprire presto”.

Laura Paganini
Alessandro Burin

Roberta Sgarriglia

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui