E’ stato un idolo della tifoseria biancorossa per diversi anni, un giocatore poche parole e tanti fatti, perfetto rappresentante di quell’essere uomo e giocatore del nord, glaciale ma efficacissimo a tal punto da diventare caldissimo e letale in tanti momenti del match. Stiamo parlando di Kristjan Kangur che, all’età di 39 anni, riparte dal Kalev Cramo, squadra che per lui fu il trampolino di lancio della sua carriera 20 anni fa.

La squadra di Tallinn, con cui Kangur conquistò ben 5 scudetti, è stato il suo porto di partenza per una carriera di alto profilo che lo ha condotto in giro per l’Europa ed ora diventerà il suo possibile ultimo porto di attracco dopo tante sfide e tante partite. Emozioni, quelle del basket giocato, che però almeno fino al termine della stagione lo occuperanno ancora mentalmente e parecchio anche fisicamente, visto che il Kalev Cramo è impegnato non solo nella PAF League, campionato che unisce le squadre di Estonia e Lettonia dove si configura come una delle favorite al titolo finale, ma anche in Champions League dove è inserita nel gruppo F.

Un’avventura quindi di altissimo profilo e non poteva essere altrimenti per un giocatore che nella sua carriera ha sempre espresso una leadership ed un livello da top, come le sue esperienze non solo a Varese ma anche a Bologna sponda Virtus, Milano e Siena testimoniano, vedasi le vittorie di due scudetti, l’ultimo con la maglia dei toscani poi revocato.

E’ indubbio pensare però che un pezzo del suo cuore Kangur lo abbia lasciato a Varese dove ha passato 5 anni in tre esperienze separate, diverse, ma vissute sulla cresta dell’onda e del cuore dei tifosi biancorossi. La prima tra il 2010 ed il 2012, in cui ha aiutato la squadra a raggiungere per due volte i playoff agli ordini di coach Recalcati, la seconda tra il 2014-2015 e la terza ed ultima tra il 2015 ed il 2017.
Annate in cui Kangur si è sempre dimostrato giocatore di livello, un’ala grande capace di giocare tanto bene nel pitturato quanto essere letale dall’arco nel tiro da tre punti. Tatticamente intelligentissimo, ha rappresentato un baluardo della recente storia biancorossa con tutti gli allenatori da cui è stato allenato ed ora continua ad essere nel cuore di quei tifosi che lo hanno applaudito ed esaltato. Chi come lui entra a far parte della storia biancorossa e contribuisce a scriverla, rimane varesino per sempre.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui