L’alba di un nuovo sogno per l’Olimpo dei dilettanti. La Serie D ci aveva preso tanto gusto a coccolarsi la sua nuova favola in cima al Girone A, la Castellanzese, da dover subito smettere. I neroverdi già accostati alle prime “Foxes” di ranieriana memoria in quel di Leicester. Paragone quanto mai azzeccato dai tifosi che hanno visto materializzarsi i propri pronostici nel tennistico successo con l’allora capolista Gozzano. Sei gol e vetta agganciata. E poi subito salutata, dagli uomini di Mister Mazzoleni, bloccati sul 2-2 a Lavagna.

Si riparte dunque dopo Pasqua, da Saluzzo, a -2 dai cusiani, tra un ghigno e un sospiro rossoblù per un cappotto subito al Provasi che, almeno per ora, ha cambiato ben poco i piani di Soda & co.
Prevedibile? Forse, sì. I bianconeri non aspettavano altro che fare un nuovo sgambetto, riuscito per metà questa volta, ad una capolista – in 4 gare con le attuali prime due della classe la Lavagnese non ha mai perso -. Certo è che non è tutto finito, come non lo era tre giorni fa. I tifosi neroverdi ci credono, anzi Ci Credono. La Castellanzese può vincere il Girone A di Serie D. 

È bene allora spendersi nell’esercizio tanto caro alla mia professoressa di storia delle medie: chiedersi il perché delle cose. Anche se di mezzo c’è lo sport che più di ogni altro fugge e rifugge la razionalità, con buona pace di chi ogni giorno si prodiga in lavagne tattiche e schemi.

Vincere questo Girone è possibile perché lo dicono i numeri. Non mi riferisco alle semplici statistiche di un anno solare, il 2021, che vede la Castellanzese senza rivali nel suo raggruppamento. 42 punti conquistati in 17 gare, otto in più del Gozzano capolista, 13 risultati utili consecutivi bastano per affrescare il quadro di una società in graduale ascesa nella propria categoria. Ma non è tutto quella neroverde è una società vincente per tradizione, soprattutto nelle ultime due decadi targate Alberto Affetti. Nelle ultime sette stagioni nello specifico sono arrivati ben tre salti di categoria: dalla Prima Categoria alla Promozione (2013-14), dalla Promozione all’Eccellenza (2016-17), dall’Eccellenza alla Serie D (2018-19). La tendenza dal 2016 a questa parte dice: ogni due stagioni un passo in avanti. La stagione del Centenario, guarda caso, è la seconda in D per i neroverdi.

La Castellanzese può vincere il Girone perché non ha l’obbligo di farlo. Il filo conduttore della serie di promozioni sopra citate è l’essere sempre partiti senza i favori del pronostico. Agli avvii in pompa magna, ai voli pindarici, ai proclami, il club di via Cadorna ha sempre preferito il rettangolo verde, prendere coscienza della realtà e accattivarsi lo sguardo dei bookie, quasi sempre dalla metà in su. Un ambiente sereno senza pressioni, nemmeno quelle di una tifoseria riconoscente piuttosto che pretenziosa anche perché giovane, i sogni neroverdi possono davvero prendere forma. Ciò non vuol dire accontentarsi, ma godere di un sensibile vantaggio, in una stagione come questa: poter scendere in campo con la mente sgombra. 

L’undici di Achille Mazzoleni ha la mentalità giusta per arrivare in fondo. Quell’essere avidi di punti che il tecnico lecchese ha impiegato qualche mese per instillare nei suoi, sembra ormai un assunto acquisito non solo dagli stomaci quanto più dalle teste dei neroverdi. 

A proposito di “Foxes”, la squadra messa a punto, e poi anche rimaneggiata, da una vecchia volpe del calcio(mercato) professionistico e non, il direttore sportivo Salvatore Asmini, ha capito un concetto basilare ma decisivo: se vuoi vincere è sempre meglio fare un punto che rimanere a bocca asciutta. Tant’è che da dicembre la Castellanzese ha fatto registrare un unico passaggio a vuoto, quello interno con il Sestri Levante, datato 20/01. Badate bene, nella stragrande maggioranza dei casi, per i neroverdi, “risultato utile” equivale a successo. 

La Castellanzese vince gli scontri diretti. A ben vedere i numeri non restituiscono fin qui il minimo fallimento contro le maggiori rivali per la vittoria finale. Battuto il Bra 3-1 in casa, battuto il Pont Donnaz 3-0 in trasferta (con entrambe i neroverdi devono ancora disputare il ritorno). L’unico zero contro una tra le prime quattro in campionato è arrivato nella trasferta di Gozzano. I pensieri di quei tempi erano ben altri, e, mettiamola così, nella sfida di ritorno i neroverdi si sono sfogati a sufficienza. 

Il capocannoniere della categoria è neroverde, si chiama Mario Chessa, lo sapete. Come siete a conoscenza delle 22 reti e gli 8 assist con cui mantiene saldo nelle mani lo scettro di capocannoniere della sua squadra, del suo raggruppamento e dell’intera categoria. Candidato tra i candidati per il Pallone d’Oro Serie D 2020-21, benedetto anche dalla mano di Fantantonio Cassano, Super Mario, ha già battuto ogni record con la maglia della Castellanzese. Con lui, ma non solo con lui, Quando accanto al Mago hai un altro bomber, Roberto Colombo, che ha già timbrato 12 volte il cartellino (sommati con quelli del 7 neroverde sono 34 su 59 messi a segno dalla Castellanzese il miglior attacco del campionato); in panchina, ma solo perché i titolari alla fine devono essere undici, hai altri due che sarebbero titolarissimi ovunque, Corti (6) e Bigotto (4); e devi ancora scoprire Tagliamonte; e nella classifica marcatori puoi contare anche sui difensori, una percentuale più alta di vittoria in campionato è, se non altro, legittima.

E poi la Castellanzese sa ribaltare i risultati. Lo ha fatto più e più volte. Ricordate i primi tempi con Sanremese, Fossano, Arconatese? I finali con Varese e Imperia? Per chi pensa che la Castellanzese lassù sia stato ancora un fuoco D paglia, va detto che forse non poteva presentarsi uno scenario migliore per questa squadra a questo punto della stagione. 11 gare ancora da disputare, 2 soli punti di svantaggio. Uno scenario da ribaltare.

Alessio Colombo

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