Varese e l’Enerxenia Arena sono pronte per riabbracciare la Openjobmetis in una gara ufficiale, quella contro la Dinamo Sassari di mercoledì 8 settembre alle 19:00, secondo atto della Supercoppa Discovery+ per i colori biancorossi dopo la bruciante sconfitta di Cremona di appena 48 ore fa. Una gara, quella del PalaRadi, nella quale Varese non è riuscita ad esprimere al meglio tutto il potenziale offensivo di cui è dotata quest’anno, in attesa della forma migliore di alcuni dei suoi uomini chiave.

Una Supercoppa che sarà importante per amalgamare ed oliare i meccanismi di squadra, in un torneo che ha poco di basket estivo e molto di competizione vera e propria, perchè poi quando ci si gioca un trofeo alla fine tutti vogliono vincere. Un torneo, impostato su 4 gironi con 12 squadre su 16 che si sfideranno in una prima fase a qualificazione, poiché quattro sono già qualificate alla Final Eight di Bologna, che si giocherà dal 18 al 21 settembre (Armani Exchange Milano, Virtus Bologna, Happy Casa Brindi e Carpegna Prosciutto Pesaro).
La fase ad eliminazione diretta incomincerà con i quarti di finale che si disputeranno a partire da sabato 18 settembre con questi accoppiamenti:
Carpegna Prosciutto Pesaro – Vincente Girone A
Happy Casa Brindisi – Vincente Girone B
A|X Armani Exchange Milano – Vincente Girone C
Virtus Segafredo Bologna – Vincente Girone D
Le semifinale, invece, si disputeranno lunedì 20 settembre mentre la finale è in programma per martedì 21 settembre.

A Varese sbarca quindi la Sassari di coach Demis Cavina, orfana del Poz e di Spissu in campo, che ha portato una rivoluzione importante nei suoi effettivi, tenendo sempre ben alto il livello qualitativo della squadra, come mostrato nella vittoria alla prima partita contro Cremona, in cui il duo ex Treviso Logan – Mekowulu, ha già messo in chiaro su chi si baseranno le fortune sarde in questa stagione.

Una coppia a cui si aggiunge la qualità di Clemmons e l’affidabilità dei soliti Bendzius e Burnell, contro cui Varese dovrà cercare di ribattere colpo su colpo per non subire l’altissimo tasso tecnico degli interpreti sardi. La partita si andrà a giocare proprio sulla capacità di Varese di reggere l’urto quanto meno nel reparto lunghi, con il rientro di Caruso, al completo per una Openjobemtis che dovrà trovare risorse importanti non solo da Egbunu e Jones, chiamati per forza di cose a fare un doppio lavoro su Mekowulu cercando di limitarne la verve offensiva, quanto anche dell’ex di turno Sorokas e di Caruso, che dovranno mantenere sempre alto il livello competitivo e lotta a rimbalzo non momento in cui ci sarà il cambio di quintetto per Vertemati.

Sarà una partita nella quale la Openjobmetis dovrà mettere sul parquet prima ancora che un’importante mole offensiva, una grande difesa, alzando decisamente il livello sia di impatto fisico che di pressione sui portatori di palla in maglia Dinamo per cercare di limitare al massimo la proprietà di passaggio di Logan e Clemmons ed in questo, il lavoro di De Nicolao, Wilson e Beane in fase di copertura sarà fondamentale.

Per quanto concerne la fase offensiva, sarà interessante vedere la risposta che Varese saprà dare di fronte ad una squadra fisicamente ben strutturata proprio come lei, per capire quanto il gioco impostato come filosofia di base della nuova stagione, con una ricerca della penetrazione centrale e del tiro da due punti, piuttosto che dalla lunga distanza, potrà essere efficace anche contro una difesa chiusa e solida, di alto livello Europeo, come quella sarda.

Difficile ipotizzare che i biancorossi riescano a mettere in campo un piano partita votato alla corsa ed alla transizione rapida, che sarebbe determinante per attaccare Sassari prima che possa mettersi in difesa schierata, quindi servirà ben altro rispetto al 3/27 dall’arco di Cremona per creare dei grattacapi ai sardi, con Wilson chiamato ad un importante riscatto dopo la brutta prova del PalaRadi e con l’auspicio che Gentile vinca il suo personalissimo derby contro il fratello Stefano, che ben conoscendo Alessandro, cercherà di mettergli i bastoni tra le ruote in ogni modo.

Alessandro Burin

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