Nonostante le enormi aspettative di inizio anno, la prima stagione da allenatore di Andrea Pirlo sta prendendo una piega preoccupante per il club bianconero. Dopo aver abbandonato la Champions League per mano del modesto Porto e dopo aver assistito alla fuga dell’Inter in campionato, la Juventus si trova a dover lottare con Milan, Atalanta, Napoli e Roma per un posto in Champions League.

Ora l’ex centrocampista si gioca tutto nelle prossime due partite (tra l’altro tutt’altro che semplici) con il Torino nel derby e con il Napoli nel recupero. Fino a questo momento il cammino della Juventus è a dir poco deludente. Il tecnico sulla panchina dei bianconeri ha vinto soltanto 16 partite di campionato su 27, ha 14 punti in meno rispetto a un anno fa, pesa l’eliminazione dalla Champions agli ottavi contro il Porto e il Napoli si è pericolosamente avvicinato in ottica quarto posto.
Ed anche il confronto con i tecnici che l’hanno preceduto è impietoso: Meno 20 punti rispetto all’ultima Juventus di Max Allegri (2018-19) e meno 14 rispetto alla Juve di Maurizio Sarri (al netto di una partita ancora da recuperare). Dopo 28 giornate di Serie A, la differenza fra la squadra di Andrea Pirlo e le due Juve che l’hanno preceduta è questa. Una distanza abissale, che ci dà un’indicazione ormai quasi definitiva: i bianconeri quest’anno con tutta probabilità non vinceranno lo scudetto.

Cosa manca a questa squadra?

Difficile puntare il dito contro un solo responsabile. Al momento quel che è certo è che alla Juventus manca la brillantezza fisica e manca Paulo Dybala che figura nella lista degli indisponibili da troppo tempo. Due gol e due assist in questo campionato. Su un totale di undici partite giocate: è l’apporto, finora, dell’argentino alla stagione della Juventus. Minimo, causa infortuni, soprattutto se lo si paragona con le sue annate precedenti. In qualsiasi stagione, alla 28^ giornata di campionato, Dybala aveva garantito ben altri numeri alla sua squadra. Anche nella più sfortunata, il 2018/2019: a questo punto del campionato, aveva portato in dote quattro gol e due assist. Persino nella prima, 2015/2016, quella dell’ambientamento: un gol, ma sei assist. Improbo il paragone con altre edizioni della Serie A. Quelle in cui Dybala ha dato il massimo: otto e cinque assist alla 28^ giornata del campionato 2016/2017, diciassette reti e tre assist nel 2017/2018, nove gol e nove passaggi decisivi nel 2019/2020.
Dybala inoltre è stato, negli anni, catalizzatore e ispiratore del gioco bianconero. Se non segnava, faceva girare palla, scendeva a dare fluidità alla manovra, conquistava punizioni che poi magari non sempre riusciva a battere. È stato quasi sempre decisivo negli ultimi anni, spesso anche più di Ronaldo: al termine dello scorso campionato, per esempio, l Lega Serie A lo ha premiato come miglior calciatore in assoluto. Il suo futuro è nebuloso, ma questo è un altro discorso e probabilmente anche l’ennesimo errore che la Juve potrebbe evitarsi.

Il futuro

Quale futuro per la Juventus, dunque, se dovesse saltare Pirlo? È impossibile scartare a prescindere un Allegri-bis, per quanto complicato in questo momento con Max ora fortemente tentato dall’ipotesi Roma. Così come non si può mai scartare l’ipotesi Zidane se poi il tecnico francese dovesse lasciare il Real. Scendendo dalla voce dei sogni dei tifosi e risalendo su quella degli obiettivi, un’opzione resta quella che conduce a Simone Inzaghi: il tecnico della Lazio è vicino al rinnovo ma se la Juve dovesse affondare il colpo dopo i sondaggi delle passate stagioni allora sarebbe difficile dirle di no. L’età non gioca a suo favore, ma pure Gasperini rappresenta un’opzione sotto stretta osservazione, soprattutto nel caso in cui si dovesse puntare tutto sui giovani e su una Juve senza Ronaldo. Gode di grande stima nella dirigenza anche Mihajlovic, in passato finito più volte nella shortlist della dirigenza bianconera. Viaggia spedito verso il Mondiale dopo gli Europei invece Mancini, nome comunque rimbalzato in queste ore. E sulla piazza c’è sempre Spalletti, il più classico degli usati sicuri con una incredibile voglia di riscatto dopo il benservito ricevuto due anni fa dall’Inter.

Tutti nomi che potrebbero dare una svolta ad una squadra fortissima, ma che ha bisogno di un allenatore navigato per poter tornare a dominare in Italia e tentare di vincere anche in Europa, cosa che non succede da troppi anni ormai.

Redazione

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