La campagna acquisti della Openjobmetis Varese appena conclusa ha portato in dote una squadra nettamente più fisica e strutturata rispetto alla passata stagione.
Una scelta, quella dei biancorossi di puntare su giocatori fisicamente importanti, che va in continuità con quello che è ormai un trend sempre più ricorrente nella pallacanestro italiana e non solo.
La possibilità di avere in tutti i ruoli, a partire dal playmaker, una squadra che in quasi tutti i suoi interpreti presenta una forte prestanza fisica, darà sicuramente la possibilità a Vertemati di lavorare in difesa puntando sulla densità, la chiusura dell’area e gli uno contro uno dove difficilmente i suoi pagheranno il gap fisico.
Se questa nuova impostazione di squadra, con l’altezza media dei 7 nuovi acquisti che si stanza sui 200 cm, contando Egbunu come uno di questi, darà molto giovamento soprattutto nei ruoli di 1,2,3, creando una versatilità importante in fase difensiva, con accoppiamenti interscambiabili e dove Varese potrà vivere di rendita a livello di confronto fisico con diversi playmaker, guardie ed ali piccole avversarie, è soprattutto nel pitturato e sotto canestro che i biancorossi hanno fatto un upgrade decisivo rispetto allo scorso anno.
Si suol dire che sbagliando si impara e Varese pare, almeno sulla carta, aver capito gli errori della scorsa stagione, passata a cercare un punto di appoggio di levatura e stazza per sostenere Luis Scola, soprattutto nei compiti difensivi.
Il quartetto Jones, Sorokas, Egbunu e Caruso, costruito in questo mercato, è chiaro che offensivamente non trova un singolo che possa replicare le assurde medie del campione di Buenos Aires, ma è volto a cercare di creare una comunione di punti e soprattutto sostegno difensivo, decisiva poi nel corso della stagione.
Il fatto di non essere più legati ad un solo terminale offensivo sotto il ferro aveva già mostrato i suoi frutti nei mesi in cui proprio Egbunu, arrivato nella Città Giardino, riuscì a togliere un po’ di peso a Scola, liberandolo dal continuo e sistematico raddoppio difensivo avversario, oltre che sostenendolo nella lotta a rimbalzo e negli scontri nel pitturato, dando più equilibrio alla squadra.
Vertemati non avrà solo due giocatori a sgomitare in mezzo all’area ma ne avrà ben 4, per caratteristiche tutti interscambiabili nel gioco delle coppie del ruolo, con Jones e Sorokas capaci di dare si sostanza in difesa ma soprattutto efficacia e pericolosità in attacco, nel gioco in post ma anche con il tiro dalla lunga distanza, mentre Egbunu e Caruso dovranno essere bravi a non mostrare quelle lacune che la giovane età si porta con se, con il lungo nigeriano più strutturato fisicamente e chiamato a fungere da baluardo difensivo della squadra, in un ruolo di equilibratore tra fase offensiva e difensiva che John ha dimostrato di saper fare bene, soprattutto nel lavoro di copertura delle penetrazioni centrali avversarie.
Caruso dovrà invece sfruttare il tanto atletismo e le doti tecniche che si ritrova, soprattutto per quanto riguarda la pericolosità offensiva, con un tiro da tre punti tutt’altro che disdicevole, per sopperire al gap fisico che contro i lunghi esperti del campionato potrebbe pagare in particolare nei primi mesi.
Qualità e caratteristiche dei singoli che lasciano pensare a come il gioco rivolto alla ricerca spasmodica del tiro dalla lunga distanza sia ormai solo un ricordo, grazie alla possibilità di creare situazione di pick and roll e pick and pop favorevoli, con Kell, Beane e Gentile che si troveranno a turno in campo due giocatori pronti a creargli spazio per le penetrazioni con blocchi di un certo spessore, per una pericolosità offensiva difficilmente decifrabile per le difese avversarie.
L’arma del tiro pesante sarà sempre pronta in canna, soprattutto con Wilson sul parquet, ma sarà alternativa al tiro da due punti, troppo poco sfruttato lo scorso anno e fondamentale decisivo per una squadra che fa della prestanza fisica una delle sue qualità principali.
Alessandro Burin