Chiusa una porta si apre un portone, si suol dire in questi casi, e ciò che esce dall’incontro informale avuto stamane con la nuova-vecchia dirigenza varesina è un quadro di unione, comunità d’intenti, serenità ed idee ben chiare su cosa si debba fare nel futuro, che poi è anche il presente. La tempesta societaria portata dalle dimissioni di Conti sembra essere stata assorbita, mentre quella sul campo attende risposte confortanti già da domenica.
Il nuovo quadro operativo di Pallacanestro Varese è chiaro, con un nuovo riassetto nel quale tutti hanno un compito ben preciso e definito, con maggiori compiti e responsabilità: Max Ferraiuolo ricopre tutte quelle situazioni che si sviluppano tra giocatori, staff e società, Mario Oioli si occupa della parte burocratica e dei regolamenti e Luis Scola, oltre al ruolo di consigliere e uomo molto vicino alla prima squadra, assume in maniera ancora più totale il lavoro a livello di sponsorizzazioni e marketing.
Oltre a loro, c’è il resto del lavoro del CdA, l’importanza di chi opera negli uffici del Lino Oldrini in un lavoro di squadra che in questo momento va pareggiato con quello che si vede sul campo tutte le domeniche, perché l’importanza di una società, quale la Pallacanestro Varese, passa anche da questo.
Ogni parola e ogni giudizio viene soppesato dai risultati del campo, ma la certezza di un programma quinquennale che ha basi solidissime è già motivo per respirar dopo gli ultimi giorni passati in apnea. Scola rimarrà in società anche in caso di retrocessione e nulla cambierà in quel piano basato sulla crescita organica e sostenibile che El General ha in mente e di cui potrebbe diventare ancora più figura di riferimento dalla prossima estate quando avrà una prima opzione di ingresso a livello di rilevamento quote societarie. Ma questi ad oggi sono altri discorsi.
Proprio il campione argentino ci tiene a sottolineare alcune cose importanti, in quella che dovrà essere la visione della Pallacanestro Varese da qui in avanti: “Il nuovo riassetto societario che abbiamo oggi è stato strutturato per compensare a quanto è accaduto in settimana e per portare al termine al meglio la stagione. Eventuali valutazioni su quella che sarà poi una riorganizzazione societaria saranno valutati a fine anno. Ad oggi non cambia molto rispetto a quello che facevamo con Andrea prima. Chiaramente ognuno di noi ha maggiori responsabilità, ma ciò che conta è lo spirito con cui andremo a lavorare ogni giorno in palestra. Sappiamo che i tifosi oggi non sono contenti della situazione, hanno ragione, come loro anche i giocatori e lo staff tecnico sono delusi e vogliono fare meglio, ma non si può cambiare il passato, dobbiamo solo guardare al futuro cercando di fare sempre il meglio. La realtà di Varese è importante, ci sono tante risorse da cui poter attingere per crescere, perché ci sono ampissimi margini di miglioramento, ma vanno coordinate bene ed unite insieme più di quanto non sia ora. Per funzionare bene una società non ha bisogno di molte parole, quanto di fatti. Noi siamo uniti e speriamo che da oggi, avendo aperto una nuova porta, si costruisca e si scriva un capitolo nuovo della Pallacanestro Varese, nel quale giocatori e allenatore sono i protagonisti principali ed indiscussi”.
Se quindi ora Scola avrà anche un ruolo che lo allontanerà un po’ dalle questioni prettamente di campo. L’uomo di riferimento che vivrà la squadra al 100%, come d’altronde faceva già prima, sarà Massimo Ferraiuolo: “Innanzitutto voglio ringraziare Luis per aver dato fiducia a tutte quelle persone che lavorano qui ed aver scelto questa linea per andare avanti, valorizzando le risorse già presenti – spiega Ferraiuolo -. Ora sta a noi tutti dare una risposta positiva a lui, facendo del nostro meglio quotidianamente. Il suo è un programma ambizioso, che vogliamo perseguire in tutto e per tutto e che va al di là del momento presente, che è importante e complicato. Voglio chiarire che squadra e staff possono e devono lavorare in serenità, per ora non c’è alcun intenzione di un cambio. Dobbiamo trovare il modo di uscire da questo momento tutti insieme. Soluzioni alternative al lavoro in palestra con determinazione ed impegno non ce ne sono e serve anche un po’ di positività intorno ad un gruppo che deve rialzarsi”.
Il concetto, quello della società sopra le difficoltà, su cui si focalizza molto anche Oioli che di queste situazioni ne ha vissute parecchie negli ultimi anni: “Quello che è successo negli ultimi giorni è una situazione che a Varese abbiamo vissuto spesso negli ultimi anni a livello di cambi dirigenziali. In questi momenti ci vuole molta unità ed andare avanti lavorando. A Varese abbiamo una realtà importante, di spicco, un modus operandi che deve continuare a distinguerci in quella che è l’immagine del club anche al di fuori, nonostante quelli che possano essere i risultati del campo, perché una società non viene solo valutata in base a questo. C’è molto altro, dobbiamo metterlo in evidenza e far sì che questo sia motore per lo sviluppo delle prossime settimane e mesi”.
Alessandro Burin