Nei numeri (come sempre), l’attuale dimensione della Pro Patria. Cioè quella di una squadra (spesso) incapace di gestire i 90’ di gara. Con il gol da 3 punti subito sabato al 94’ dal Fiorenzuola a rappresentare solo l’ultimo episodio di una serie diventata ormai tratto distintivo.

A seguire solo alcune delle tendenze della formazione di Prina: 
– 11 reti fatte (7 nel primo, 4 nel secondo tempo), 17 subite (5/12) con un differenziale di +2 nei primi 45’ e -8 nei secondi (-9 solo nell’ultima mezz’ora con 2 fatte e ben 11 al passivo); 

– delle 17 reti subite, 8 (quasi la metà) sono arrivate negli ultimi 15’, 6 (oltre un terzo) negli ultimi 5’ o recupero. Nel dettaglio, 3 di quei 6 gol sono costati 5 punti (2 a Piacenza, 2 con la Giana e 1 con il Fiorenzuola). Con Trento e Lecco il risultato era invece già acquisito;

– spacchettando per quarti d’ora, i bustocchi sono pari nei primi 15’ (3 fatte e 3 subite), idem tra il 16’ e il 30’ (una fatta e una subita), a +2 prima dell’intervallo (3 fatte e una subita), +1 ad inizio ripresa (2 fatte e una subita), -3 dal 61’ al 75’ (0 fatte e 3 subite) e addirittura a -6 dal 76’ al 90’ (2 fatte e 8 subite). I biancoblu cominciano discretamente, proseguono meglio ma chiudono malissimo;      

– se le gare fossero terminate al 45’ la Pro Patria avrebbe 20 punti (+6 rispetto ai 14 reali). Solo a Legnago il risultato finale (vittoria 3-2) è stato migliore di quello a metà gara (pari 2-2);

– per 6 volte la Pro Patria si è fatta rimontare un vantaggio (2 per perdere la partita con AlbinoLeffe e Padova). In sole 2 circostanze (Pro Sesto e Legnago) è successo il contrario. Con i veneti il gioco di sorpassi e controsorpassi ha portato ai 3 punti.

Ok, la finiamo qua onde evitare nausea da statistica. Resta il dato politico. Da leggere in filigrana presupponendo varie chiavi interpretative. La prima (più superficiale), attiene ad infortuni ed assenze. Soprattutto nel reparto avanzato. Indisponibilità che hanno ridotto alternative e rotazioni nel bouquet di Prina. Anche se (paradossalmente), proprio una delle 2 rimonte (Pro Sesto) è stata messa a segno in contumacia di 4 delle 5 punte in rosa. Come dire che la spiegazione non può essere solo e soltanto quella. E sabato, pur in presenza di 10 giocatori in panca, il Biellese 2 non è andato oltre i 2 cambi (solo uno prima del 75’).
La seconda chiave interpretativa è invece strategica. E riguarda la capacità biancoblu di gestire ritmi, possesso, presenza nella metà campo avversaria. Nel senso che se c’è la consapevolezza di avere difficoltà a stare dentro alla partita per 90’ (vai a sapere se per ragioni atletiche, tecniche, nervose, emotive o banalmente di attenzione), beh, allora meglio prenderne atto cercando di spalmare la prestazione in maniera diversa. Perché 3 punti sono meglio di uno. Ma uno è sempre meglio di niente.       

Giovanni Castiglioni

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui