Il tema della riapertura dei palazzetti, che essi siano di pallacanestro o di volley, sta coinvolgendo la vita di questi due movimenti in maniera viscerale ormai da qualche settimana. Dopo due anni praticamente di vita delle società senza incassi da botteghino, in una situazione straziante a livello economico e di quadratura dei bilanci, le Leghe di riferimento richiedono a gran voce la possibilità di poter ampliare ancora di più l’attuale percentuale di capienza, fissata al 35% del totale di ogni impianto.

Una richiesta, una presa di posizione che, per quanto concerne la pallacanestro, è stata ribadita con forza nell’ultima Assemblea di Lega di mercoledì, nella quale, ancora una volta, è uscita la ferma volontà di club ed organo istituzionale, di richiedere l’ampliamento della capienza a fronte di norme e regole di sicurezza super protettive nei confronti dei tifosi.

L’ipotesi da cui parte la Lega Basket e con essa i club aderenti, è quella di puntare in maniera chiara e netta sull’apertura degli impianti ai soli possessori di Green Pass, che all’interno della struttura mantengano comunque in maniera obbligatoria l’utilizzo della mascherina.

Una doppia misura di sicurezza che, in concerto con la campagna vaccinale e con le riaperture di molti luoghi della vita quotidiana legati all’utilizzo del Green Pass, permetterebbe ai tifosi di vivere l’evento sportivo in assoluta sicurezza. Un tema chiaro e preciso, per portare quanto meno a parità la capienza degli impianti al chiuso con quelli degli sport all’aperto, vedasi oggi il calcio che ha la percentuale fissata al 50% ma che con queste norme non trova controindicazioni nemmeno per una riapertura totale al 100%.

Ad oggi però il Governo non sta mandando segnali di apertura in questo senso, con quella di mercoledì si contano ormai quasi sulla dita di una mano le assemblee di LBA da cui è uscita la richiesta di ascolto e di aiuto, poi finita nel dimenticatoio. Una richiesta che non dovrebbe assolutamente arrivare al gesto estremo dello sciopero per la prima giornata di Serie A, fissata nel weekend del 25-26 settembre.

Ad oggi solo due società delle 16 del maggior campionato professionistico del nostro paese sarebbero a favore dello sciopero, azione che viene ritenute invece dalle altre realtà poco utile a smuovere una situazione ferma nelle stanze dei bottoni della politica, impegnata in altre urgenze al momento, come può essere la riapertura delle scuole.

In tutto questo, nemmeno l’esperimento riapertura in Supercoppa agevola la richiesta di ampliamento della percentuale di capienza dei club, vista la poca affluenza ai palazzetti del pubblico in queste prime giornate della competizione. Giusto per fare un esempio, nella sfida tra Vanoli Cremona e Openjobmetis Varese di lunedì scorso, i tifosi presenti al PalaRadi erano 300, a fronte di una disponibilità di posti che superava i 1000. Stesso discorso per la gara dei biancorossi in casa contro Sassari mercoledì, dove a fronte di una possibile accoglienza di 1600 tifosi più o meno, quelli paganti alla fine sono risultati 600.

Così come a Cremona e Varese anche in altre realtà italiane si è verificato questo fenomeno, legato al fatto che la gente, il pubblico, abbia bisogno di tempo per riabituarsi a tornare ai palazzetti, quasi in una sorta di rieducazione a vivere l’evento dal vivo e non da dietro la televisione.

Dati che intanto non agevolano la richiesta della LBA e non fanno altro che allontanare ancora di più il possibile ampliamento delle strutture in vista dell’inizio del campionato, portando lo spettro di un’altra stagione a ricavi molto bassi alla voce botteghino, una delle più importanti per le realtà cestistiche, per un ulteriore danno economico molto difficile da affrontare.

Questo il comunicato della Lega Basket dopo l’ultima assemblea:

La Assemblea della Lega Basket che si è riunita oggi in video conferenza ha ribadito la linea già espressa in più occasioni in merito alla richiesta al Governo di rivedere il limite di capienza del 35% attualmente previsto per i palasport, confermando la assoluta necessità di giungere prima possibile ad una apertura totale degli impianti al chiuso per i possessori del Green Pass. Il perdurare di queste limitazioni, associato al progressivo aumento delle vaccinazioni e dell’estensione dell’obbligo del Green Pass a un numero sempre maggiore di settori della vita del paese, continuerebbe a veicolare un messaggio sbagliato sulla efficacia di questi strumenti per il definitivo superamento della emergenza sanitaria. I club di Serie A si rendono conto di come nell’agenda del paese esistano al momento altre importanti priorità, a partire dall’apertura delle scuole già la prossima settimana, che non consentono di affrontare con la necessaria attenzione il problema della limitata capienza dei palasport e delle gravi conseguenze causate dal suo perdurare che mettono a serio rischio la sopravvivenza delle stesse società. Ciononostante, la Lega Basket proseguirà nella sua quotidiana interazione con il Governo e le Istituzioni, sportive e non, con l’obiettivo di ottenere, nel tempo, la completa riapertura degli impianti, anche attraverso un percorso graduale, alla luce di quanto già avviene in altri paesi europei. I club si sono riservati di rivalutare la situazione prossimamente, nella attesa di auspicati provvedimenti che il Governo potrebbe assumere, continuando al contempo a sottolineare come il mantenimento delle attuali restrizioni di capienza renda oltremodo problematico l’inizio del campionato.

Alessandro Burin

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