L’Enerxenia Arena di Masnago, per un pomeriggio, si trasforma in un parco di divertimenti e, sulle montagne russe che si sviluppano al suo interno, è la Openjobmetis a sedere nel seggiolino davanti all’ultimo giro della morte, vincendo per 110-105 contro la Vanoli Cremona dopo due over-time.
Una partita al cardiopalma per chi era la palazzetto e per chi l’ha vissuta da casa, una gara leggendaria e probabilmente la più bella di questo campionato finora, fatta di sorpassi e controsorpassi continui, di colpi di scena inaspettati come il canestro di uno Strautins abulico fino all’ultimo secondo di gara quando regala ai suoi la possibilità di andare al supplementare con un canestro insperato.

Grazie a questo successo Varese riapre il discorso salvezza. La truppa di Bulleri nel giro di una settimana, dalla sconfitta nel derby, rimette tutto in parità per quanto riguarda la lotta per rimanere in Serie A, vincendo due gare assolutamente non scontate con Brindisi e Cremona.
Quella contro la Vanoli è la stata la partita sì del cuore, ma anche tanto della tecnica, della conferma di un’identità ritrovata e di una convinzione che non scema mai, neanche nei momenti più difficili. E’ proprio qui che i Bullo’s Boys hanno fatto scattare qualcosa dopo la sconfitta nel derby che, invece di affossare la squadra, sembra aver tirato fuori tutto l’orgoglio ed il cuore di questo gruppo.

Così, contro Cremona, Varese vince grazie ad una superlativa prova di gruppo e soprattutto grazie al trio Scola-Beane- Douglas capace di segnare a referto ben 74 punti sui 110 finali. L’ex Roma, senza nulla togliere alla straordinaria prestazione di El General da 30 punti e 10 rimbalzi, si porta a casa la palma di MVP grazie alla miglior prestazione da quando è arrivato in Italia, con 27 punti ed un 5/9 da tre pesantissimo per lui che ad oggi era 1/10 in maglia biancorossa.

Varese vince la sfida sia negli episodi, come le triple pesanti come macigni nei momenti chiave dell’uomo dei ghiacci cresciuto nel segno dell’idolo Nowitzki, quell’Ingus Jakovics da 13 punti, tornato ad essere giocatore dal peso specifico determinante, caratteristica che lo aveva contraddistinto lo scorso anno, sia nella lotta fisica contro Cremona. Ed è questo il dato più interessante.
Come con Brindisi, Varese non dà mai l’idea di essere a corto di energie, anzi con l’andare dei minuti i biancorossi riescono a mantenere ritmo ed intensità, condizioni determinanti per poter superare la Vanoli in quelle situazioni chiave della gara, vedasi le sole 11 palle perse in 50 minuti di gara, frutto di un’ottima prova di Ruzzier, sia di un assetto di squadra che nei tre piccoli in campo ha trovato la sua stabilità, sia nella lotta a rimbalzo.

Ed è proprio questa la statistica forse più rilevante della ritrovata condizione psico-fisica di una squadra uscita da un mese di covid rigenerata nella mente e nel corpo. Pare un grandissimo controsenso dirlo, ma tale è la situazione, per una Openjobemtis che fa registrare un 59 a 45 sotto il ferro, con 16 rimbalzi offensivi, record stagionale eguagliato, e che dimostrano come i biancorossi abbiano forse finalmente superato uno dei problemi finora irrisolti di questa stagione.
La prova corale di altissimo livello porta Varese a 10 punti in classifica, a sole due lunghezze dal gruppone di squadre che sono ferme a 12, rilanciandosi completamente in un campionato ora tutto da giocare, con ancora due gare per Varese da recuperare e con la possibilità di ritrovarsi a San Valentino in ben altre acque rispetto all’ultimo posto in classifica.
Ora per Varese arriva la trasferta di Brescia, da preparare sulle ali dell’entusiasmo dopo una domenica di ordinaria follia che lascia l’entusiasmo e l’adrenalina di una vittoria unica e con il solo rimpianto di non aver avuto un palazzetto pieno, che in occasioni come questa, siamo certi sarebbe esploso in un tripudio generale.

Alessandro Burin

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