La LND ha avviato l’iter per riconoscere l’Eccellenza come campionato di interesse nazionale. Ciò significa che la stagione 2020/2021 potrebbe ripartire appena possibile, purché vengano adottati i protocolli in vigore per la Serie D. La ripresa si fa dunque più vicina, ma restano da risolvere alcune questioni fondamentali, tra cui un eventuale sostegno economico da parte della FIGC e la definizione di un nuovo format con blocco delle retrocessioni e mantenimento della categoria per i club che decidano di non tornare in campo. Ecco i commenti raccolti tra alcune società della nostra provincia.

Massimo Foghinazzi, presidente del Gavirate: “Siamo favorevoli alla ripresa e ovviamente adesso aspettiamo che si sappiano un po’ tutti i dettagli. Dopo l’assemblea elettiva in corso a Roma arriveranno altre novità e ci sarà da capire quale sarà l’aiuto economico da parte della Federazione e della Regione. Siamo società dilettantistiche e sostenere le spese straordinarie non è semplice. Se ci verranno incontro, ci faremo trovare pronti perché dobbiamo anche cercare di reagire, nel rispetto delle norme e della salute di tutti, per riprendere a vivere una vita normale. Infatti, stiamo anche ripartendo con gli allenamenti individuali del settore giovanile e faremo sessioni al sabato e alla domenica, dai più piccoli agli Allievi, con la giusta cautela. Poi quando sapremo qualcosa di più e avremo certezze, ripartiremo anche con la prima squadra”.

Alberto Brovelli, presidente della Sestese: “Era nell’aria, ma le notizie sono ancora un po’ confuse. Anche il CONI dovrà decretare che siamo di interesse nazionale e i comitati delle varie regioni dovranno determinare il format. Per ora sappiamo troppo poco, solo che c’è questo intendimento da parte di Roma di cercare di far ripartire l’Eccellenza. Tutti noi presidenti vorremo iniziare il più presto possibile, perché se abbiamo iscritto la squadra al campionato è perché vogliamo giocare, ma bisogna capire quali saranno le condizioni. Il problema del protocollo mi preoccupa abbastanza, al di là dei costi, anche sotto l’aspetto logistico. Per alcune società sarebbe abbastanza duro da rispettare, perché dopotutto siamo di Eccellenza, non professionisti, quindi dobbiamo ragionare su tutto e mi auguro che da Roma arrivi un contributo per i tamponi che andrebbero fatti settimanalmente. Poi bisogna anche capire se si giocherà solo l’andata o anche il ritorno e quando si riprenderebbe effettivamente. Per ora aspettiamo di ricevere notizie confortanti e che ci siano le condizioni per giocare in sicurezza. Se ci saranno, partiremo. Voglio che i miei ragazzi giochino, ma senza mettere a rischio la salute e le proprie attività, perché se qualcuno dovesse contagiarsi e finire in quarantena non potrebbe andare a scuola o al lavoro. Nella prima riunione con Tavecchio avevamo detto di no alla proposta fatta da alcune società che volevano giocare a qualsiasi costo, anche facendo piccoli gironi tra di loro. Dal punto di vista sportivo non mi sembrava la strada corretta perché andava a favorire solo i club più attrezzati. Se invece si partisse con la proposta di Tavecchio di giocare da aprile e giugno, con un format che prevede un vincitore finale, mi sembrerebbe giusto dare ai ragazzi questa possibilità per non tenerli fermi altri tre mesi”.

Pietro Barbarito, presidente del Verbano: “Io resto sempre della mia idea che è una follia riprendere, perché i dati scientifici non ci danno morale. La situazione sanitaria è quella di prima: non abbiamo avuto un abbassamento della curva dei contagi e ci sono ancora decessi. In Serie A, dove fanno i tamponi ogni tre giorni, tanti giocatori risultano positivi, quindi possiamo immaginare cosa potrebbe succedere nei dilettanti. Io penso che sia assurdo mettere a repentaglio la salute delle persone e un’altra follia sarebbe adottare il protocollo della serie D, perché è vero che ci sono società ricche, ma anche altre normalissime che fanno questa categoria con passione, e non sarebbe giusto che debbano accollarsi tutte le spese. Se così fosse, vuol dire che non hanno rispetto per i dilettanti. Dicono anche che si può decidere di non partecipare e che non ci saranno retrocessioni: allora che senso ha? Una società normale potrebbe far giocare la Juniores a costo zero. Se invece daranno un contributo sia per i tamponi che per le sanificazioni, allora sarà tutto da vedere. Ma fare questo protocollo non è facile e non tutte le società potrebbero avere strutture adeguate. Ad esempio, se chiedessero un determinato numero di spogliatoi e una società non li ha, come potrebbe rischiare di ripartire? Aspettiamo di capire come sarà il protocollo e penso che in questi giorni decideranno anche come sarà il campionato e quando far recuperare le partite”.

Franco Tosca, direttore generale della Vergiatese: “Aspettiamo l’ufficialità e vedremo cosa decideranno a Roma, come sarà il format del campionato e in che condizioni ci faranno ripartire, per poi muoverci di conseguenza. Il nostro primo ‘no’ alla riunione con Tavecchio era dipeso dal fatto che volevamo prima capire cosa c’era da fare. La voglia di riprendere c’è, come penso che ci sia per tutti. Se si adottano i protocolli della Serie D e ci pagano i tamponi ogni settimana, secondo me si può andare avanti così fino alla fine della stagione. Penso che la strada sia quella”.

Silvia Alabardi

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