L’avventura di Manuel Romeo al Città di Varese non era certo iniziata nel migliore dei modi, ma del resto nella prima parte del campionato è andato praticamente tutto storto ai biancorossi. Poi la svolta: Romeo comincia ad acquisire minutaggio, si prende il posto in mezzo al campo dove forma una coppia inamovibile con Gazo, e il suo gol contro il Derthona ha regalato al Varese il primo di tre successi consecutivi. “Sto senz’altro vivendo un momento positivo – conferma il centrocampista biancorosso – . A inizio stagione, complice un gruppo e una società nuova, abbiamo avuto inevitabili difficoltà e io sono stato costretto a saltare tutte le amichevoli del precampionato a causa di un infortunio. Non mi sono dato per vinto, mi sono sempre allenato nel modo giusto e il lavoro costante ha ripagato perché mi sono conquistato un posto da titolare”.

Dal gol di Tortona sembra che tu abbia messo il piede sull’acceleratore e sei sempre tra i migliori in campo; è scattato qualcosa da quel giorno?
“In realtà mi sentivo in forma fin dal mio rientro; purtroppo Sassarini non ha avuto il tempo di valutarmi proprio perché ho saltato tutta la preparazione, ma sono convinto che anche con lui mi sarei ritagliato il mio spazio. Con mister Rossi sono invece riuscito a giocare con continuità, ho raggiunto la condizione migliore, e credo che il gol abbia ripagato i miei sforzi”.

A proposito di quella partita, cosa ha significato per il Città di Varese?
“Tortona è stato un punto di passaggio fondamentale per la nostra risalita perché sono arrivati tre punti pesanti contro una diretta concorrente. Da lì siamo riusciti a dare un altro seguito al campionato visto che ne abbiamo vinte altre due e, in generale, abbiamo trovato continuità nei risultati”.

È stato difficile far fronte alle tante critiche del girone d’andata?
“Le critiche fanno parte del gioco e a fronte dei risultati erano giuste, ma noi sapevamo di non valere l’ultimo posto in classifica. Io dico sempre che quando si perde ma si ha la coscienza a posto perché si è dato tutto per la squadra non c’è da stare male; poi ovvio che vincere fa piacere a tutti, ma un giocatore non deve farsi condizionare dalle critiche dei social. Se ci fosse stato lo Stadio aperto probabilmente sarebbe stato diverso soprattutto per i più giovani: ho giocato in piazze calde e quando perdi davanti a 2000 persone si può andare in difficoltà”.

Quanta pressione si sente indossando la maglia del Varese?
“Hai una responsabilità in più perché rappresenti una città che vive di calcio. L’umore delle persone dipende anche dal risultato che fa la squadra”.

Qual è la squadra che ti ha più impressionato?
“Folgore Caratese e Sanremese mi hanno dato l’idea di essere squadre ben organizzate che, più delle altre, sapevano cosa fare e avevano idee chiare”.

Qual è l’avversario più forte che hai incontrato?
“Dico Chessa per citare un mio ex compagno: con lui ho trascorso un anno bellissimo a Lecco da fuoriquota. Al momento è là in cima alla classifica marcatori e se lo merita”.

Il tuo idolo?
“Senza andare troppo in là nel tempo dico Barella: per il ruolo, per le sue caratteristiche e per la sua grinta non posso che avere lui come punto di riferimento”.

Mister Rossi ha elogiato la tua intesa con Gazo, come ti trovi con lui?
“Prima del calciatore c’è la persona: è un ragazzo speciale dal punto di vista umano e quindi non posso che non trovarmi benissimo sotto tutti i punti di vista. Lo stesso discorso vale sul campo perché quando giochiamo a due siamo complementari in tutto”.

Contro la Caronnese ti abbiamo però visto in un centrocampo a tre con Rinaldi; come ti sei trovato con lui?
“Conoscevo già le sue qualità e domenica ha dimostrato di che pasta è fatto. Con il cambio di modulo sono tornato a giocare mezzala, ruolo che non ricoprivo da un po’: in questa posizione si è meno nel vivo dell’azione perché passano meno palloni tra i piedi”.

È una soluzione che ti piacerebbe riprovare in futuro oppure ti trovi meglio a due?
“Ultimamente mi stavo trovando molto bene a due proprio perché, in virtù del discorso precedente, ho la possibilità di toccare molti più palloni e cambia anche la prospettiva di gioco perché ho più visuale di campo. Devo dire che è un ruolo che mi piace molto fare, ma per il bene della squadra sono disposto a giocare anche a tre”.

Tralasciando il centrocampo, nelle ultime partite si è visto con maggiore continuità là davanti un certo Ebagua; cosa ha portato alla squadra il suo ritorno in biancorosso?
“Sicuramente ha portato quel briciolo di esperienza che mancava, non solo la domenica ma soprattutto durante la settimana: ha giocato in categorie importanti e tanti ragazzi si devono ispirare a ciò che ha fatto. A livello tattico ci dà una mano molto importante perché se c’è da far salire la squadra lo fa fare. E poi ha giocato due partite dall’inizio e ha fatto due gol, quindi…”.

Domenica c’è il Fossano: quanto è importante questa partita? C’è il rischio di sottovalutarla?
“Ovviamente non possiamo sottovalutare il Fossano: arrivano da tante sconfitte e avranno una fame di punti importante. Noi, invece, dobbiamo confermare quel poco che ci siamo guadagnati in queste ultime partite. Sappiamo che è un crocevia fondamentale per il nostro cammino perché con una vittoria potremmo agganciarci al gruppetto di squadre immediatamente sopra di noi. Bisogna vincerla senza rischiare di perderla”.

Tra l’altro domenica non ci sarà Gazo al tuo fianco; che partita ti aspetti?
“È una perdita importante per noi però abbiamo tutta la settimana per preparare al meglio la partita e arriveremo a domenica con la convinzione e la condizione ottimale per prenderci i tre punti”.

All’Ossola finora c’è stata solo una vittoria; che sensazioni avete avuto nel vincere “a casa” e spezzare quella che sembrava una maledizione?
“Come tutte le vittorie, quei momenti sono quelli più belli. Ci si immagina sempre di essere in quello stadio con tante persone a gioire insieme alla squadra. Purtroppo sono capitato a Varese in quest’anno particolare, con gli stadi chiusi, ma spero di poter rivivere al più presto quell’emozione con la gente che festeggia insieme a noi”.

La salvezza è lì a 4 punti; quanto dovremo aspettare per vedere il Città di Varese fuori dalla zona playout?
“Se facessimo 9 punti prima di Pasqua saremmo fuori dai playout e ci metterei subito la firma, ma mi accontenterei anche di 8 punti. Detto questo, comunque, l’unica cosa a cui dobbiamo pensare è dare e ottenere il massimo in ogni partita”.

Matteo Carraro

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