Per raggiungere ciò che si vuole nella vita ci vogliono sacrifici, duro lavoro e tanto, tantissimo impegno. Nessuno, men che meno al giorno d’oggi, regala nulla e solo chi davvero ha la stoffa, la voglia e la perseveranza di seguire i propri obiettivi può riuscire a raggiungere ciò che ha sempre sognato al termine di un lungo percorso, fatto di tantissimi step da superare uno dopo l’altro.
E’ così in tutte le cose, che si parli di sport, amore, lavoro. Non c’è alcun campo della vita che non sia contraddistinto da ostacoli e fatiche da superare per raggiunger quell’obiettivo che poi assume una valenza ancora più forte e maggiore.
Questo è il caso di Marta Penello, osteopata di 26 anni che, dopo tanto studio e sacrifici anche economici, si sta avviando alla realizzazione del suo sogno, quello di aprire il proprio studio di osteopatia a Gallarate raccogliendo così i frutti di tanto studio.

Quando nasce in te la passione per l’osteopatia?
“Nasce quando avevo 12 anni più o meno. Nuotavo a livello agonistico e per un problema alla spalla sono andata dall’osteopata e, vedendo che manovre non solo legate alla spalla ma a tutto il corpo, ho scoperto che anche io volevo capire i collegamenti nel nostro corpo e ciò mi ha avvicinato al mondo dell’osteopatia. Devo dire che grazie a questo incontro ho avuto benefici a livello personale e sportivo ed è stato l’incipit che poi mi ha portato a seguire questa strada”.

C’è una diatriba continua tra osteopatia e fisioterapia. Quali sono le differenze?
“L’osteopatia e la fisioterapia non sono rivali tra di loro ma io penso che siano assolutamente complementari. Un osteopata non potrà mai fare tutto il lavoro riabilitativo per cui è portato un fisioterapista, così come quest’ultimo non potrà mai fare quello che fa un osteopata a livello di determinate manovre. Sono due professioni diverse ma che, a mio modo di vedere, non sono assolutamente rivali l’una con l’altra, anzi”.

Che percorso hai fatto per diventare osteopata?
“In Italia l’osteopatia purtroppo è una professione sanitaria solamente da giugno quando è stata riconosciuta come tale ma non ancora regolamentata. Ho studiato ad un college dal nome ICOM a Busto Arsizio, una sede distaccata di Cinisello Balsamo. Sono 5 anni a ciclo unico alla fine dei quali viene riconosciuto un Diploma in Osteopatia, che è il titolo italiano valido, a cui ho aggiunto un Master fatto in Inghilterra. Mi sono trovata benissimo in questo percorso, ho avuto una formazione completa, la possibilità di svolgere un tirocinio clinico obbligatorio dal secondo al quinto anno tre volte a settimana per cinque ore al giorno a cui poi la scuola ci ha affiancato corsi specifici da farci seguire che hanno reso ancor più completa la mia formazione e quella dei miei compagni. A tutto questo io poi ho voluto anche aggiungere una preparazione in termini di Massoterapia, presso la Kern School di Milano, conseguendone il diploma”.

C’è una branca particolare dell’osteopata che ti piace maggiormente?
“Amo molto la parte pediatrica del mio lavoro, anche se ciò che più mi attira delle tante competenze sviluppate in questo percorso è il lavorare sulla parte masticatoria e mandibolare del paziente e non a caso ho scritto la tesi di laurea proprio su questo. E’ molto interessante notare quanto il trattamento della parte masticatoria abbia effetti su tutto il nostro corpo, essendo collegata alla lingua, alla cervicale, alla dorsale, ai carichi, alla vista ed è qualcosa che mi attira molto. Poi l’osteopatia è bella tutta, perché vuol dire andare a scoprire la correlazione interna al nostro organismo, a cui magari spesso non pensiamo. Può essere che un disagio che avvertiamo sia direttamente collegato ad una causa a cui noi non avremmo mai pensato e che invece l’osteopata sa rilevare e curare. L’osteopata non cura il sintomo, bensì la causa del problema”.

Vorresti aprire una tua attività?
“Sicuramente. Ci vogliono molti sforzi, soprattutto economici. Mi sono laureata in piena pandemia e trovare lavoro è stato davvero difficile in una situazione comunque complicatissima. Questo mi ha spinto a cercare di aprirmi il mio studio, con tutto ciò che esso comporta. Ora siamo finalmente arrivati agli ultimi metri di questa lunghissima maratona e non vedo l’ora di poter inaugurare il mio studio a Gallarate”.

C’è spazio nel tuo studio anche per altri professionisti che volessero affittare le stanze che hai a disposizione?
“Mi piacerebbe molto poter affittare lo spazio del mio studio ad una o due persone qualificate, che possano essere un nutrizionista, un logopedista oppure uno psicologo che sono figure con cui ci può essere un’interazione importante e rendere ancora più completo e polifunzionale il mio studio. Darei così l’opportunità al paziente di trovare una realtà pronta a soddisfare diverse richieste ed esigenze in modo altamente professionale”.

Alessandro Burin

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