Le occasioni sono fatte per essere colte al volo e questo lo sa bene Martina Ceriani che nell’ultimo mese ha rivoluzionato la sua vita.
Qualche giorno prima del 18 febbraio suona il telefono: è una chiamata da “In/Out”, della serie “Hai poche ore di tempo per dirmi di sì” e alla fine è “In” ovvero è sì.
Quel sì equivale alla chiamata della Vis Civitanova, squadra di calcio femminile di serie C inserita nel girone C. “Sono molto felice di quest’opportunità, non potevo lasciarmela sfuggire per una serie di motivazioni, ora il prossimo obiettivo è la salvezza con questa squadra”.

Per Martina l’amore per il calcio nasce all’età di 6 anni quando a Borsano prese piede la prima avventura
Come spesso accade la colpa è dei fratelli, mi metteva in porta e mi ha trascinato con lui, a Borsano è stata la prima esperienza, giocavo con i maschi, poi ho giocato all’Arconatese e anche lì giocavo con i maschi, una prima piccola svolta arriva all’età di 12 anni quando approdo finalmente in una squadra di calcio a femminile a 7, il Villa Cortese, squadra che poi si approcciò al calcio a 11, di cui feci parte fin quando cambiai ancora e arrivai alle Azalee a Gallarate”.

Qui inizia una seconda parte della tua “carriera” calcistica, come è andata?
Alle Azalee ho giocato 4 anni e devo dire che sono cresciuta molto, c’è un bell’ambiente, però sono arrivata al punto in cui non avevo più tanti stimoli perché partecipando al campionato primavera il nostro livello era piuttosto alto per le avversarie e quindi, soprattutto per un portiere, la competizione va un po’ a scemare, abbiamo vinto 2 campionati e ne sono molto orgogliosa quando però si è presentato il momento di fare delle scelte ho optato per ripartire da Gazzada, in eccellenza, dove sarei finalmente approdata in prima squadra”.

Arriva il covid, però, e tutto si ferma, e forse anche la passione vacilla…
Beh la passione c’è sempre stata e sempre ci sarà, anche se qualche domanda te la fai perché comunque, nonostante io sia giovane (classe 2001 ndr), bisogna essere realisti e scegliere anche cosa fare della propria vita, io da barista mi ritrovo alle prese anche con un momento lavorativo difficile e sì, confesso che si fa fatica a guardare oltre…fin quando quella chiamata di un mese fa che ha riacceso la scintilla”.

Come è andata esattamente?
Sono stata contattata da un’agenzia, IPG Agency, che mi ha chiesto la mia disponibilità a questo trasferimento e che mi ha dato pochissimo tempo per scegliere, il presidente del Gazzada mi ha subito lasciata libera di scegliere anche perché il campionato di eccellenza non sarebbe mai ripresa, e dopo qualche giorno ho detto sì. Oggi sono molto felice della scelta fatta”.

Da Busto Arsizio, tua città natale, a Civitanova. Come è stato l’approccio?
Devo dire che dopo i primi giorni di ambientamento, anche perché non conoscevo assolutamente nessuno, è stato tutto più facile. Ho trovato una squadra e uno staff affiatato, compreso il preparatore dei portieri Roberto che in questo poco tempo mi ha fatto una buona impressione, hanno fatto di tutto per mettermi subito a mio agio, certo non posso dire che la mia famiglia o i miei amici non mi manchino, però so che quando tornerò ci saranno”.

E quando tornerai? Come è stato stipulato l’accordo?
Sarò qui fino a fine stagione, poi si vedrà, nel frattempo gioco e lotto con la squadra per quello che è il nostro obiettivo, ovvero la salvezza visto che siamo una neopromossa, spero davvero di contribuire al raggiungimento di questo traguardo, le prime partite non sono andate benissimo ma non erano scontri diretti, dobbiamo risalire la china e fare punti con la squadre alla nostra portata”. 

Oltre gli obiettivi calcistici, cosa ti aspetti da questa esperienza?
Di crescere, tantissimo, ripeto è un’occasione che non potevo rifiutare anche per questo motivo, giocare in serie C per la prima volta è stimolante ma avere l’opportunità a vent’anni di fare un percorso simile non capita tutti i giorni”.

Cosa pensi in generale del movimento del calcio femminile? Hai qualche idolo?
Idolo in assoluto no ma apprezzo tanto giocatrici come Bonansea, Rosucci e tutte le altre che non hanno mai mollato e stanno trascinando questo movimento, se oggi si parla di calcio femminile è merito loro, dal Mondiale in poi si è finalmente aperta una nuova finestra su questo mondo, lo dimostrano la qualificazione agli europei ma soprattutto il riconoscimento del professionismo a partire dal 2023”.

In tutto ciò cosa dice la tua famiglia e soprattutto tuo fratello?
Sì, la mia famiglia è contenta e mi ha sempre appoggiato, nonostante anche loro patiscano un po’ la distanza, mio fratello ha smesso di giocare ma resta il mio primo tifoso e mi incoraggia tantissimo”.

Alla luce di tutto questo e a prescindere da ciò che sarà, qual è il tuo sogno?
Il mio sogno sarebbe giocare in serie B, se penso che qualche mese fa stavo per mollare tutto quasi non mi capacito, ma credo che in fondo in fondo questo sogno sia sempre stato dentro di me e chissà che un giorno non riesca davvero a realizzarlo”.

Mariella Lamonica

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