Le ultime due sconfitte consecutive con Reggio Emilia e con Venezia in casa Openjobmetis hanno fatto riemergere tutte le paure legate al discorso salvezza, che sembrava più semplice da raggiungere dopo il mese magico di marzo dove i biancorossi erano riusciti ad inanellare ben 4 vittorie consecutive. In tre giorni sono riaffiorati parte di quei problemi che la squadra sembrava essersi finalmente e definitivamente, viste le poche giornate al termine del campionato davanti, ma che invece, per un motivo o per un altro, sono tornati in auge in maniera netta e visibile.

Tra questi c’è sicuramente da analizzare il problema Arturs Strautins, o meglio, non il problema del ragazzo in sé, grande professionista, quanto l’involuzione tecnico-tattica che sta palesando nel 2021. Infatti il lettone, da quando è rientrato dal focolaio di covid-19 che ha colpito ben 16 componenti del gruppo squadra biancorosso agli inizi di gennaio, non è più stato quel fattore determinante e trascinante che si era dimostrato nel corso di tutta la prima parte di stagione.

Chiariamo, stiamo parlando di un ragazzo classe 1998 con tutta una carriera davanti e un percorso di crescita ancora da sviluppare in molte caratteristiche, però è sotto l’occhio di tutti come il giocatore di formazione italiana, stia vivendo un periodo di involuzione preoccupante. Analizziamo bene la situazione.
Strautins vive un impatto con il mondo varesino dei migliori. Acquistato con grandi aspettative dalla società biancorossa, è capace di stupire e per certi versi bruciare le tappe nei primi mesi con la nuova maglia. Nelle prime dodici gare di campionato chiude con 14 punti di media, mancando la doppia cifra solo in tre occasioni, contro Cantù, la Virtus Bologna e Treviso, toccando invece punte altissime di rendimento personale contro Sassari, dove mette a referto il suo season high con ben 26 punti, e con Reggio Emilia mettendo a referto altri 21 punti.

Ma queste sono solo due delle tante ottime prove che Arturs fornisce, non solo a livello offensivo, quanto di duttilità e soprattutto a livello fisico e atletico, lasciando impressionati tutti gli addetti del settore, società compresa, che si lecca i baffi per il prodotto che sta crescendo in casa. L’ultimo sussulto del ragazzo nato a Jurmala è alla prima gara al rientro dall’isolamento legato alla positività al covid-19, nella gara esterna contro l’Allianz Trieste dove sorprende tutti e mette a referto ben 19 punti.

Da lì in poi è un lento ed inesorabile declino, accentuato ancor di più, quasi paradossalmente, nelle settimane in cui Varese inizia a macinare gioco e risultati. Strautins appare un pesce fuor d’acqua, sviluppa una particolare tendenza che lo porta ad iniziare bene la gara per poi spegnersi alla distanza, perdendo incisività offensiva e mordente nella lotta nel pitturato e sotto il ferro, qualità unica per quella che dovrebbe essere un’ala piccola, dotata di grandissima fisicità e per questo unico nel suo genere.

I numeri testimoniano questa involuzione: nelle ultime 12 gare, Arturs ha compiuto il percorso inverso rispetto a quanto fatto nel girone d’andata, andando in doppia cifra in termine di punti a referto solo in due occasioni, con la Fortitudo Bologna e nella vittoria interna contro la Dinamo Sassari, abbassando così la sua media punti in queste dodici partite a 7,25, quasi la metà di quella fatta registrare nella prima parte di stagione.
Un problema grande, perché nonostante i numeri complessivi dicano 11 punti e 6.4 rimbalzi di media a partita, frutto soprattutto della prima parte di stagione, la sua involuzione è chiara in una squadra che molto punta sul talento lettone e che non può fare a meno del suo contributo.

Bulleri gli ha sempre dimostrato grande fiducia, salvaguardandolo spesso e non facendogli mai mancare la possibilità di mettersi in luce ed in gioco, sacrificando anzi altri compagni nelle rotazione, come Morse, De Vico e perfino Capitan Ferrero, ma mai Arturs che però non lo sta ripagando a dovere.
Un problema in più che Varese deve risolvere in queste ultime tre gare per salvarsi e per non dover essere costretta a rivedere i piani su quello che dovrebbe essere uno degli assi portanti del nuovo ciclo varesino, ma che comunque ha il contratto in scadenza il 30 giugno prossimo. Se dovesse continuare a perpetrare in questo rendimento deludente, potrebbe a malincuore portare la società a fare valutazioni di altro tipo sul suo profilo con l’opzione di una fine del rapporto che non avrebbe più del clamoroso e diventerebbe facilmente ipotizzabile.

Alessandro Burin

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