L’ex biancorosso Matteo Ponti, che l’estate scorsa aveva deciso di iniziare il suo percorso con il Laveno, da qualche mese ha deciso di passare oltre confine e continuare la sua carriera calcistica con il Rancate: “Questa scelta è nata dal fatto che in Italia hanno bloccato tutto e sapevo che in Svizzera avevano intenzione di finire l’andata – spiega -. Al termine dell’andata vincerà una squadra e le ultime due retrocedono, senza play-off e play-out. Hanno aspettato che la Federazione desse il benestare di questo poi il campionato è partito ufficialmente il 31 maggio per le squadre che dovevano recuperare partite, mentre noi abbiamo fatto la prima gara mercoledì. Si gioca ogni tre giorni e si finisce entro il 20 giugno. Sapendo di questa cosa e avendo ricevuto diverse chiamate, nella comodità ho scelto questa squadra che, a mio avviso, è la più organizzata. C’è un bell’ambiente, avevo già degli amici e mi trovo molto bene. Giustamente prima ho parlato con il Laveno, l’ho fatto nella correttezza più totale e ho chiesto il loro permesso e l’hanno presa bene, hanno capito la situazione”.
Cosa farai la prossima stagione?
“So che giocherò perché non mi va di finire la carriera in questa maniera, con due anni fatti male per colpa della pandemia e ora perché ho un piccolo infortunio, ma non so dove, dipenderà tutto dal lavoro. La priorità è il lavoro e poi deciderò dove giocare e con chi. Qualcuno mi ha chiamato in Italia ad allenare l’anno prossimo ma questa è una cosa a cui penserò dopo giugno, anche per una questione di rispetto nei confronti del Rancate. La questione logistica è fondamentale, a Laveno ci mettevo un’ora per arrivare ma l’ho fatto perché c’era l’ambizione di vincere e avevo sposato con piacere il progetto”.
Sulla tua scelta peserà anche la situazione legata al Covid?
“In Svizzera c’è più continuità, la mia paura è che in Italia blocchino tutto e perdendo così anni, soldi ed esperienza. Se l’anno scorso ci ho pensato dieci volte dove giocare, quest’anno ci penserò venti. Lavoro in un ramo molto colpito, è stato il primo ad essere penalizzato. In Svizzera ho avuto la fortuna di aver fatto una stagione completa con i ragazzi, è normale che essendo italiano c’è voglia di tornare ma ci devono essere le condizioni”.
Roberta Sgarriglia