Con 7 punti in 4 partite, il Milano City è in questo momento la squadra seconda classificata a soli due passi dalla capolista Varesina. Dopo il k.o. della prima giornata contro la Sestese, i ragazzi di Mister Aiello si sono rimessi immediatamente in carreggiata conquistando due vittorie, prima contro la Vergiatese e poi contro la Pontelambrese, inframezzate dal pareggio contro il Luciano Manara. In queste ultime tre partite la porta biancorossa è rimasta inviolata: a difenderla è il giovane ma esperto portiere classe ‘98 Fabio Rinaldi, che sta disputando il suo primo anno in Eccellenza dopo aver girato un po’ per tutta Italia tra Serie C e Serie D. 

Cominciamo da te. Come ti trovi in questa categoria e com’è andata la ripartenza, prima a settembre e poi con questo mini-campionato? 
“Le prime partite a settembre sono state un po’ una sorpresa, non tanto in senso positivo, perché la squadra era ancora da completare e avevamo tante lacune sotto tutti i punti di vista. Tornando, invece, c’è stato un salto di qualità e in campo si vede molta più organizzazione; sono arrivati degli ottimi giocatori e ci siamo messi tutti a disposizione per questa causa. Sicuramente quello dell’Eccellenza è un calcio diverso rispetto alla Lega Pro e alla Serie D, ma ho notato subito che c’è tanta competizione anche qua”.

Visti i tuoi trascorsi importanti, ti chiedo: qual è stato il momento più emozionante della tua carriera?
“La piazza che porto nel cuore e che mi ha dato veramente tanto è Messina, e infatti ricordo con piacere tutte le partite che ho giocato lì. Io ero arrivato a dicembre e inizialmente non avevamo fatto benissimo, poi invece avevamo trovato una bella fila di vittorie e la stagione alla fine era stata positiva”.

Torniamo al presente: a cosa punta il Milano City e qual è il tuo obiettivo personale da qui a giugno? 
“L’obiettivo del Milano City è di pensare partita per partita: sembra una frase fatta, ma dato che questo campionato è come un torneo bisogna concentrarsi e dare il massimo ogni domenica. Non siamo partiti male ma neanche benissimo; penso che potevamo fare sicuramente qualcosa in più, però siamo comunque messi abbastanza bene, quindi è giusto puntare il più in alto possibile. Il rammarico di queste prime gare è lo 0-0 con il Luciano Manara. La sconfitta con la Sestese ci poteva stare: era la nostra prima partita insieme e una può anche andare male; però con il Luciano Manara siamo stati sfortunati e poco lucidi sotto porta, abbiamo avuto tante occasioni e colpito qualche palo, ma ormai è andata e bisogna guardare avanti. A giugno si tireranno le somme, tenendo presente che è un torneo strano e che tutti possono dire la propria. Il mio obiettivo personale è quello di cercare di aiutare il più possibile la squadra ed essere un buon capitano. Il mister ha tanta stima in me ed io in lui, quindi voglio dargli una mano nel miglior modo possibile e sono contento di non aver preso gol nelle ultime tre partite”.

Questo inizio di stagione sta rispecchiando le tue aspettative?
“Sì, sinceramente mi aspettavo un campionato così e ho visto che tutte le squadre stanno dando dei segnali importanti e anche quelle con meno ambizioni stanno facendo buone partite. Diciamo che la voglia è sicuramente tanta e che dopo essere stati a casa per tanti mesi abbiamo tutti qualcosa in più da dare. Il calcio è mancato molto e si vede; prima del covid scendere in campo la domenica era qualcosa di scontato, mentre adesso è quasi un privilegio”.

Questa domenica riposerete per poi tornare in campo il 16 a Gavirate. In un campionato del genere in cui bisogna mantenere un buon ritmo partita, il turno di riposo è comunque un bene o non più di tanto? 
“Avere un turno di riposo fa sempre bene perché ti permette di staccare la spina e la testa per poi riprendere il martedì e continuare ad allenarsi per la partita successiva. Noi stiamo andando bene e tutti i ragazzi e lo staff stanno facendo un buon lavoro. Avendo cominciato in anticipo la preparazione, i risultati adesso si vedono”. 

Per voi le partite potenzialmente “più calde”, almeno sulla carta, saranno concentrate nella seconda metà del campionato. Sarà un bel rush finale, non trovi?
“Esatto e siamo contenti perché è bello giocare con tutti. Io sinceramente in queste domeniche non ho mai guardato chi avevo davanti, perché la partita si gioca sempre undici contro undici. Indipendentemente dalla squadra che c’è dall’altra parte, bisogna solo andare in campo e pensare a fare il nostro lavoro. Poi se gli avversari saranno più forti di noi, stringeremo loro la mano”. 

Parlando di avversari, c’è qualcuno che consideri più pericoloso degli altri o una partita che non vedi l’ora di giocare?
“Riguardo al più pericoloso non saprei; non avendo mai giocato qui, non so bene come sono organizzate le società e per me è tutto un sentito dire. Però una partita che mi incuriosisce è quella contro la Varesina perché ricordo che a inizio stagione, quando mi guardavo un po’ intorno, mi piaceva come squadra e avevo seguito qualche loro partita. Li incontreremo all’ultima giornata, quindi sarà anche un modo per rimanere sempre sul pezzo fino all’ultimo”. 

Silvia Alabardi

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