Un lungo percorso condotto passo dopo passo, metro dopo metro e fatica dopo fatica, per arrivare fino a Saronno dove tutto, forse, avrà inizio: Niccolò Taroni, 28 anni, è il tecnico che condurrà la squadra biancoceleste in una stagione che potrebbe dire molto. Vuoi per la ripartenza, vuoi perché proprio Saronno ripartirà da una categoria più in su, vuoi perché questa avventura, per mister Taroni, è un po’ un salto nel vuoto con un paracadute che potrebbe non attutire tutti i colpi. 
Eppure, a giudicare dal suo racconto e dalla sua determinazione, Niccolò, sul ciglio di una montagna, sembra non soffrire di vertigini.
Non vedo l’ora del 17 agostoafferma con una voce che non trema e carica a mille. 

La sua storia parte da lontano, da quando all’età di 4 anni si ritrova con un pallone tra i piedi e sviluppa una passione per il calcio senza eguali. Il passare del tempo lo porta ad improntare la sue scelte sempre in questa direzione, con l’esordio in prima squadra in 2° categoria con l’Ardisci e Spera e, di pari passo, con una laurea triennale in scienze motorie. Sui campi c’è l’approdo in promozione con la maglia del Fenegrò, la vittoria del campionato e quindi l’eccellenza, il passaggio all’Ardor Lazzate ed un volo di andata e ritorno per l’Australia, un continente che gli ha regalato altro calcio giocato ed esperienze lavorative. Al ritorno ecco Seregno, in serie D, e successivamente un rientro a Fenegrò. Cinque operazioni alle ginocchia gli fanno capire che quegli scarpini troveranno presto una collocazione su un chiodo, e che sarà già tempo di avere un fischietto al collo.

Con questa convinzione in tasca ci sarà dapprima l’esperienza di osservatore/assistente a mister Broccanello (Fenegrò) e poi ai tecnici Antonelli e Bonazzi (Ardor Lazzate), più l’esperienza di mister sulla panchina degli allievi gialloblù. Nel frattempo una formazione continua, fatta di un master in preparazione atletica, di un corso di match analyst e del patentino Uefa B. “Non per essere un tuttologoafferma il tecnicoma per sapere sempre di cosa si sta parlando”.
Arrivo a Saronno ben conscio del fatto che tante persone vorrebbero essere al mio posto, ma anche con grande voglia di prendermi delle responsabilità, volevo salire un gradino, volevo ‘iniziare a sbagliare’ come ho detto in presentazione per sbagliare, però, il meno possibile”. 

Che carattere ha mister Taroni?
Un carattere aperto al diagolo, socievole, sono una persona che ascolta molto e cerca di apprendere da tutti, darò spazio a tutto il mio staff come è giusto che sia soprattutto alla mia età, ma porrò dei paletti perché le scelte saranno mie e le responsabilità altrettanto”. 

La tua prima panchina da allenatore sarà una panchina di promozione con una squadra blasonata come Saronno, una partenza col botto per la tua carriera…
Sì è vero, una partenza col botto, e per questo ringrazio tanto il ds Morandi, il vicepresidente Galli e il presidente Sartori, mi hanno voluto perché mi conoscono, sanno che tipo di persona io sia, spero di ricambiare la loro fiducia; sono qui per lavorare, lavorare, lavorare, daremo il massimo, io in primis, questa è la mia promessa”.

Cosa ti aspetti dalla squadra che è stata costruita? Quali sono gli obiettivi?
La rosa è molto ampia e non è un segreto che stiamo cercando di sfoltirla, è una rosa che per una buona metà conosco piuttosto bene, e sono felice di avere questi ragazzi con me perché sono stati scelti prima per le qualità umane e poi per essere degli ottimi giocatori, sono certo che tutti daranno una grande mano sotto ogni punto di vista. Gli obiettivi? Saronno è una piazza che si aspetta sempre il massimo, e noi faremo il massimo, vedremo alla fine dell’anno a cosa corrisponderà, quello che è certo è che non mancheranno né equilibrio, né umiltà, sono due caratteristiche imprescindibili”.

E quali sono, invece, i tuoi obiettivi?
I miei obiettivi corrispondono agli obiettivi di squadra, io voglio assolutamente migliorarmi e crescere ma vorrei anche poter rendere la società ancora più consapevole dei miei mezzi, mi piacerebbe arrivare alla fine dell’anno e sentirli dire “Te lo avevo detto io che era bravo…” “.

Si prospetta un campionato tosto con tante formazioni agguerrite, tu che campionato ti aspetti?
Un campionato molto equilibrato, ci sarà la Solbiatese che è una squadra costruita per vincere, ma ci saranno anche Besnatese, Morazzone, Olimpia, Cassano, Castello, tutte compagini esperte e costruite con grande con impegno, questa è una categoria dove la tecnica conta fino ad un certo punto, se c’è una cosa che ho imparato è che più si sale più si richiedono aspetti tecnici/tattici, più si scende e più sono le motivazioni a fare la differenza; mi auguro anche di avere un girone forte già in Coppa così da affrontare subito le difficoltà”.

Infine, c’è un allenatore a cui ti ispiri?
Ho lavorato molto con Antonelli e con Bonazzi, due tecnici completamente diversi ma penso di aver imparato molto da entrambe, in generale però se devo scegliere un mister a cui ispirarmi dico Ancelotti, mi riconosco un po’ in quell’essere leader silenzioso, spero davvero di diventarlo a partire dall’esperienza saronnese”. 

Mariella Lamonica

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