On-off. L’interruttore della stagione dilettantistica continua a scattare e, allo stato attuale, l’incertezza è l’unica certezza. Stabilito il definitivo stop di tutte le categorie dalla Promozione in giù, resta il dubbio sulla possibilità di allenarsi: inizialmente era stato dato il via libera, ma il recente peggioramento delle condizioni sanitarie dovuto alle varianti del Covid-19 (che ha riportato la Lombardia in zona rossa) ha nuovamente bloccato tutto. E torna quindi ai box, fra gli altri, il Morazzone che ad inizio febbraio aveva ricominciato l’attività agonistica della Juniores e di tutte le squadre del settore giovanile sul sintetico di Morazzello. Sconsolato, il ds rossoblù Marco Dallo: “Siamo fermi in attesa di capire se e quando ci daranno l’ok per ripartire. Questo apri e chiudi, inevitabilmente, è davvero dispendioso perché è difficile mettere in piedi la macchina organizzativa e fermarla subito dopo. Mi auguro che, come ha detto qualcuno, sia davvero l’ultima chiusura in attesa di ricominciare definitivamente, anche perché la situazione diventa sempre più difficile”.

Ha già avuto modo di esprimere il suo pensiero a riguardo, ma come giudica l’organizzazione e la gestione attuale della situazione, ad un anno dall’inizio della pandemia?
“La mia sensazione a livello generale è che ci si stia arrampicando per provare ad uscirne in qualche modo, e si sentono tutte le difficoltà del passaggio dalla gestione Conte alla gestione Draghi. Il problema è che di ristori non si vede nemmeno l’ombra e qualsivoglia tipo di aiuto non arriva: mio fratello ha un ristorante, mio padre un bar e devo tristemente riconoscere che la musica non è cambiata. A livello sportivo la situazione è ancora peggio perché siamo sempre considerati le ultime ruote del carro e mancano gli aiuti. Addirittura sembra che si voglia far finta di niente sulla questione del blocco delle annate, quanto invece il 99% delle società concorda sulla necessità di fare qualcosa al riguardo”.

A gennaio lei e il Morazzone avevate ribadito più volte il vostro supporto a Tavecchio e al suo staff; come giudica questi primi due mesi di gestione?
“Noi, ovviamente, non siamo stati coinvolti nel discorso sulla ripresa dell’Eccellenza per cui ci siamo limitati ad osservare la situazione da un punto di vista esterno. Teniamo la questione sub iudice e valuteremo più avanti. Cosa ne penso dell’Eccellenza? Non mi permetto di giudicare chi ha scelto di ripartire e chi no, ma credo che la ripresa del campionato sia un bel segnale di speranza per far vedere che qualcosa si sta mettendo in moto. Personalmente non aspetto altro che poter vedere giocare qualcuno anche solo per un discorso psicologico e dimostrare che il calcio in totale sicurezza può ripartire anche a questi livelli”.

Restando sul tema Tavecchio, a livello economico il CRL ha sospeso i pagamenti per le società che non giocheranno più. Da una parte verrebbe da dire che questa manovra è il minimo che potessero fare, ma dall’altra parte non era poi così scontata; secondo lei è già un segnale di miglioramento della nuova gestione?
“Ci mancherebbe altro! Abbiamo pagato rate per giocare e non giochiamo da due anni. Da questo punto di vista sono contento di come si stia muovendo il CRL perché Tavecchio ha già cominciato la sua guerra per far aprire gli occhi a qualcuno: le società hanno bisogno di regole chiare e supporto economico, ora più che mai. L’anno scorso ci hanno ridato le noccioline, quest’anno ci aspettiamo ben altro trattamento”.

Parlando di Morazzone, invece, quanto è difficile guardarsi indietro e rendersi conto di aver fondamentalmente vanificato due stagioni sportive?
“La nostra società, come altre nel territorio, è strutturata per lavorare e progettare il proprio futuro con largo anticipo, mentre oggi siamo costretti a vivere alla giornata. Stiamo soffrendo, è inevitabile, ma stringiamo i denti sperando di poter tornare al più presto a programmare nei minimi dettagli le prossime stagioni. Fino a qualche giorno fa anche l’Eccellenza non sapeva cosa fare, figuriamoci le altre categorie. Io credo che le società debbano sapere come sarà la stagione 2021/2022 perché, tralasciando decreti e dpcm vari, bisogna capire dove la nostra governance vuole andare: mi permetto di insistere sulla questione del blocco delle annate in quanto trovo paradossale che far qualcosa al riguardo possa diventare un problema per questioni di deroghe e burocrazia”.

Possiamo approfondire questo discorso?
“Purtroppo è arrivata una guerra che ha ucciso lo sport e bisogna rendersene conto. Bloccare le annate è l’unica soluzione per tutelare il percorso di crescita che può e deve avvenire solo sul campo; se i bambini e i ragazzi a scuola non avessero l’opportunità della Dad dovrebbero inevitabilmente ripetere l’anno. Per questo l’Under17 deve diventare Under18 e così a scalare, e non importa se per un anno non scattano i premi di preparazione. Anzi, solo parlarne è un insulto alle casse delle società e alla crescita dei ragazzi che, lo ribadisco, deve avvenire sul campo: noi non possiamo fare la Dad e di certo non possiamo crescere calciatori alla PlayStation. Purtroppo la pandemia ha dimostrato l’esistenza di due mondi: noi sul campo e chi governa dietro la scrivania”.

In ottica di ripresa, è fiducioso riguardo la stagione 2021/2022?
“Con i vaccini e tutte le precauzioni del caso credo che la prossima stagione si possa fare in completa sicurezza, ma il prima possibile la governance del calcio dovrà dirci chiaramente come balleremo e quali saranno le misure da rispettare. Se per settembre non saremo ancora pronti allora ci sarà da preoccuparsi sia per la salute delle società sia per il benessere psicofisico dei ragazzi. Mi auguro che dall’inizio dell’estate ricominceremo in maniera concreta ad allenarci per farci trovare pronti perché se abbondano gli infortuni in Serie A figuriamoci in queste categorie”.

A proposito di ripartenza, state continuando i lavori a Morazzello: nuovo gazebo, nuova pavimentazione. Come procedono i lavori?
“Work in progress. Progrediamo consapevoli della necessità di dover lavorare per rendere sempre più accogliente il nostro centro sportivo e cerchiamo di cogliere qualsiasi opportunità relativa a benefit e bonus fiscali in modo da agevolare le spese. In un momento come questo, riuscire a risparmiare equivale a ricevere una sponsorizzazione. Ma devo dire che sono pienamente soddisfatto di ciò che stiamo facendo”.

Dal 14 al 18 giugno si terrà il Camp del Milan. Avete già raccolto qualche adesione? Questo evento può sancire un segnale di ripresa?
“Al momento è ancora prematuro parlare di numeri, ma è senz’altro un bel segnale di ripresa. Noi ci mettiamo la faccia, le strutture e parte della promozione: siamo fiduciosi di poterci togliere grandi soddisfazioni. Se l’estate scorsa siamo riusciti ad organizzare camp estivi non vedo perché non possiamo farlo anche quest’anno”.

Parlando di soddisfazioni, in conclusione, per il quinto anno consecutivo siete una Scuola Calcio Élite; cosa rappresenta per voi questo traguardo?
“In una parola: continuità. Continuità di lavoro, continuità di standard, continuità di qualità e rispetto di determinate credenziali per i nostri tesserati. È un riconoscimento per il lavoro che svolgiamo di anno in anno e che continueremo a svolgere con la serietà e la professionalità che ha sempre contraddistinto il Morazzone”.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui