Si avvicina a grandi passi la sfida contro la Carpegna Prosciutto Pesaro di domenica, con palla a due alle ore 17 sul parquet dell’Enerxenia Arena. Per i biancorossi sarà un match importantissimo per dare continuità all’enorme prova tecnica e tattica fornita contro la Dinamo Sassari settimana scorsa che ha rilanciato le ambizioni salvezza dei varesini. 
Si passa da un grande ex, Pozzecco, ad altri due importanti giocatori del recentissimo passato biancorosso, Tyler Cain e Matteo Tambone, pilastri del corso biancorosso targato Caja che in due maniere completamente diverse hanno lasciato la Città Giardino per approdare nelle Marche e che ora tornano a Varese con grandissima voglia di ben figurare in quella che è stata casa loro per diverse stagioni.
Varese dovrà fare molto bene proprio nel pitturato, riuscendo a limitare la verve fisica di una Pesaro che, oltre a Cain, miglior rimbalzista del campionato con 9.7 di media a partita, può contare su ottime individualità come Filipovity o Zanotti, pronti a dare fastidio sotto il ferro

Motivo per il quale serve una nuova eccellente prova a supporto di Scola del duo Egbunu-Morse, con quest’ultimo che si racconta a 360 gradi, alla sua prima esperienza in serie A1, in continua crescita in un Paese, l’Italia, che sta diventando ormai la sua seconda casa, tra l’amore, il basket e la sua passione particolare per i mercati finanziari. 

Qual è stata la tua reazione quando Varese ti ha chiamato quest’estate?
“Ero stupito ed eccitato. Ero e sono molto felice di essere a Varese, una piazza storica del basket italiano ed europeo. Avevo sentito parlare di questa squadra, questa città e ne ero affascinato. Quando ho ricevuto la chiamata sono rimasto davvero contento e non ho esitato un attimo ad accettare questa grandissima opportunità”.

Quali sono i tuoi hobby al di fuori della pallacanestro?
“Onestamente mi piace molto seguire il mercato azionario. Questo mio interesse deriva dagli studi che ho fatto e sono sempre stato molto interessato a questa realtà. In più, mi piace poter fare diversi lavori in giardino all’aria aperta, occuparmi di casa mia e tenerla al meglio”.

Si può dire che l’Italia stia diventando un po’ casa tua? La senti come tale?
“Sì, la sento davvero come casa mia. Non parlo ancora benissimo la lingua però la sto imparando. Mi piacciono molto le persone, il carattere degli italiani, il loro stile di vita. Cerco di integrarmi ogni giorno di più per sentirmi sempre più parte di questa realtà”.

Tra poco riceverai il passaporto italiano. Perché questa scelta? Ambisci alla Nazionale azzurra un giorno?
“Quella di prendere il passaporto italiano è stata una possibilità che mi ha fatto conoscere mia moglie e ho deciso di coglierla al balzo. È chiaro che, una volta raggiunto questo obiettivo, la Nazionale diventa un’occasione e sarei molto orgoglioso di farne parte un giorno”.

Al tuo primo anno in serie A1 stai facendo bene e continui a crescere giornata dopo giornata. Ti aspettavi una così grossa differenza tra la Lega A2 e questo campionato?
“C’è molta più preparazione tecnica e tattica delle partite rispetto alla A2. Tutta la settimana c’è uno studio e un approccio alla gara differente rispetto a quanto facevo lo scorso anno. Poi, ovviamente, c’è anche un discorso di differenze tecniche ed atletiche degli avversari, che sono molto più forti e competitivi”.

Come hai vissuto quel periodo in cui sei rimasto fuori per due gare?
“Ero triste perché voglio sempre giocare e poter dare il mio apporto alla squadra. Per di più sono state due partite nelle quali abbiamo vinto e non poter aiutare i miei compagni in questo mi ha pesato. Quelle due gare mi sono servite per fare sempre meglio in allenamento, lavorare duro e continuare a crescere giorno dopo giorno per non ripetere più un’esperienza simile”.

Come ti trovi nel nuovo assetto di squadra con John Egbunu?
“Mi piace molto il nuovo assetto e mi trovo benissimo con John, davvero un grande ragazzo. In allenamento lavoriamo molto insieme e rendiamo competitivo ogni momento della settimana. Per noi è un bene lavorare così, con questo nuovo assetto. Durante le partite ci sono decisioni tattiche che variano da squadra a squadra, ovviamente, ma è importante arrivare ad ogni sfida con la giusta preparazione, come stiamo facendo ora”.

Dopo 7 mesi ormai, quanto stai imparando e quanto impari ogni giorno nello stare a fianco di Luis Scola?
“Grazie a lui sto migliorando molto non solo dal punto di vista puramente professionale, e quindi come giocatore di basket, ma anche come uomo nella vita. Con lui parlo spesso di ciò che accade fuori dal parquet. In campo la cosa più importante che mi sta insegnando è pensare non solo a quello che devo fare nel momento, ma capire come devo farlo e dosare al meglio le mie doti fisiche ed atletiche per riuscire a fare la cosa giusta nel momento migliore, risparmiando sforzi inutili e aiutando al massimo la squadra”.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui