Tortona è una neopromossa molto particolare per ambizioni, capacità economiche e mire future, vedasi il proprio palazzetto in costruzione e l’aspirazione a partecipare alle coppe europee nel prossimo futuro. Da questa summa, nasce una squadra che rispecchia in pieno tali peculiarità ed è un mix molto intrigante tra vecchie volpi dei parquet europei ed italiani e stranieri alla ricerca di un avvenire brillante

Nella prima categoria possiamo certamente inserire i due playmaker dei piemontesi: Chris Wright (in foto) e Ariel Filloy. L’ex varesino disputò con Varese la seconda parte di stagione che portò alla final four indimenticata di Chalon nel maggio 2016. Giocatore di cuore, ma anche capace di far girare molto bene la squadra come evidenziano i 4,6 assist che dispensa in questa stagione. Di Filloy sappiamo praticamente tutto: 34 anni e dodicesima stagione in serie A per l’italo argentino che vanta uno scudetto e una Coppa Italia con la maglia della Reyer Venezia e una Eurochallenge con Reggio Emilia oltre a 46 presenze con la maglia della nostra Nazionale e la presenza ai Mondiali cinesi del 2019.
All’interno della sovra citata categoria rientra anche Tyler Cain, pivot molto amato sotto il Sacro Monte per la sua capacità di chiudere ogni varco in difesa e di giocare con molta intelligenza nei pressi del ferro avversario. Ultimo degli esperti, il 33enne Sanders torna in Italia dopo l’esperienza al Gaziantep lo scorso anno: 7,7 punti col 44% da 3 sono il suo biglietto da visita. Ci sarebbe anche Chris Mortellaro, 39 anni vissuti spesso e volentieri in A2, ma il centro preso per supplire al grave infortunio del nostro Cattapan – che aveva trovato spazio in precampionato – finora non è mai sceso in campo.

Alla voce giovani speranze troviamo MascoloMike Daum e JP Macura. Giovani sui generis avendo già tutti compiuto i 25 anni. Bruno Mascolo esce dal settore dell’Auxilium Torino e ha dimostrato una crescita costante negli anni smentendo sempre chi lo dava già al suo massimo. Giocatore di carattere, ma anche di talento: gli 8,8 punti di media in A in poco più di 20′ di media lo testimoniano appieno.
In ala troviamo Macura mentre Daum è l’ala forte di Tortona: entrambi americani bianchi, Daum è giocatore dalla doppia dimensione interna ed esterna e al college si è permesso anche il lusso di realizzare 51 punti in una partita oltre che di battere vari record di South Dakota State. Macura ha fatto il suo percorso universitario a Xavier, poi due anni dentro e fuori dalla Nba per approdare l’anno scorso in Turchia all’Afyon Belediye: la sua specialità è il tiro da 3 anche se finora in A non ha brillato (31% finora). 

A completare il roster bianconero vi sono Luca Severini, pivot col compito di dare minuti di fiato ai titolari, Riccardo Tavernelli, playmaker partito dai nostri lidi e specificatamente dalla Sangiorgese che sta dimostrando di valere appieno la serie A, e Jalen Cannon, concupito da Varese in passato che sta però faticando al contatto con la A: 4,4 punti e 3,4 rimbalzi finora in stagione.

Occhio a… Chris Wright

Citiamo lui perchè la sua storia ha quel qualcosa di commovente e di insegnamento per tanti ragazzi. A 23 anni, in Turchia nella sua prima stagione da professionista, ad un certo punto dell’allenamento sente qualcosa che non va. Stramazza a terra. Poi riparte. Il mattino dopo si ritrova completamente bloccato a letto. Esami su esami. La diagnosi è terrificante: sclerosi multipla, ma la sua idea è semplice quanto determinata: continuare ad essere un giocatore di basket. E, difatti, sarà il primo giocatore professionista malato di sclerosi a segnare un canestro in Nba: come dice lui in un’intervista, in pieno garbage time, ma le statistiche sono sempre statistiche.
In Italia arriva nel 2015 a Pesaro, poi, dopo la doccia gelata in Israele dove viene tagliato per motivi… burocratici, arriva la chiamata di Varese. Una cavalcata indimenticabile: sette vittorie nelle ultime undici giornate e i playoff sfiorati con una rimonta incredibile. E poi Chalon: Wright è fenomenale in semifinale dove ne mette 12 con 9 assist per battere i padroni di casa. Si supera in quella finale amarissima di Fiba Europe Cup: 19 punti su 62 totali di squadra portando Varese quasi alla vittoria che Theodore e Voigtmann scippano via. Poi l’antidoping contro Cantù, le carte per dimostrare che sono i farmaci indispensabili per curarsi e il rinnovo scivola via tra la rabbia e l’amarezza di un giocatore che, spesso, è più forte di tutto e tutti. Chris Wright non lo si può non amare per ciò che fa in campo. 

Matteo Gallo 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui