Sarebbe riduttivo concentrare il commento della partita di ieri sera tra Openjobmetis Varese e UNAHOTELS Reggio Emilia alle sole questioni di campo, anche se queste poi sono quelle scatenanti; è la situazione generale che sta crollando mattone dopo mattone. Dopo le dimissioni del GM Andrea Conti, la posizione più scottante ora diventa quella della sua scelta forte di questa stagione, ossia coach Adriano Vertemati, uomo solo nel mirino della critica.

La verità è però che i problemi per Varese prima che ricercarli sul campo sono da trovare in società ed in un’organizzazione lacunosa che sta mettendo in mostra tutti i suoi problemi, uno dopo l’altro, come gocce di pioggia che iniziano a scendere piano piano prima di scatenare il nubifragio che ieri sera si è abbattuto impetuoso e devastante sull’Enerxenia Arena.

Nella debacle fragorosa si è vista in campo una squadra psicologicamente a terra che forse ha pagato troppo quell’aria elettrica che soffiava dalle stanze dirigenziali degli uffici del Lino Oldrini e che si è sciolta come neve al sole contro il Bulldozer reggiano guidato da Attilio Caja, il grande vincitore di serata, accolto come un vate e salutato come il gladiatore che esce trionfante dall’arena, con il popolo, quello biancorosso, in visibilio per lui.

Sembra di raccontare una storia paradossale ma questa è la realtà: i cori per Caja a due minuti dalla fine dei 40′, i fischi assordanti per i ragazzi di Vertemati e gli applausi dei tifosi al raggiungimento dei 100 punti di Reggio Emilia sono stati lo sfogo finale di un pubblico che ha assistito ad un crollo casalingo senza precedenti, il terzo pesantissimo da questo inizio di campionato, dopo Virtus Bologna e la sconfitta di settimana scorsa a Cremona.

I problemi di questo gruppo non sono quelli di una squadra poco qualitativa quanto poco organizzata. Fasi slegate, giocatori che vanno ognuno per conto suo, un’idea di gioco ed un’identità completamente assenti e soprattutto una fase difensiva senza capo né coda. E’ lontanissimo dall’essere trovato quello spirito e quel cuore tipico della Pallacanestro Varese visto negli anni e che oggi sembra solo un miraggio. Questo gruppo di giocatori vive di qualche sporadica iniziativa del singolo e non ha trovato minimamente un senso di unione. Ciò che poi lascia ancor più scioccati è la fragilità mentale di questa squadra che alla prima difficoltà perde completamente la trebisonda e non sa reagire.

In tutto questo, è palese che la posizione di Vertemati sia sempre più in bilico, con l’uomo che lo ha voluto e scelto che se ne va ed una piazza che lo mette tra i principali se non il primo vero responsabile di tutto questo momento, accusandolo di non dare identità e forma ad un gruppo che non è minimamente il suo, alla ricerca di un gioco ed una dimensione europea che per la Varese di oggi è utopia. La società gli conferma fiducia e fa quadrato attorno al proprio coach intanto, domani ci sarà un CDA straordinario nel pomeriggio, ma sembra proprio che tutte le strade portino ad una conferma dell’allenatore di Cornaredo, che non sarebbe mai stato messo in discussione, per una situazione deflagrata con le dimissioni di Conti. Una conferma comunque a tempo e legata chiaramente ai risultati, con la speranza che la squadra ora possa avere una scossa da questo momento e reagire. A Treviso dunque sulla panchina biancorossa dovrebbe esserci Vertemati, con la speranza chiaramente che non si verifichi un’altra debacle pesante e tragica come quella di ieri sera che aprirebbe in maniera logica ragionamenti anche sul coach.

L’addio di Conti è stato un fulmine a ciel nuvoloso che ha scosso una situazione societaria in cui però non ci sarebbe stata quella poca chiarezza e quella sovrapposizione di ruoli con Scola, come confermano le parole che ci ha rilasciato Thomas Valentino, ma fatto sta che ora senza l’uomo fino ad oggi fact totum delle questioni di campo e mercato biancorosso è necessario una riorganizzazione ed un riassetto societario per dare stabilità ad una piazza che appare molto disorientata.

Stabilità essenziale per raggiungere la salvezza che diventa obiettivo vitale da non fallire, serve un’inversione di tendenza importante ma è sicuro che buttare via un progetto triennale alla quinta giornata sia la soluzione giusta? La risposta la sanno solamente in società e forse neanche lì le idee sono chiarissime, ma il tempo stringe e non si può più sbagliare. Si viaggia spediti verso un trittico di gare come Treviso, Brindisi e Trieste che rischia di allungare l’ombra cupa che già avvolge tutto il mondo biancorosso.

Alessandro Burin

1 commento

  1. Mah … effettivamente in teoria il livello della squadra, Williams a parte, non è poi così scadente.
    Poi Conti & c. ci devono ancora spiegare perchè mai sia stato così maldestramente e velocemente liquidato Caja l’anno scorso …. errore rivelatosi madornale !

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