Giocatore d’esperienza e leader, Manuel Sirsi è il punto di riferimento dell’Orasport Gazzada, società fondata nel 2019 dal desiderio di avere un’autentica squadra di paese. Nata dal CSI e da ragazzi che giocavano in altre squadre, intorno alla maglia gialloblù si è costruito un gruppo che si è mantenuto ed è cresciuto in questi anni. Manuel ci parla di come è stato tornare nella squadra che l’ha visto nascere come calciatore e delle persone che l’hanno aiutato a diventare il difensore che è ora.

Nel 2019 il Gazzada ha di nuovo la sua squadra di paese, siete felici?
“Sicuramente. Il Gazzada arrivava da un periodo in cui è stato un po’ preda di tutti, c’è stata l’Insubria che poi si è trasferita a Solbiate ma non è mai stata sentita come la nostra squadra; i campi rimanevano gli stessi insieme a qualche elemento della dirigenza, ma il Gazzada Schianno in sé era morto. Poi nel 2019 si è creato il club Orasport e sono ritornato a giocare nei campi in cui ci si allenava da bambini, a Gazzada Schianno, che ai tempi era uno dei campi più belli della provincia”. 

Dopo anni torni a giocare nella squadra che ti ha visto dare i primi calci al pallone. E’ una bella sensazione tornare all’ovile?
“Per me è come tornare indietro nel tempo e riassaporare il piacere di giocare a calcio per il giocare a calcio. Quando diventi più grande e lo fai anche per soldi perdi un po’ di quella leggerezza che avevi un tempo, come mi è successo. E infatti ho proferito poi fermarmi per un paio d’anni. Indossando di nuovo la maglia gialloblù, la voglia di giocare e divertirmi è tornata e l’apprezzo sempre di più mente gioco con i miei compagni”.

Sei uno dei primi giocatori che si è unito alla nuova società nel 2019, ma già giocavi nella vecchia squadra del Gazzada Schianno: qual è il tuo più bel ricordo di quegli anni?
“Sono entrato nel Gazzada nel 1996, a 5 anni, e ci sono restato fino al 2005/06. Il ricordo più bello è del 2004 quando il Gazzada si affacciava alle regionali sia con la prima squadra sia con noi. È stata un festa continua perché per una squadra piccola come la nostra cimentarci contro altre formazioni oltre la provincia di Varese ci ha entusiasmato e soprattutto divertito.

Vi siete imposti sul Sumirago e Oratorio San Filippo per 4-1 e sulla Nuova Abbiate per 4-0. Anche fuori dal campo riesci a dare la carica ai tuoi compagni? Nello spogliatoio sei quello che tira fuori la grinta e la voglia di vincere?
“Non è solo una cosa da leader o capitano. Gli altri ragazzi, che siano infortunati, ci sia turnover o non siano convocati, sono sempre presenti, prima e dopo la partita. I risultati sono la conseguenza inevitabile di come ci alleniamo e di come analizziamo le nostre performance. Nella prima partita contro il Busto 81 (0-0, ndr) abbiamo buttato via due punti ma la squadra c’era, contro l’Angerese abbiamo perso 3-1 per colpa di un paio d’episodi ci sono andati male ma era una questione di tempo perché iniziassimo a vincere. Vincere aiuta a vincere, come dicono i più bravi. In Terza Categoria, quando ti alleni e arrivi da una bella vittoria senti il morale alto tra i compagni e questo ti spinge ad avere la grinta e la mente libera che rende il tutto più semplice. Ogni vittoria ci porta consapevolezza della nostra forza, il nostro gruppo è fatto di persone con la testa sulle spalle e focalizzate sulle vittorie”.

Uno stiramento muscolare ti sta tenendo fuori dal campo da tre giornate: Quando riuscirai a rientrare in campo? 
“Ogni stagione non sai mai cosa ti capiti: l’anno scorso mi sono lussato una spalla durante una partita di Coppa a inizio stagione e anche quest’anno mi sono procurato uno stiramento muscolare. Devo fare l’ultima visita di fisioterapia e poi spero di tornare in più presto possibile. Prima della sosta del 5 dicembre mi auguro di giocare almeno una partita”.

Qual è il tuo punto di riferimento come difensore e come capitano? 
“Il difensore più forte che ho incontrato è stato Daniele Damo, ho giocato con lui un paio d’anni al Morazzone e aveva sempre un sorriso per tutti ma in campo aveva una grinta tremenda, non lo passavi mai. Poi sempre al Morazzone Sacco, Dallo e Milani mi hanno aiutato tanto a crescere. Ai tempi avevo 18 anni e giocavo come terzino e avere come compagni queste persone incredibili mi ha formato”. 

La prossima partita è contro il Torino Club Marco Parolo (domenica 7 novembre alle 14.30). I vostri avversari hanno i vostri stessi punti ma una partita in più, aspettative?
“Probabilmente non giocheremo sul campo sintetico e faremo un po’ di fatica a fare il nostro gioco, dovremmo metterci tanta grinta e meno tecnica ma sicuramente cercheremo di portare a casa il risultato”.

Simone Canil

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