È una sosta invernale anomala per la Serie D perché, causa Covid-19, mancano ancora otto giornate alla fine del girone d’andata, dieci per il Città di Varese. Anche per questo motivo non è sicuramente facile giudicare le prestazioni dei biancorossi in questa prima metà di stagione (in realtà la metà della metà) che definire sfortunata è un eufemismo. In ogni caso, dopo quasi sei mesi di lavoro è giusto provare a tirare le somme. Dopo portieri e difensori, oggi è la volta degli altri due reparti. Il centrocampo è forse stato il vero tallone d’Achille dei biancorossi, troppo leggero e poco incisivo nelle prime uscite, mentre l’attacco ha mostrato preoccupanti lacune a livello di finalizzazione. Ecco i voti e i giudizi di centrocampisti e difensori:

CENTROCAMPISTI

Donato Disabato 6 – È un 6 politico, un incoraggiamento a chi avrebbe dovuto prendere per mano questo Città di Varese e guidarlo durante il campionato, ma che è stato fermato praticamente ai nastri di partenza da una serie di infortuni apparentemente senza fine. Gli si può perdonare l’esordio sottotono a Sestri, e speriamo abbia presto l’occasione di rientrare e riscattarsi. Ti aspettiamo in campo. Sfortunato.

Manuel Romeo 6 – Polmoni d’acciaio, corsa, rabbia e determinazione; qualità che a questo Città di Varese servono come il pane. Con Sassarini ha giocato solo scampoli di partita, mentre con Rossi è un elemento imprescindibile del centrocampo e riesce a dare il suo contributo sia in attacco sia in difesa. Energico.

Giovanni Scampini 6 – Bentornato. È stato il primo acquisto ufficiale del Città di Varese e all’inizio della stagione era forse l’elemento più fisico del centrocampo. Purtroppo si è infortunato a Sestri Levante e non l’abbiamo rivisto fino alla disastrosa sconfitta contro la Sanremese, partita in cui ha dimostrato di saperci fare. Contro la Lavagnese è arrivata poi la conferma: con uno Scampini in più il Varese avrebbe evitato parecchie grane. Ritrovato.

Riccardo Ammirati 5.5 – Quattro presenze doubleface. Premesso che è adattato in un ruolo non propriamente suo per dar manforte a un reparto (quello dei terzini) in netta difficoltà, nelle prime due uscite, soprattutto a Fossano, sembrava promettere davvero bene. Poi una partita sottotono e sfortunata contro il Vado e a Casale è entrato decisamente male; tant’è bastato a Rossi per non schierarlo più. Deve ritrovarsi perché l’Ammirati in condizione può dare tanto. Discendente.

Sahyun Beak 5 – Non ce ne voglia il giovane coreano classe ‘01, ma a tratti è stato davvero disastroso e a Imperia ha toccato il fondo. Come altri, ha tante attenuanti perché non giocava da quasi un anno, ma per essere titolari in Serie D serve ben altro; anche con l’Under19, però, non è riuscito a incidere. Dopo la sufficienza di Fossano, dove tra l’altro si è infortunato, si è visto per qualche minuto contro la Sanremese e non ha certo brillato Inesistente.

Roberto Guitto 5 – È tra le delusioni più cocenti del Città di Varese. Arrivato in extremis ha ricevuto il compito di guidare il centrocampo biancorosso, ma il regista ha spesso fallito nel suo compito. Le colpe non sono unicamente sue perché va detto che probabilmente il 4-2-3-1 non è il modulo più congegnale alle sue caratteristiche e la squadra non lo ha supportato come avrebbe dovuto. Però, conoscendo le sue qualità, è lecito aspettarsi molto di più e il metronomo avrà da gennaio l’occasione per riscattarsi in un centrocampo più fisico, almeno sulla carta, in modo da compiere quel salto che ancora manca. Deludente.

Paolo Snidarcig 5 – L’esperimento da mezzala a Casale è stato l’apice della sua esperienza biancorossa fin qui e, paradossalmente, in un ruolo non suo ha dato il meglio. Per il resto è apparso decisamente troppo timido e non in grado di assumersi le responsabilità per fare una giocata, preferendo affidarsi a comodi retropassaggi; anche nei contrasti gli servirebbe più cattiveria e convinzione. Se non cambia rotta sarà difficile rivederlo titolare. Leggero.

ATTACCANTI

Besmir Balla 6.5 – “Me ne servirebbero quattro o cinque come lui” spiegava mister Rossi al termine della disfatta contro la Sanremese. E capiamo bene il perché: otto presenze per l’attaccante albanese, che ha saltato solo la trasferta di Casale per un affaticamento, e quasi sempre è stato il migliore in campo fornendo prestazioni di qualità e quantità. Schierato anche come prima punta ha sempre spaziato sul fronte offensivo ripiegando spesso in difesa e costruendo un’impressionante mole di gioco (se paragonata al lavoro degli altri compagni, non sempre impeccabili). Due gol su due rigori, segno che anche mentalmente c’è e infatti è sempre tra i più combattivi, nonché l’ultimo ad arrendersi. Leader.

Alessandro Capelli 6 – Fa il suo; il problema è che ha tutte le qualità per fare molto, ma molto, di più. Con Sassarini è sempre stato titolare sulla trequarti sinistra sfornando prestazioni sufficienti, seppur macchiate da troppa timidezza sotto porta. Invece, Rossi lo vede inizialmente come mezzala e tra i due c’è qualche frizione che porta alla tribuna contro la Sanremese. A Lavagna segnali d’intesa con il ritorno al 4-2-3-1 e Capelli libero di spaziare ovunque: risultato? La sua miglior prestazione. Come già sottolineato il suo più grande limite è l’inefficacia davanti al portiere, ma la sua presenza in campo, anche quando non brilla, si sente. Promessa.

Salvatore Lillo 6 – Nel precampionato sembrava l’arma in più del Città di Varese, avendo segnato in ogni uscita. A inizio stagione, complice la squalifica iniziale e qualche acciacco, è mancato e la sua assenza è pesata tanto: corsa, cattiveria agonistica e qualità palla al piede. A Fossano è autore di una prestazione maiuscola e a Casale trova il suo primo gol; a queste prestazioni, però, alterna partite sottotono in linea con il resto della squadra e non sempre riesce a fare la differenza come ci si potrebbe aspettare. La sua determinazione, però, dovrebbe essere presa come esempio da qualcuno. Grintoso.

Elion Minaj 5.5 – È forte, e nessuno può negarlo. Per lui vale in parte il discorso fatto per Capelli perché è quasi sempre nel vivo della manovra offensiva, grazie soprattutto ai suoi spunti in velocità, ma pecca di freddezza e nelle occasioni cruciali il suo piede trema troppo. In questa valutazione gli errori sotto porta pesano tanto: con più cinismo e maggiore consapevolezza potrebbe diventare una pedina fondamentale per l’attacco del Città di Varese. Incompleto.

Andrea Addiego Mobilio 5.5 – Ha un piede estremamente educato, ma purtroppo l’abbiamo visto veramente poco. Anche per lui vale il discorso della timidezza: in alcune occasioni è sembrato spaventato dal peso del pallone. Poi ci si è messa anche la sfortuna di mezzo perché nella sua miglior partita, a Casale, ha realizzato un “euroautogol” (come lo ha definito mister Rossi) che ha condannato i biancorossi al pareggio. Qualcosina ha fatto vedere, ma davvero troppo poco. In ombra.

Kenneth Obinna Mamah 5 – Gli infortuni hanno fatto tanto, anche perché è stato disponibile al 100% in pochissime occasioni. Quando è stato chiamato in causa, però, non è mai riuscito a incidere. Spento.

Hervè Otelè 5 – Una doppietta e una prestazione fantastica contro il Fossano; e poi? Tolti i minuti di Lavagna non è mai stato sufficiente e cinque prestazioni anonime pesano molto di più rispetto a un paio di giornate positive. La sua arma più grande è la duttilità, dato che si può adattare a praticamente qualsiasi ruolo, ma troppo spesso sembra staccare la spina a livello mentale e questo si riflette in negativo sulle sue performance. Inespresso.

Ameth Fall 4.5 – Senza troppi giri di parole: il peggiore. Non sappiamo quale sia stato il problema, forse non si è ambientato, forse non è riuscito a creare il giusto feeling con i compagni, ma il suo rendimento è stata la delusione più grande. Doveva essere il perno su cui impostare il 4-2-3-1, ma ha faticato in tutto fin dal primo minuto in cui è sceso in campo: poche sponde, quasi mai in ripiego, un gol (allo scadere con il Varese già sul 3-0) al Fossano, tanti errori e una presenza ininfluente nell’area di rigore avversaria. Risultati inaccettabili per uno che si è costruito un nome tra Serie D e Serie C a suon di prestazioni di livello assoluto; il mercato invernale lo porterà molto probabilmente lontano da Varese confermando il suo fallimento. Flop.

Domani società e staff

Matteo Carraro

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