Domani sera alle 20e30 la Fraccarolo Pompe Varese si gioca l’accesso alla finale del tabellone lombardo – che, ricordiamolo, decreterà chi andrà a sfidare Capri per la promozione in A2 – contro il Basket Femminile Milano: una sfida secca, senza ritorno e senza altre possibilità. Tutto in 40′ per le ragazze di coach Ferri che si sono ben allenate in settimana e hanno anche recuperato qualche piccolo acciacco fisico che aveva attanagliato Premazzi con una scavigliata durante la serie con Pontevico. Ovviamente manca sempre Visconti, ma la squadra è giunta molto carica a queste final four nelle quali Varese si gioca la propria stagione e, diciamolo, l’accesso alla finale sarebbe anche il coronamento del lavoro svolto fin qui.

Le avversarie. La formazione allenata da coach Bacchini vanta sicuramente due giocatrici che attirano l’attenzione più delle altre. Paola Contu e Sara Moro. La prima è un pivot classe ’89 di 183 centimetri dotata di enorme talento nonchè di forza fisica. Centro puro, è anche la miglior marcatrice e il punto di riferimento dei giochi offensivi della formazione meneghina. Oltre alla sua esuberanza atletica va detto che trattasi anche di giocatrice intelligente: insomma, per Sara Polato, Bajric e Battaini sarà una serata da sforzi straordinari per contenere la lunga milanese. Moro, invece, è un’ala classe ’99 che può tranquillamente mettere a segno 12/15 punti a partita, anche lei molto intelligente sul parquet e capace di attirare le attenzioni della difesa biancorossa. Ci sarà da aspettarsi anche qualche passaggio a zona delle milanesi che, visto il tonnellaggio, preferiscono chiudere l’area sfidando il tiro pesante delle avversarie.

60 persone. Questo il pubblico ammesso al Pala Gorla durante ogni gara delle Final Four. 30 persone a squadra. Assurdo. Uno schiaffo in faccia alle società che sono andate avanti in un anno così difficile per il movimento. Uno schiaffo in faccia agli sponsor che credono in questo sport e che permettono a questo sport di vivere e che, magari, rinunceranno a venire al PalaGorla per lasciare il posto a parenti, fidanzati e amici delle giocatrici. Uno schiaffo in faccia a tutte le ragazze arrivate fin qui che avrebbero meritato ben altro pubblico per le proprie gesta. Uno schiaffo in faccia al movimento quando un evento del genere avrebbe certamente richiamato l’attenzione di vari appassionati, della zona e non, e incomprensibile dopo questo anno vissuto in maniera estremamente difficile da ogni società. Bastava scegliere una location più accogliente, se il problema è la grandezza. Senza spostarci di troppi chilometri da Gorla, c’è un PalaYamamay che dichiara 5000 posti a sedere che, al 25% di capienza, fa 1250 posti disponibili. Invece, ci rimane l’amarezza in gola.

Matteo Gallo

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