Michela Cobianchi, ormai nelle fila amaranto da molti anni, ha vissuto emozioni ed esperienze molto diverse negli anni a Cassano Magnago partendo da momenti gloriosi come la vittoria della Coppa Italia nel 2019, la Supercoppa del 2020, fino ad arrivare alla rivoluzione in atto nella società di Corrado Colombo. La classe ’91, con la responsabilità che solo un capitano sa di avere, è pronta a guidare con coraggio le sue compagne meno esperte attraverso e insidie del campionato della massima serie italiana.

Arrivate da due settimane di stop, su cosa e come avete lavorato?
“Dopo questa pausa, lunedì abbiamo iniziato a lavorare con il gruppo al completo; due ragazze erano infatti impegnate con la nazionale under femminile. Con la restante parte ci siamo allenate molto sulla parte fisica e insieme a questo abbiamo fatto tanti esercizi con la palla di collaborazione. Da lunedì, invece, abbiamo iniziato a concentrarci anche sulla parte tecnica per ritrovare quel feeling che, dopo due settimane di pausa, magari si è un po’ perso”. 

A freddo, dopo tanto tempo, cosa pensi sia stato fondamentale per vincere nell’ultima uscita?
“Prima di Pontinia arrivavamo da una sconfitta contro Cellini Padova in una gara in cui, seppur giocata contro una grande squadra con ottime giocatrici e su un campo molto ostico, avevamo offerto una brutta prestazione. Arrivavamo un po’ amareggiati e con l’animo sottoterra, ma non ci siamo demoralizzate e abbiamo lavorato molto bene, soprattutto nella settimana di avvicinamento alla partita e questo si è visto in campo contro una squadra molto più quotata di noi”.

La vittoria contro Pontinia può essere stata la svolta di questa stagione?
“Potrebbe esserlo, però non voglio pensarlo. Il campionato quest’anno è difficile da decifrare, siamo squadre molto vicine come livello: si è visto in altre uscite come formazioni che ambiscono allo scudetto si siano fermate contro altre che giocano per la salvezza. La vittoria di tre settimane fa ci ha dato sicuramente una grande carica per proseguire al meglio nelle prossime partite, ma in generale per tutto il campionato. Parlo per esperienza, essendo una delle veterane, e dico che non si può avere la certezza di far bene dopo una bella uscita, basta giocare male una gara e magari si torna al punto di partenza. Dobbiamo fare tesoro di quel match e fare il meglio nei prossimi”.

Prossimo incontro contro Malo, sulla carta partirete da favorite. Come state preparando la partita?
“La motivazione è sempre quella di vincere, abbiamo tre gare prima della pausa natalizia in cui dobbiamo fare punti. Siamo cariche dall’ultima vittoria, sappiamo che possiamo fare bene e sappiamo di essere all’altezza delle nostre avversarie, questo ci dà motivazione per affrontare i prossimi incontri con consapevolezza e coraggio per fare il meglio possibile”.

Hai una responsabilità in più in quanto capitano, come gestisci questo fattore e come cerchi di aitare le tue compagne?
“Quest’anno abbiamo una squadra giovanissima, tante ragazze si sono trovate a giocare in un campionato di A1 con poca esperienza alle spalle. Sono tutte giocatrici che hanno delle grandi qualità e hanno a loro vantaggio un’esperienza importante fatta a livello giovanile: tante giocano o hanno giocato in nazionale, infatti, e, in più, hanno disputato alcune finali nazionali. Io cerco di metterle a loro agio, siamo l’una l’ombra dell’altra; se in quel momento una sta giocando bene è giusto che giochi lei, se però serve cambiare per tirare il fiato anche 5 minuti, quella che entra non deve essere gelosa. Dobbiamo aiutarci l’un l’altra, questa è la chiave per mantenerci squadra, è tutte per una e una per tutte. Cerco anche di far passare il concetto che nessuna si debba sentire in colpa per un tiro sbagliato, o per un errore in generale, voglio che siano coraggiose, non spaventate”.

L’anno scorso avete disputato una finale di Supercoppa. A livello personale, quanto ti ha dato quell’esperienza?
“È stato inaspettato perchè la squadra che doveva partecipare ha dovuto rinunciare e noi abbiamo colto al volo quest’opportunità. Sono situazioni che ti danno veramente molto, in un contesto di squadra si parla e si cresce molto durante quegli eventi. Oltre al risultato sono esperienze che portano valore a squadra, società, ma anche alla singola persona. Si respira un’aria diversa in quel momento, eravamo solo 4 squadre, in più c’era la televisione, avevamo gli occhi addosso; ci si sentiva al centro dell’attenzione e, per una volta, è stato bello, quindi poi si deve dare tutto in campo”.

Sei capitano da un po’ di tempo, è una cosa di cui vai orgogliosa?
“Assolutamente sì, io sono diventata capitano nel momento in cui la mia grandissima amica Laura Bagnaschi si è allontanata dalla pallamano. È stato un onore per me raccogliere il suo testimone, è sicuramente una responsabilità, ma vado molto fiera di essere capitano di questa squadra. Ringrazio gli allenatori e le compagne che mi stanno accompagnando in questo viaggio che spero possa continuare ancora”.

Andrea Vincenzi

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