Il Pallone d’Oro 2020, tra campionati interrotti prematuramente e cerimonie di premiazione strettamente virtuali, è stato alquanto atipico ma il successo che ha prodotto e la ‘guerra’ ai voti sono rimasti pressoché identici agli altri anni. Adesso, a quasi dodici mesi di distanza, vediamo come i candidati di Seconda Categoria hanno affrontato quest’anno e come vedono i prossimi mesi.

Iniziamo dal primo candidato, Michael De Luca che, dopo sei anni al Cairate, a settembre è passato all’Aurora Cerro Cantalupo: “L’unico anno in cui sono stato io a scegliere che cosa fare, di fatto non ho potuto fare nulla. Con loro mi sono trovato assolutamente bene, certo passare dalla Seconda alla Promozione è un po’ impegnativo ma incominciavo ad avere sintonia con i compagni”.
Con la nuova stagione alle porte è arrivato il momento di pensare se continuare l’avventura con la stessa maglia o cambiare rotta: “È tutto da vedere, ho avuto richieste importanti e non, sono stato riconfermato dall’Aurora Cerro Cantalupo e ho detto che avrei valutato decidendo entro questo week-end. Mi piacerebbe vincere un campionato e vorrei far parte di un gruppo che ha l’ambizione di vincere. Tutto sta nella questione vaccini – commenta riguardo la futura ripartenza dei campionati –. Sinceramente sono un po’ scettico a riguardo ma se serve a riprendere, senza nessuno stop, è meglio farlo”.
Infine, un occhio al campionato di Eccellenza che si sta avviando alla conclusione: “Per quanto riguarda i tre gironi penso sia una baggianata, non ha senso ma pur di riprendere credo sia stata un’ottima cosa e se avessi fatto l’Eccellenza ne sarei stato contento”.


Tra i partecipanti al Pallone d’Oro di Seconda Categoria dell’anno scorso, alla prima nomination, c’era anche Federico Reale del Laveno: “È stato quasi come non avere iniziato l’anno. Abbiamo fatto la preparazione, il girone di Coppa e qualche partita di campionato che però è stato bloccato sul nascere e per un motivo e per l’altro non è più potuto fare nulla. È stato tutto particolare e ci si è dovuti riadattare. La speranza, a differenza dell’anno scorso, è l’effetto dei vaccini che ci portano a pensare in bene nel poter ripartire a settembre senza nessun altro stop. Me lo auguro davvero, perché significherebbe che anche per noi, in generale, non ci sarebbero problemi. Sono speranzoso”.
Per il suo futuro Federico non ha dubbi: “L’idea è sempre quella di stare dove sono, sono due anni che non riusciamo a concludere una stagione e il nostro obiettivo è sempre quello del primo posto. Vedere se potenzialmente riusciamo a raggiungerlo è motivante per me”.

Un volto ormai conosciuto al Pallone d’Oro di Varese Sport è quello di Omar De Bortoli, attaccante del Ceresium Bisustum. “È stato strano, particolare – esordisce così su quest’anno – dove era già tanto se umanamente non si partiva di testa. Non parlo solo sotto l’aspetto del calcio, che è il minimo ma anche di altro. È stato davvero un lungo anno”.
“Già lo scorso anno ero dell’idea che solo se avessero trovato il vaccino si sarebbe potuto giocare e secondo me si inizierà solo nel momento in cui ci sarà sicurezza – continua -. Ai nostri livelli uno non si può permettere di avere l’ansia di andare al campo e avere paura, non per noi, ma per un parente o per la famiglia o stare a casa in isolamento dal lavoro, perché noi giochiamo per divertimento”.
Omar è innamorato del suo Ceresium e non pensa ad un futuro lontano dalla società rossoblù: “Ho sempre detto: o resto al Ceresium o smetto di giocare. Non vado in altre società, sono un amante del calcio romantico. Alla fine la voglia viene e va, sono sempre stato uno che del calcio non ne ha mai fatto una fissazione”.
Non manca anche il suo parere sul campionato di Eccellenza: “Sicuramente girano più soldi rispetto ai nostri livelli e se lo hanno fatto solo per un ritorno economico penso che abbiano fatto bene perché a livello sportivo è un po’ insensato. Credo, inoltre, che bisogna aiutare le piccole società che senza settore giovanile non vanno avanti”.

Ed eccoci arrivati al vincitore del Pallone d’Oro 2020, Vincenzo Lucanto, attualmente militante nella Pro Paullo. Con l’ex Luino ci eravamo sentiti a gennaio per fare un bilancio dell’anno appena passato e la vittoria del pallone d’oro unita a quella del campionato aveva reso più bello il suo 2020.
“Avrei ripreso volentieri, ma col senno di poi è stato giusto fermarci definitivamente, ormai la stagione era andata. A 38 anni stare fermo un anno non è il massimo ma prima o poi riprenderemo. Appena hanno riaperto sono andato subito a giocare, la voglia è tanta e il mercoledì di solito vado a giocare con gli amici e cerco di mantenermi attivo in qualche modo. C’è voglia di ripartire, sia da parte dei giocatori che della dirigenza e dovremmo iniziare a riunirci, anche fare una partitella giusto per stare insieme. Spero si riprenda definitivamente e in modo regolare, soprattutto per i più giovani. Ti accorgi quanto ti manca una cosa quando non ce l’hai, come fare allenamento o mangiare una pizza con i compagni”.
Pure lui fa una considerazione sull’Eccellenza: “È stata una ripresa forzata, tra tamponi e non, non è il massimo per le categorie non professioniste, ma fortunatamente sta andando tutto bene”.
E per il futuro? Lucanto rimarrà alla Pro Paullo o qualcosa sta bollendo in pentola? ” In settimana mi incontrerò con i miei dirigenti. Qualcuno si è fatto sentire, anche dal Luino, ho avuto pure due chiamate da altre società ma non c’è nulla di definitivo. Dal 30 giugno sono svincolato ed ormai, ad una certa età, vai dove ti diverti, dove stai bene psicologicamente e non mi è mai pesato fare tanti chilometri in macchina”.

Roberta Sgarriglia

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