E’ terminata ieri la regular season del campionato LBA, giovedì inizieranno i playoff in una formula che regalerà 17 partite in 34 giorni. I tifosi, purtroppo ancora seduti di fronte ai televisori, forse potranno riassaporare il gusto dei un match dal vivo verso la fase finale della post season. Intanto non si placano le polemiche ed i dubbi intorno a ciò che sarà del movimento.
In una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, il Presidente FIP Petrucci lancia chiare e nette dichiarazioni in merito a quel rinnovamento ed a quel cambio di marcia, di regole e di struttura del campionato che la Lega aveva provato ad impostare con il Manuale delle Licenze, messo nelle mani della FIP e passato in cavalleria come se niente fosse.

Una situazione che era già stata definita dal Consiglio Federale di venerdì scorso quando non è stato nemmeno preso in considerazione il nuovo piano presentato da Lega Basket per tentare di cambiare la forma e l’organizzazione di un torneo che necessità novità in termini di spettacolo, sponsor e soprattutto paletti economico-finanziari per potersi rialzare da una crisi che il covid-19 non ha fatto altro che ingigantire.
Il piano sarebbe dovuto partire dal blocco delle retrocessioni per questa stagione e da un’impostazione di accesso alla massima serie cestistica del nostro Paese tramite valutazioni economico-finanziare, di strutture, di staff e altre componenti che esulano un po’ da quello che è il mero merito sportivo, ma che sono essenziali per poter dare una maggiore stabilità al sistema.
Petrucci demolisce però questo progetto con una frase alla rosea, con la quale definisce la questione blocco retrocessioni come “patetica“, indicando come si continueranno ad avere due retrocessioni e due promozioni in linea con la conservazione del sacrosanto diritto sportivo. Il numero uno della FIP sottolinea ancora una volta come Cantù non avrà possibilità di re-iscriversi se non come prima ripescata nel caso in cui in A1 qualche società abdichi al suo posto.

Ma non solo, perché Petrucci apre anche al toto allenatore azzurro che, dopo il preolimpico di Belgrado, sarà grande tema di discussione in Federazione. Lo stesso Presidente ammette che ogni allenatore sarebbe disposto a guidare la Nazionale azzurra e, a diretta domanda sul nome di Ettore Messina come successore di Meo Sacchetti, chiude ogni discorso con un no comment che è più eloquente di mille parole.

Insomma, il clima che si respira nelle alte sfere istituzionali del basket non è certo dei più tranquilli e non potrebbe essere diversamente visti i tempi che corrono, ma a quanto pare la tanto auspicata rivoluzione del movimento non s’ha da fare, almeno per ora. Si attende quindi il 30 settembre 2021, data segnata da Petrucci come dead line per ricevere nuove proposte di discussione; forse da lì si inizierà a delineare una nuova realtà cestistica dal 2022-2023, sperando che non sia troppo tardi.

Alessandro Burin

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