Dopo gli incontri con le società di Eccellenza e di Promozione, questa sera è toccato alle società di Prima Categoria ritrovarsi con i vertici del Comitato Regionale Lombardo per discutere un’eventuale ripartenza del calcio dilettanti.

A collegarsi sono state 265 società provenienti da tutte le province lombarde, perfettamente coadiuvate dal consigliero Tommaso Bottoni e dal vicepresidente vicario Sergio Pedrazzini. Assente, invece, il neo presidente Tavecchio, che ha lasciato gli oneri e gli onori al suo staff nel coordinare la serata.

Proprio Pedrazzini, prima di lasciare spazio a tutte le società chiamate a rispondere ad una sola domanda onde evitare un caos eccessivo ovvero il consenso, o meno, su un’eventuale ripartenza, ha esposto la proposta ideata da parte del CRL. Se la situazione lo permettesse l’idea è quella di dare il via libera agli allenamenti il 5 marzo e completare e gare rimaste in sospeso nelle domeniche 21 e 28 marzo; poi dal 2 aprile al 2 giugno ecco il campionato con solo girone di andata, nessun playoff finale, nessuna retrocessione e la proclamazione della sola vincitrice.

Tutti d’accordo? A quanto pare no. La voce è unanime nel chiedere uno stop anticipato e definitivo della stagione. Da Brescia a Mantova a tutto l’hinterland milanese, gli interventi di presidenti, direttori sportivi e dirigenti vari, sottolineano come non ci siano le condizioni per tornare sui campi né tantomeno quelle per applicare un protocollo altamente complicato soprattutto per questa categoria. Piuttosto c’è volontà di capire e spendere energie per programmare al meglio la prossima stagione, farsi trovare pronti a settembre, delineando tutti gli aspetti che coinvolgono quote d’iscrizione, fuoriquota, prestiti, settore giovanile…

Anche le tante società del varesotto e quindi appartenenti al girone A dicono la loro, non discostandosi affatto dal pensiero comune.

Luca Michele (San Marco): “Sospendere il campionato perché non ci sono le condizioni opportune è la prima cosa poi valutare la ripresa del solo settore giovanile con tornei estivi laddove ce ne sarà la possibilità ed infine programmare la nuova stagione rivedendo il discorso fuoriquota: in questo senso la mia proposta sarebbe addirittura di tenere tutti vincolati anche oltre il 30 giugno e quindi per la prossima annata perché limiterebbe i costi, accorcerebbe i tempi e, non ultimo, manterrebbe vivi gli accordi presi tra società”.

Davide Giardini (Bosto): “Il pensiero principe di quella che sarà un’eventuale ripresa (quando essa sarà) dovrà essere sui protocolli che dovranno essere attuabili per le nostre categorie, attuabili sia da un punto di vista sanitario, che da un punto di vista economico. Protocolli che dovranno consentire una ripresa in normalità (spogliatoi, visite mediche, pubblico, non tanto per i biglietti, quanto per un discorso di dilettantismo e passione e così con chi la si condivide?…).
Oltre a questo, è fondamentale avere delle risposte certe sulle regole per la prossima stagione (annate, costi, tesseramenti, visite mediche….), risposte che devono arrivare nel più breve tempo possibile e non a fine giugno”.

Giuseppe Abenante (Antoniana): “Alcune delle nostre proposte ci vedono favorevoli nell’avere una quota d’iscrizione pari a zero per l’annata 2021/22, vorremmo il blocco dell’annata juniores 2002 ed inoltre ci auguriamo di avere un protocollo sanitario tale da permettere almeno gli allenamenti al settore giovanile”.

Rosario Brunetta (Ferno): “Impossibile pensare ad una ripresa”.

Paolo Ferrario (Folgore Legnano): “Nella nostra categoria non ha senso ripartire in queste condizioni. Si preservino i mesi di giugno e luglio per poter effettuare, qualora possibile, i tornei del settore giovanile in questo momento vitali per le casse delle società. Troppi rischi anche per i ragazzi, sia fisici (senza alcuna preparazione atletica), sia per il proprio lavoro in relazione al protocollo vigente (eventuali quarantene fiduciarie). Si chiuda il campionato e si riparta in sicurezza a settembre bloccando l’età dei fuoriquota che hanno perso di fatto quasi 2 anni. La domanda però in questo caso sarebbe una sola:in questo caso la Federazione rimborserà le quote di iscrizione e assicurative?”

Roberto Valiconi (Ispra): “La nostra società se non cambia il protocollo vigente conferma quanto non sia pensabile riprendere questa stagione, ma punterebbe invece a ripartire in sicurezza a settembre”.

In chiusura a riprendere la parola è stato ancora Pedrazzini: “Vi devo un ringraziamento enorme, perché al 20 gennaio è un segnale forte, dimostrate un valore enorme che deve darci forza ulteriore. Al di là questo l’obiettivo di stasera non era parlare con tutti al 100%, ma entrare in relazione con le società del nostro territorio e questo obiettivo lo abbiamo raggiunto ma sappiamo che è solo l’inizio”. “Ci tengo a precisare che non saremo noi a prendere decisioni definitive ma faremo la nostra parte anche grazie ai vostro contributi”.
“Ho sentito parlare di “Pensiamo al futuro – prosegue il vicepresidente – ma non credo che le due cose vadano in contraddizione l’una con l’altra, dobbiamo trovare soluzioni utili per prossima stagione, è vero, ma abbiamo anche mesi davanti a noi e non possiamo non guardare a questo tempo. Una cosa però è certe: laddove potremo mettere i giovani in campo il prima possibile, lo faremo perché questa è un’idea comune e necessaria e perchè siamo tutti molto sensibili all’argomento”.
Poi conclude: “Anche noi consiglieri siamo chiamati ad un impegno molto complicato perché questa non è più la normale attività calcistica, tutti i governi sono nell’incertezza, si vive alla giornata per certi versi, e dovremo inoltre affrontare la legge dello sport, che è una spada di Damocle che ci arriva addosso, è un tema enorme che dovremo affrontare; noi non cambieremo i protocolli ma faremo di tutto per avere la chiarezza necessaria; lavoreremo su tutti i temi citati, quote, juniores, ragazzi 2002 – 2003 che hanno bisogno di lavorare prima di approdare in prima squadra, e non ultimo gli aiuti e il sostegno da enti, fondamentale per nutrire questo calcio perché il sistema non può più stare in piedi da solo e questo è sotto gli occhi di tutti.
“Non dimentichiamo poi – e chiude – che a settembre non avremo finito di combattere questa pandemia e dobbiamo avere bene in mente anche questo aspetto, ancora grazie a tutti per il tempo che ci avete dedicato”.

Mariella Lamonica

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