Ultima in classifica, maneggiare con cura. La 25^ di domani con la Lucchese (ore 15, stadio “Porta Elisa”), porta con sé una discreta dose di trappole. A partire dai 22 punti di scarto in classifica (39 a 17), dal singolo pareggio fatturato dai toscani nelle ultime 4 (seguite ad una striscia di 6 risultati utili) e dal 3-0 dell’andata (che costò la panca a Monaco). Insomma, una cicloturistica. Ehm…meglio volare bassi.
Specialità in cui da sempre eccelle Ivan Javorcic: “In questo momento c’entra poco la classifica. Tutte le partite sono in equilibrio. La Lucchese ha dimostrato di essere una formazione compatta, solida, che riesce a mettere in difficoltà tutti gli avversari. E in più ha bisogno di punti. Con il Como la sconfitta è maturata negli ultimi 10 minuti, ha pareggiato con Pro Vercelli e Renate. E’ sempre riuscita a stare in partita. Sarà una gara di difficile lettura. Li abbiamo studiati e ci siamo preparati per quanto lo si possa fare in 2 giorni”. 

In C con lo spalatino, la Pro Patria ha vinto 10 (7 in trasferta) delle 15 gare giocate in infrasettimanale (con un pareggio e 4 sconfitte). Per Ivan Drago, alea da razionalizzare: “Spendiamo tante energie in ogni partita. Domani ci saranno sicuramente dei cambi. E’ necessario ma è anche la nostra mentalità”. Scontata la squalifica, rientra Lombardoni mentre ad osservare un turno di stop questa volta sarà Saporetti. Sempre out Ghioldi e Spizzichino. Complicato ipotizzare una bozza di undici. Chissà che in porta non possa giocare Mangano. Anche per esorcizzare l’ultima volta a Lucca (sconfitta 3-1 il 23 marzo 2019). Dopo quella (infelice) prestazione, passarono 228 giorni (6 novembre a Monza in Coppa), prima di rivederlo titolare.     

A brigante, brigante e mezzo. A scaramanzia, scaramanzia e mezza. Visto che sono quasi 60 anni (30 dicembre 1962) che i bustocchi non passano al “Porta Elisa”. Il croato allontana lo spettro sottovalutazione: “Questa partita deve valere come quella con il Renate e come tutte le altre. Questo fa parte di un percorso di una squadra vincente, va sempre aggredito. Dobbiamo dare sempre il meglio di noi. Deve essere così fino alla fine. Perché siamo sempre sotto esame”.

Il coccodrillo come fa? Se lo metti fai ghignare, se non lo metti (magari) prendi gol. Della serie, come fai sbagli. Oggetto sottinteso, il coccodrillo. Cioè, lo zen e l’arte di distendersi dietro la barriera. Pratica epicizzata nell’ottobre 2018 da Brozovic al Camp Nou. E lisciata domenica al “Sinigaglia” dalla Lucchese che ha incassato gol su punizione dal Como (a segno l’ex Arrigoni), proprio causa omissione di rettile dietro al muro rossonero. Perché dal sublime al ridicolo (o viceversa) è davvero un attimo. Sta di fatto che i toscani contro la capolista non hanno affatto sfigurato. Tutt’altro. Prima del vantaggio laghée (82’), il franco-croato Tomi Petrovic aveva accarezzato l’upset in un paio di occasioni. Contro la capolista, schierato 3-5-2 con Biggeri tra i pali; Pellegrini, Benassi e Panariello in difesa; Panati, Sbrissa, Zennaro, Nannelli e Adamoli in mezzo; Petrovic e Bianchi in attacco. Domani seconda (e ultima) giornata di squalifica per Giovanni Lopez. Sostituito in panchina dal vice Oliviero Di Stefano

Sembrava fosse amore… invece era un muretto. Doveroso passo indietro per registrare il messaggio d’amore del tifo tigrotto fatto simbolicamente recapitare alla squadra nel giorno di San Valentino. Citazione jovanottiana (“A te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più”), abbigli da operatori sanitari no Covid, fumogeni e bombazo d’ordinanza. Così gli ultras biancoblu hanno manifestato l’adolescenziale innamoramento per la Pro Patria. Sfruttando il galeotto muro esterno dello “Speroni”, divenuta ormai curva di scorta in epoca di porte (soc)chiuse. Secondo una liturgia che in questi mesi di pandemia ha ridotto il forzato distanziamento tra protagonisti in campo e sostenitori fuori.                              

Giovanni Castiglioni

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