Dici marketing e pensi a quanto il calcio sia cambiato negli ultimi 20 anni. Attraverso strumenti di veicolazione del marchio una volta legati (quasi) esclusivamente ai risultati sul campo e ai mass media tradizionali, oggi amplificati su vasta scala mediante l’infinito moltiplicatore della galassia social. In C quanto in A. Se non nei mezzi, quantomeno nelle potenzialità. La Pro Patria non fa eccezione.
Anzi, dopo il rodaggio del secolo tigrotto nel 2019, l’Ufficio Comunicazione biancoblu (incarnato dal suo Responsabile Nicolò Ramella qui a lato con mister Javorcic) ha saputo percorrere nuove strade agganciando un binario qualitativamente parallelo a quello cavalcato in campionato dalla formazione di Javorcic. Ecco, se qualcuno pensa che questo pezzo sia una marchetta, ha centrato il bersaglio. Non certo per prona piaggeria. Semplicemente per riconoscere lo spessore del lavoro fatto in una stagione in cui le vincolanti maglie della pandemia avrebbero potuto oscurare la visibilità del club. E (invece) ne hanno valorizzato il legame con tifosi e territorio. Per quanto avvenuto dentro (e fuori) il rettangolo di gioco.

Prendendo a pretesto la chiusura della prima edizione del Quizzone (con titolo di sapientino e maglia autografata di Ghioldi andati all’onnisciente Alessandro Ferrario), snoccioliamo a seguire solo alcune delle iniziative che hanno rese eccellente in termini di comunicazione il 2020/21 della Pro Patria.

Rapporti con la stampa. A conferenze stampa filtrate o da remoto e post partita preconfezionati, era difficile mantenere standard elevati. Eppure, il prodotto è sempre risultato ben oltre l’accettabile garantendo copertura di livello (per quanto a distanza). In attesa di un pronto ritorno alle canoniche collegiali, la supplenza è stata superata con pieno profitto. Non era scontato.

Match Sponsor. Dall’ultima di andata (17 gennaio con l’Alessandria) e dall’esordio di Sky Sport come secondo broadcaster ufficiale della Serie C, la Pro Patria si è dotata di un bouquet ad hoc di sponsor per le gare casalinghe. Un piccolo (grande) segnale di prossimità che ha messo in moto una catena di adesioni che ha coinvolto anche marchi non propriamente commerciali (Associazione 100 Anni di Pro e Pro Patria Clubs su tutti).

Porte chiuse salvo eccezioni. Altrove (la Lega Pro ha persino aperto un’inchiesta), accrediti a nastro e tribune stipate a spregio dei protocolli. A Busto (e questa è farina del sacco di Patrizia Testa), ingressi consentiti secondo normative solo ad alcuni tifosi per ogni match allo “Speroni”. Un premio che non ha potuto accontentare tutti ma che ha mostrato attenzione e sensibilità al momento vissuto. Per tutto il resto, c’è sempre il muretto dell’Antoniana.         

Il tuo nome sulla maglia dei Playoff 2021. Come rendere reale una presenza virtuale. Nessuno inventa niente ma in questo caso la pensata potrebbe davvero essere un inedito. Decine di nomi, pseudonimi o dediche serigrafati in fronte/retro per fare della maglia indossata domenica contro la Juventus U23 un pezzo da collezione. Un memorabilia alla modica cifra di 100 euro (50+50) che potrà essere ritirato dai sottoscrittori ai botteghini di via Cà Bianca venerdì 21 maggio (dalle 17 alle 19) e sabato 22 (10/12). 

100 sagome allo Speroni. Parallelamente e sempre per i playoff, la Pro Patria ha permesso a 100 tifosi di disporre il proprio avatar cartonato nel settore Popolari Coperti. Sagome prodotte da Pubblizeta che gli aderenti (al prezzaccio di 15 euro) potranno conservare ad imperitura memoria dopo aver officiato all’eliminazione per mano dei bianconeri.                                           

Giovanni Castiglioni

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