Come Del Piero, Salvatore Vecchio, capitano della Malnatese, ha deciso di non farsi da parte per la sua squadra, nemmeno quando le cose non stavano andando bene. Il classe ’87 è ancora al centro del progetto bianconero, sia per l’attaccamento dimostrato alla maglia, sia per la personalità messa in campo ogni domenica.
Siete una formazione molto giovane complessivamente, come pensi che stia andando la crescita dei compagni meno esperti?
“La crescita sta andando bene, anche se sarebbe stato meglio che questi ragazzi fossero stati inseriti più gradualmente in questa categoria. Purtroppo con il covid e un mercato estivo poco produttivo in cui non è arrivato nessuno o quasi sono stati proiettati in prima squadra di colpo; però li vedo pronti, ma hanno subito un po’ l’impatto iniziale. In più facendo anche il campionato juniores ci hanno messo di più a capire due schemi di gioco differenti”.
Avete avuto diverse difficoltà in questa prima parte di stagione, pensi che si possa fare meglio?
“La vittoria di Albizzate due settimane fa ci ha dato sicuramente molto morale, la cercavamo da tanto tempo e finalmente è arrivata. Il direttore sportivo Aimetti e Stefano Nati hanno portato in questo mercato invernale diversi innesti che si allenano con noi da qualche settimana, quindi penso che dal 6 gennaio si vedrà un’altra Malnatese. Lo dico assumendomi il rischio, ma Malnate sono certo non sarà più terra di conquista per tutti. Il minimo sindacale sarà sicuramente la salvezza evitando i playout”.
Da quando è arrivato Nati in panchina non avete migliorato lo storico, ma sembrate più compatti e con idee di gioco più chiare. Cosa ha portato questo mister?
“Il mister ha portato prima di tutto la sua persona: ci ha fatto da scudo davanti a tutti. Nell’ultimo periodo eravamo punzecchiati da tutti perché i risultati non stavano arrivando. Lui ha detto che la responsabilità se la sarebbe presa la dirigenza e il mister stesso, coprendoci un po’ e dando sicuramente più serenità ad un ambiente sotto pressione. Anche se i risultati non sono ancora arrivati, penso che potremo far bene perché anche in termini tattici ha cambiato molto. Solitamente una squadra ultima in classifica è chiusa nella propria metà campo, lui invece ci dà coraggio per proiettarci in avanti e cercare di giocare, anche a costo di concedere qualcosa in più dietro”.
Come ci si comporta, da capitano, in una stagione così difficile?
“Si cerca di fare qualcosa in più. Noi abbiamo oggettivamente preso diverse imbarcate, è inutile negarlo, e il mio dovere è quello di spronare i miei compagni, cercare di farli rimanere concentrati e farli giocare fino alla fine. Addosso abbiamo una maglia importante, soprattutto quest’anno dove quasi tutta la squadra della scorsa stagione è andata via; io sono stato l’unico insieme a Maggioni e Sessa a restare. Da capitano pretendo di più, sempre, a prescindere dal risultato; in più, da trentacinquenne voglio che i ragazzi giovani crescano al meglio”.
Per te, Sessa e Maggioni la Malnatese è qualcosa in più, cosa intendi?
“È la squadra del nostro paese, in cui viviamo; noi non dico che ci sentiamo parte della società, ma siamo sicuramente la società. Siamo consapevoli di essere i bracci destri del presidente Bernasconi che ci ha sempre protetto e aiutato. Di conseguenza quest’estate ci siamo sentiti in dovere di rimanere su una nave che sapevamo sarebbe stata sul punto di affondare. Ora ho più fiducia, ma solo perché in panchina abbiamo Nati, se non fosse arrivato lui non so se parlerei così”.
Quanto ha influito il doppio cambio di allenatore sul prosieguo del campionato?
“Sicuramente ha influito, in un campionato in cui si è solamente in 13 squadre, cambiare tre allenatori e un direttore sportivo in mezza stagione penso sia un record difficilmente battibile. L’impatto ovviamente c’è stato e la classifica parla chiaro. Ora, ripeto, abbiamo ritrovato serenità e quadratura, in più in questa sessione di mercato è arrivato ciò che ci aspettavamo; adesso abbiamo il dovere di crederci fino alla fine”.
Avete subito tante reti. Da difensore, cosa credi che non stia funzionando?
“Non credo sia un discorso relegabile unicamente alla difesa e non è nemmeno una questione tattica, sicuramente ha influito anche la preparazione. È una questione di squadra, magari il centrocampo non fa filtro a dovere, gli attaccanti non tengono palla e si prende un contropiede, è un discorso molto più ampio del semplice reparto difensivo”.
Pensi che alla ripresa possiate vincere contro l’Union Tre Valli?
“Sinceramente sì, escluse le prime tre, al massimo quattro, ma sulla Cuassese non sono così sicuro, che fanno un campionato a parte, penso che possiamo giocarcela con tutti gli altri. Posso dire fuori dai denti che possiamo almeno far punti con tutti, magari non vincere, perché sarebbe troppo azzardato, però possiamo strappare punti importanti per la salvezza”.
Andrea Vincenzi