Finisce con una brutta sconfitta per 77-61 l’avventura della nuova Openjobmetis 2021-2022 targata Adriano Vertemati in questa Supercoppa Discovery +. Un passo falso che, se ai fini della classifica finale non cambia nulla visto che i sardi erano già qualificati alle Final Eight, lascia molto in termini di considerazioni ed appunti su una squadra che chiude con un deludente 1-3 la sua avventura nel torneo.

I biancorossi arrivavano a questa partita dopo la vittoria con Cremona di domenica sera e le parole di Vertemati, che ha definito la gara in Sardegna come un’opportunità da sfruttare per crescere e continuare a fare bene, non sono state rispettate. Dopo i 40′ della sfida, infatti, si può affermare che il match contro Sassari si sia dimostrato solo un grande passo falso in quel processo di crescita della squadra e ricerca della propria identità.
Ieri sera Varese ha messo in mostra tutto il divario ad oggi esistente con la Dinamo. Non che ci si aspettasse il contrario, ma nella gara di nemmeno una settimana fa all’Enerxenia Arena le sensazioni erano state diverse e decisamente più positive. La Openjobmetis vista Sardegna invece è una squadra che si porta dietro ancora tanto lavoro da dover fare, in un cantiere quanto mai aperto.

I problemi iniziano dalla fase difensiva, con una squadra costruita e portata volutamente a giocare 1vs1 per sfruttare intensità e fisicità, qualità che nella serata del PalaSerradimigni reggono per due quarti, prima di scomparire totalmente nel secondo tempo e diventare un’improvvsata organizzazione che apre la strada della vittoria alla Dinamo.
Troppa sofferenza ancora sulla marcatura in regia e, per quanto possa mancare Kell, il problema in tal senso non può essere solo la sua assenza.
Se poi a questo si aggiunge un Gentile costretto a fare il playmaker e limitato quindi nella sua verve offensiva, più impegnato a cercare di mettere in ritmo i suoi compagni che a scaldare la propria mano, il quadro offensivo diventa preoccupante, come i 61 punti finali testimoniano.

La fase d’attacco che finora aveva funzionato s’incaglia pesantemente contro la Dinamo, con i dettami tattici di Vertemati basati su extra pass e ricerca di coinvolgimento di tutti gli interpreti in campo che migliora in termini di circolazione di palla ma a cui sembra sempre manchi il passettino finale per arrivare a completamento dell’azione.
È pur vero che è stato un match nel quale si sono viste diverse rotazioni pesanti da entrambe le parti che ha accentuato l’evidenza di come quella versatilità di squadra ed interscambiabilità degli interpreti sul parquet sia ancora lontana dal trovare la sua miglior attuazione. La differenza tra Jones e Sorokas, infatti, si vede, così come quella nel pitturato ad oggi tra Egbunu e Caruso, nonostante i due americani titolari di Varese in quel di Sassari si siano presi una serata libera, dopo le fatiche delle giornate passate, rendendo ancora più cupo il quadro della partita biancorossa.

In regia De Nicolao cresce di forma ma è ancora lontano dal giocatore che lo scorso anno contendeva il posto al miglior Ruzzier, così come Beane non sembra essere entrato appieno nell’interpretazione del ruolo che chiede Vertemati, molto più bravo come assaltatore offensivo o prezioso jolly di difesa, anche se qui in realtà deve lavorare ancora molto per ritrovare quella vena d’intensità e concretezza che lo aveva contraddistinto lo scorso anno.

Insomma, il lavoro da fare è tanto, la sconfitta di Sassari apre riflessioni giuste sul livello ad oggi di una squadra che avrà un inizio di campionato molto duro. Servirà come il pane dare un’immagine diversa e cercare di racimolare anche qualche punto inaspettato, per non ritrovarsi a metà ottobre con il cartello “cantiere aperto” luccicante più che mai sulla strada verso la salvezza.

Alessandro Burin

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