Le tante voci delle ultime settimane sul futuro di Luis Scola hanno aperto troppi scenari che non potevano rimanere plausibili fino al prossimo settembre quando El General sarebbe tornato a Varese post Olimpiade.
Tra queste in ultimo l’ipotesi che una cordata argentina, guidata dallo stesso Scola, fosse pronta a investire ingenti capitali in Pallacanestro Varese.
Una ipotesi che non si realizzerà, con Zanetti, Cambiasso e Ginobili che non entreranno a far parte di Varese, come ha ribadito Scola, ma che saranno invitati come spettatori all’Enerxenia Arena

Così dopo che già ieri sera nella diretta di Varese Sport Podcast il General Manager biancorosso Andrea Conti aveva provveduto a spegnere qualsiasi tipo d’illazione in merito, stasera è stato il turno di Luis Scola.
Con un’organizzazione dell’ultima ora è stata convocata una diretta zoom dove il campione argentino ha voluto mettere i puntini sulle i a quanto si è vociferato nelle ultime settimane in merito al suo futuro alla Pallacanestro Varese.

Il primo punto che è stato toccato è quello relativo al proseguimento della sua carriera o meno come giocatore ed un eventuale ingresso nella società biancorossa: “Io non so se giocherò il prossimo anno, oggi come oggi la situazione più probabile è che io smetta di giocare. Ho 41 anni e penso che questo sia il motivo fondamentale. Poi durante l’estate può succedere di tutto, lascio una piccola finestra aperta. Ho parlato con i dirigenti e ho detto di pensare una squadra che non mi preveda come giocatore ed anche se dovessi cambiare idea di non basare il discorso squadra sulla mia presenza. Per il futuro il Toto Bulgheroni mi ha parlato per propormi di rimanere , un’idea che mi piace.Però per qualsiasi decisione definitiva su quello che possa essere il mio ruolo futuro in società bisognerà aspettare il mese di settembre, quando sarò a tempo pieno a disposizione di Varese”.

Un ingresso in società che potrebbe non fermarsi alla mera consulenza sportiva, quanto proprio ad un intervento diretto del campione argentino in termini di capitali da immettere in società, ipotesi che Scola non esclude ma rimanda:Abbiamo parlato anche della possibilità di entrare anche nella proprietà. Il mio entrare in società e far parte della proprietà sono due discorsi che vanno a braccetto. E’ chiaro che per prendere un ruolo nella proprietà ci vorrà un po più di tempo perché ci sono dei passaggi tecnici come una new diligence da affrontare. Ne parleremo a settembre. Il mio ruolo ad oggi è quello di amico e consulente in qualsiasi momento. In questo periodo poi bisognerà prendere delle decisioni e se si seguirà il mio consiglio sarò felice se no si andrà su altre strade”.

Un futuro che comunque, come più volte già detto da El General, lo vede a Varese e in Lombardia, in una terra che più di tutte le altre visitate in carriera lo ha colpito: “E’ stata una circostanza trovarsi qui. A me e alla mia famiglia piace l’Italia e piace Varese indipendentemente che io resti a lavorare a Varese o meno. Dopo tanti anni in giro per il mondo siamo arrivati in Italia ed in Lombardia, un territorio di cui ci siamo innamorati. La decisione di fermarci qui è venuta prima di tutto. Poi tutto il resto si è sviluppato a livello di campo e gli altri discorsi sono venuti da se. La decisione di fermarci in Italia ed in Lombardia è stata presa dopo un paio di mesi che eravamo a Milano. Avevamo deciso così, poi è arrivata l’offerta di Varese al momento giusto ho conosciuto la città e ho deciso di fermarmi qui”.

Una permanenza che però difficilmente vedrà Scola ancora sul parquet di Masnago da giocatore, con la decisione di smettere che ha ormai raggiunto la maturazione dopo una stagione davvero particolare:Quella di smettere è stata una decisione che ho cercato di prendere con la mente più sgombra possibile indipendentemente da quelli che sono stati i risultati della stagione. E’ chiaro che se una stagione va bene se più portato a vedere le cose positive e viceversa. Ho cercato di togliere questi condizionamenti e prendere una decisione nella maniera migliore possibile. Un momento per smettere arriva per tutti, non penso che nessuno voglia arrivare a 45 anni e giocare ancora. Tengo ancora aperta una piccola finestra di possibilità che continui, ma penso che a questo punto della carriera sia arrivato il momento di smettere”.

Un nuovo progetto triennale che quindi non dovrebbe vedere Scola in campo e che non ripartirà da Bulleri come allenatore, in una scelta che ha visto coinvolto anche il campione argentino: “Succede in tutte le squadre che i dirigenti che devono prendere decisioni parlino e chiedano pareri ed informazioni ai giocatori, a coloro che sono più coinvolti nella squadra, sia per quanto riguarda gli allenatori che i giocatori per pareri sul futuro. Poi i giocatori giocano e i dirigenti decidono. E’ successo così anche questa volta ma non è una particolarità legata alla mia presenza, succede così ovunque”.

Un nuovo corso che per forza di cose vedrà anche un riassetto societario nell’assemblaggio delle tante componenti che sostengono il mondo Pallacanestro Varese, in un’organizzazione molto articolata e che Scola commenta così:Quando sono arrivato qui a Varese sapevo fosse una società con grande storia e tradizione. Mi sono accorto che ha un grande potenziale e so che ha un grande seguito dei tifosi. Ciò che vedo da fuori è che ci sono tanti pezzi, che è la cosa più difficile da reperire, messi sul tavolo e  hanno bisogno magari di essere sistemati e spostati per creare questo percorso virtuoso che permetta alla squadra di tornare dove le compete quindi stabilmente nei playoff ed esserne protagonisti, tornare in Europa e magari anche tornare a fare un Eurolega, come la storia della società vuole”.

Alessandro Burin

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