Quella di oggi è una giornata che rimarrà nella storia della Pallacanestro Varese con la presentazione ufficiale a nuovo Amministratore Delegato di Luis Scola. L’ingresso in società dell’argentino porta con sé aspettative, immagine ed entusiasmo di una piazza che spera che questo possa essere solo il primo passo di una nuova vita, un progetto votato alla ripartenza ed al ritorno ai grandi fasti di un tempo della società biancorossa.
Sogni e speranze che si scontrano con una realtà economica che definire difficile risulta quasi ossimorico, motivo per cui c’è bisogno di idee nuove per poter superare il momento. Varese spera di aver trovato questo nella figura di Scola, che ha accumulato anni di esperienza sul parquet e che ora vuole mettere al servizio del suo nuovo ruolo.
Così, nella splendida cornice di Villa Calmia a Galliate Lombardo, la società in gran completo presenta il suo nuovo ingresso nel CDA biancorosso ed a farlo è il Presidente Marco Vittorelli in persona: “Con Luis ci siamo conosciuti un anno fa quando aveva deciso di venire a giocare da noi. Abbiamo subito condiviso i valori dello sport e della pallacanestro. E’ stato un grande onore averlo in campo con noi prima ed ora in dirigenza nel CDA. Questo che oggi consacriamo ufficialmente è stato un accordo su cui abbiamo riflettuto per parecchi mesi. Un’occasione unica e di sviluppo per la squadra anche alla luce dei progetti che con lui stiamo portando avanti per i prossimi anni. Il consiglio verrà allargato, non sarà una sostituzione ma un’aggiunta con deleghe specifiche”.
“Sono molto felice di essere qui. Sono arrivato un anno fa per giocare a basket e nel corso della stagione ho parlato molto sia con il presidente che con Toto Bulgheroni per fare anche altro dopo. Il progetto mi entusiasma, la città è piena di storia, siamo come un famiglia e credo ci sia tutto per stare bene io e per la Pallacanestro Varese”, le prime parole di un emozionato Scola, al suo primo giorno di scuola da dirigente.
Una nuova vita professionale ma non solo, perché Scola ha sposato Varese in tutto e per tutto: “Ho scelto Varese perché quando sono arrivato qui l’anno scorso sono rimasto affascinato dalla storia della società e dalla città. Sappiamo che la situazione adesso è diversa ma penso che sia una nuova opportunità di carriera per me bella e da sfruttare al massimo per riportare Varese dove merita. La squadra ha bisogno di rincontrarsi con il suo passato e penso si possa fare un bel progetto. I discorsi si sono anche approfonditi ad un ingresso in società, ma c’è un discorso di new diligence da attivare e portare a termine”.
Sembra strano dirlo ma El General si presenta come un novello nel ruolo, dove avrà molto da imparare e la cosa lo stuzzica: “Una settimana fa ero vecchio per giocare ora sono giovane per essere dirigente. Mi aspetto di imparare tutti i giorni, ma non è diverso rispetto a quando giocavo. Quando 4-5 anni fa ho parlato con l’allenatore della Nazionale gli ho detto che il mio obiettivo era imparare fino all’ultimo giorno e prima dell’ultima partita ho fatto un allenamento sui fondamentali. Terminato l’allenamento mi ha detto “abbiamo vinto”. Io penso sia fondamentale imparare e crescere tutti i giorni. L’ho fatto da giocatore e lo voglio fare ora. Devo portare tutta la mia esperienza sul campo, fuori e poi formarmi in campo dirigenziale”.
Tanto da imparare ma anche molto da poter portare a livello di conoscenza del movimento basket a 360 gradi che Scola ha avuto il grande merito e fortuna di vivere nella sua carriera e che ora gli potrà essere molto utile: “Aver giocato 25 anni a basket in sei-sette paesi, mi aiuterà molto per questo progetto che abbiamo iniziato. Il settore giovanile e la squadre femminile sono parte del nostro piano, così come tante altre. A questo punto la prima squadra è già stata fatta, Andrea ed il coach hanno fatto un buon lavoro, sta funzionando bene e va bene così. La prima cosa che abbiamo pensato di fare è una revisione di tutta la situazione, partendo dall’organizzazione societaria, e da qui partire per vedere come migliorare la società in tutte le sue componenti”.
Un piano di sviluppo ambizioso, che parte dal modello NBA come riferimento da poter copiare nel contesto varesino per cercare di implementare le diverse componenti del club: “In NBA a livello dirigenziale ho scoperto un mondo nuovo. Tutti dovremmo imparare da lì. Come fanno le cose a livello di franchising è perfetto. E’ impossibile avere il budget NBA, chiaramente, ma ci sono tante cose che si possono replicare anche senza tanti soldi”.
Il nuovo progetto di sviluppo varesino partirà da 4 assunti fondamentali che Scola vede come imprescindibili per il presente ed il futuro biancorosso: “Io penso che siano 4 le cose fondamentali da copiare rispetto alla NBA. Una è il marketing per com’è impostato, un’altra è l’analisi analitica di tutta la vita societaria e non solo della parte sportiva, come analizzano, come gestiscono e misurano le cose, in una maniera quantitativa. Terzo, il player development, avanzatissimo, tant’è che i giocatori migliori della nostra lega sono quelli di D League. Io penso che dobbiamo seguirlo e copiarlo nel rispetto delle risorse che abbiamo. La quarta cosa fondamentale per il progetto è il settore giovanile, che in NBA non esiste ma in Europa si ed è per me fondamentale sfruttarlo al massimo e farlo crescere al meglio“
Un progetto pluriennale a medio termine che darà i suoi frutti nel corso del tempo: “Il progetto è di cinque anni. Penso che in meno tempo non si possa fare un progetto serio. Non dobbiamo di cambiare tutto perché non funziona nulla, dobbiamo capire come migliorare passo dopo passo. Penso che questo primo anno sarà di studio e conoscenza della situazione, di partenza del progetto, di analisi delle problematiche utile per poi iniziare a lavorare. I primi risultati si vedranno dal terzo quarto anno”.
Alessandro Burin