Il portiere classe ’91 della Sestese Daniele Menegon ha già dimostrato di poter fare la differenza in Eccellenza non solo su azione ma anche sui calci di rigore. Dalla ripresa del campionato, infatti, ne ha parato uno nel match interno contro l’Ardor Lazzate, poi perso 1-2, e si è messo in luce per altri importanti interventi. Ora, esaurito l’isolamento causato dalla positività al Covid, la squadra di padron Brovelli tornerà finalmente in campo domenica contro la Castanese e Menegon è pronto a riprendersi il suo posto tra i pali.

Arrivate da uno stop dovuto alla quarantena per casi di Covid all’interno del gruppo squadra. A livello mentale e fisico quanto potrà influire questa pausa?
“Giovedì abbiamo svolto il primo allenamento dopo il blocco e posso dire che questo stop ha influito un po’ anche perché arriviamo da altri sei mesi di pausa e sole quattro settimane di allenamenti. La condizione non può essere ottimale. Penso che incita comunque di più l’approccio mentale alle partite e, vedendo anche altri incontri che si sono già disputati, si può notare che la condizione verso il sessantesimo, settantesimo cala. A livello mentale si ha un po’ la sensazione generale di essere verso la fine del campionato; in un campionato normale questa percezione di essere al termine della stagione arriva alle ultime giornate, ora si ha la stessa idea ma mancano ancora sette giornate e quindi non bisogna mollare per non arrivare con meno motivazione alla fine”.

Da quando è ripreso il campionato hai parato un rigore, come ti sei sentito?
“Non sono uno che esulta come se avesse fatto un gol, ma questo solo per caratteristiche caratteriali, però ha dato tanta carica non solo a me ma anche a tutta la squadra. Vederci fischiato contro un rigore a cinque minuti dall’inizio del match come ci è capitato e non essere andati sotto nel punteggio ci ha dato una grande scossa motivazionale, anche se poi non è finita come avremo voluto”.

Non è il primo rigore che tu hai parato, anzi, possiamo definirti un pararigori. Ti sei allenato su questo fondamentale o è istinto?
“Ho una buona percentuale. Personalmente ritengo che sia molto più istinto che preparazione, anche se sono sicuro che per qualcuno ci sia dietro molto allenamento, studio del giocatore che calcia e con che piede tira. Sinceramente non metto tutto questo impegno nello studio di quel fondamentale perché appunto credo che valga molto l’istinto del portiere. Può darsi di sbagliarmi ma la vedo più così”.

Quanto pensi sia importante per una squadra saper di poter contare sul proprio portiere?
“Onestamente tanto, anche perchè non posso dire il contrario per ovvie ragioni. Credo comunque che dia una sensazione inconscia di fiducia alla squadra sapere che dietro hai comunque la possibilità di fidarti dell’ultimo baluardo della difesa. È chiaro che il mio discorso porti acqua al mio mulino, ossia al mio ruolo, ma se non fossimo importanti tutti comprerebbero soltanto attaccanti”.

Come vi state preparando per la prossima partita contro la Castanese?
“Ripartendo giovedì un po’ di ruggine si sente, non tanto per quanto riguarda i meccanismi di squadra perché comunque abbiamo saltato cinque allenamenti, ma per l’aspetto fisico. Rifermarsi nuovamente dopo un inizio così breve si avverte sulle gambe e anche in allenamento si poteva percepire tanta stanchezza da parte di tutti. Siamo comunque una squadra giovane e quindi la ruggine andrà via in fretta, anche se sarebbe stato meglio non fermarsi”.

Hai giocato anche in Promozione con l’Uboldese, hai avvertito differenza nella preparazione alle partite?
“Sinceramente non così tanto perché magari sono stato anche fortunato con i preparatori che ho avuto perché sono stati sempre degli ottimi allenatori sia in Serie D, che in Promozione che in Eccellenza. La differenza l’ho vista nella quantità degli allenamenti e non nella qualità, perché, una volta che hai un preparatore di cui ti fidi, la differenza quasi non si sente. Inizi a sentire un cambiamento quando passi da tre a cinque allenamenti e allora lì si sente migliorare la condizione e anche l’attenzione ai dettagli come, ad esempio, le palle inattive”.

Andrea Vincenzi

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