Anche chi non conosce il football americano sa bene quale sia il ruolo del Quarterback e sogna di essere in uno stadio pieno davanti a migliaia di spettatori per rendersi protagonista di un lancio di chissà quante yard. Oppure, perché no, essere ricevitore e prendersi il merito di portare l’ovale in endzone per segnare un touchdown. Sono i ruoli che conferiscono più visibilità e popolarità, ma sono anche ruoli che non avrebbero ragione d’esistere senza il preziosissimo lavoro sporco della linea d’attacco. Stesso discorso per la difesa: chiunque vorrebbe fare la figura della star intercettando un lancio avversario e riportandolo in touchdown, ma senza un’efficiente linea di difesa questo non potrà mai succedere.
Per questo motivo, oggi, la nostra intervista doppia si concentra proprio su tali ruoli dando la parola a due assoluti protagonisti (forse non sempre così visibili) del mondo Skorpions. Due che non si fanno scrupoli ad entrare in campo con il sorriso pronti a “sacrificarsi” per i compagni e disposti a qualsiasi cosa, anche a prenderle di santa ragione, pur di portare la squadra al successo.
Nicolò Moruzzi (nella foto a destra), Offensive Tackle classe ’89, è uno scorpione da oltre vent’anni a la sua passione per il football si respira a pieni polmoni dalle sue parole: “Nel ’99 mi sono innamorato di questo sport iniziando con il Flag e dal 2001 sono stabilmente in Prima Squadra: nonostante tutti gli impegni non posso rinunciare ad allenarmi e a giocare. Lavoro come capomacchina in Lindt, per cui i turni possono continuamente variare, e quando non posso allenarmi sul campo con i compagni rimedio con tante sedute individuali in palestra”. Lo stesso discorso vale per Tomas Pedotti (nella foto a sinistra), Defensive End classe ’95, altro “veterano” del mondo Skorpions: “Ho iniziato a giocare una decina d’anni fa perché mio fratello era amico di uno dei fratelli Raffaele. Un giorno mi ha portato al campo con lui e da lì ho cominciato con l’U19 salendo ben presto in prima squadra. Amo questo sport e i sacrifici non mi pesano: lavoro come assicuratore per Generali a Laveno e appena finisco non ho problemi a farmi un’ora di macchina per raggiungere il campo d’allenamento a Vedano. Al mattino la sveglia suona presto, ma mi alzo sempre con il sorriso”.
Arrivati ad oggi, qual è il bilancio di questa stagione?
Moruzzi: “Decisamente positivo perché siamo consapevoli della crescita che stiamo attraversando dal 2018 a questa parte. Coach Contreras ci ha incanalato nella “direzione americana” e Holt ci ha dato quell’ulteriore consapevolezza di cui avevamo bisogno. Non sono sorpreso della stagione che abbiamo fatto, anche se di sicuro non mi aspettavo un 51-0 contro i Lions: da lì ci siamo definitivamente resi conto del nostro potenziale e ci siamo fatti valere in ogni partita. Peccato per la semifinale persa, ma del resto vince chi sbaglia meno e noi abbiamo commesso qualche errore di troppo”.
Pedotti: “Sinceramente non mi aspettavo una stagione del genere perché eravamo partiti con tanti punti di domanda e molti elementi nuovi, tra giovani alla prima esperienza e i ragazzi Hammers che non avevano mai giocato con noi. Invece sono rimasto stupito da tutti loro per la dedizione profusa in allenamento e in partita; va da sé che ci sia tutt’ora l’amaro in bocca per come è finita la stagione, ma l’annata resta stupenda. Non voglio poi dimenticare l’arrivo di Holt che ci ha dato una marcia in più”.
Cosa è mancato per battere i Vipers?
Moruzzi: “Avendo una squadra giovane, probabilmente, non siamo riusciti a gestire bene la pressione. Chiaro che tutti noi eravamo davvero tesi e, per noi più “anziani”, c’era il desiderio di rivalsa per vendicare la sconfitta ai quarti di qualche anno fa dopo tre overtime; questo ci ha portato a commettere alcuni errori in attacco e in difesa, dai blocchi e dagli intercetti mancati alle ricezioni sbagliate , che non ci hanno permesso di superare l’ostacolo Modena”.
Pedotti: “Direi la poca esperienza. Molti nostri reparti sono davvero giovani e, per quanto tutti loro siano davvero fortissimi, in alcuni momenti siamo mancati di lucidità e furbizia. Inoltre direi che in semifinale non abbiamo nemmeno avuto quel pizzico di fortuna in più che non guasta mai”.
A questo punto non posso non chiedervi un pronostico sulla finale: tra Vipers Modena e Giaguari Torino chi vincerà? (Il Silver Bowl, giocato venerdì 16/07 a Piacenza, ha visto i Vipers travolgere i Giaguari 41-14)
Moruzzi: “Vipers. Lo dico sia da obiettivo sia a livello personale: siccome ci hanno battuto io faccio il tifo per loro perché in questo modo, se non altro, potremo dire di aver perso contro i campioni”.
Pedotti: “Ti direi i Giaguari perché sono appena scesi dalla I Divisione e, senza nulla togliere ai Vipers, sono davvero un’ottima squadra”
Voi, rispetto ad altri, siete sicuramente più esperti: qual è il vostro giudizio sui tanti giovani Skorpions che si sono approcciati per la prima volta alla II Divisione?
Moruzzi: “Per essere il primo anno hanno veramente giocato bene. Tutti loro sono dotati fisicamente e dotati di grande abnegazione: in tal senso un plauso va fatto al lavoro di tutti i coach delle giovanili perché se abbiamo ragazzi così talentuosi il merito è loro per averli fatti crescere nel modo giusto”.
Pedotti: “Gli Skorpions basano la loro politica sulla crescita dei giovani coccolandoli fin dal primo giorno, come hanno fatto anche con me; i nostri giovani stanno venendo su davvero bene a livello atletico, mentale e dal punto di vista del gioco. Sono ottimi ragazzi sia dentro sia fuori dal campo e, anche se non è bello fare nomi, Zanovello e Zanon mi hanno davvero impressionato per la stagione che hanno fatto”.
Il vostro ruolo è senz’altro il meno appariscente, ma quanto è fondamentale?
Moruzzi: “Davvero tanto perché senza il lavoro della linea, che blocca sulle corse o protegge il QB per il lancio, non si svilupperebbe il gioco. Magari non veniamo considerati più di tanto perché non facciamo azioni eclatanti e visibili, ma siamo fondamentali”.
Pedotti: “Siamo sicuramente i meno guardati ma credo che far parte della linea di difesa sia il ruolo più importante perché se noi ci muoviamo bene il gioco degli avversari si ferma sul nascere”.
Cosa vi spinge ogni volta ad entrare in campo per prendere (e dare) legnate?
Moruzzi: “Effettivamente prendiamo botte su ogni azione (ride, ndr). La risposta è il gruppo, la squadra, i compagni… sono il motore che ti spinge a continuare a fare quello che fai. Quando il lunedì ti alzi pieno di lividi e dolori al punto che non riesci quasi a camminare ti chiedi chi te lo fa fare, ma poi ripensi ai tuoi compagni di battaglia e ti rispondi che lo fai per loro. Il gruppo che si crea è indescrivibile e quello che dà il football non lo si trova in nessun altro sport”.
Pedotti: “Amo questo sport dal primo giorno che l’ho provato e basterebbe questo come risposta. Noi siamo tutti una grande famiglia e, in particolare, noi uomini di linea siamo come fratelli perché lasciamo davvero tutto ciò che abbiamo sul campo. Siamo senz’altro i più grossi dato la fisicità è fondamentale, ma dobbiamo essere soprattutto intelligenti: da noi parte tutto e se facciamo bene il nostro lavoro un buon 90% del gioco è fatto. Per questo siamo ben disposti ad entrare in campo per darle e prenderle”.
A tal proposito, in uno sport come il football, quanto è importante il rispetto dell’avversario?
Moruzzi: “Molto, e rispettare un avversario significa “picchiarlo” dieci volte più forte: sul 50-0 devi continuare a giocare come se fossi sullo 0-0 perché quello è il vero rispetto, non fermarsi o iniziare a schernirlo con giocate di sufficienza e irritanti. Il rispetto è tutto il football, da questo punto di vista, ti insegna davvero tanto”.
Pedotti: “Il rispetto è fondamentale perché il football è uno sport di squadra e, che tu sia più forte o più debole, devi rispettare chi hai davanti. È ciò che noi facciamo sia quando vinciamo sia quanto perdiamo, perché per essere un buon giocatore devi prima di tutto avere rispetto di te stesso, dei compagni e degli avversari”.
Visti dall’esterno i vostri ruoli potrebbero anche sembrare facili, ma in realtà non è affatto così. Come vi preparate ad una partita?
Moruzzi: “Quando giochiamo al sabato io inizio a sentire la partita dal giovedì. Cerco di stare il più tranquillo possibile riguardandomi gli schemi, i filmati e memorizzando i movimenti; lo faccio con serenità, ascoltando musica e senza strafare, altrimenti si rischia di andare in confusione. Il mio ruolo non è affatto facile perché la difesa avversaria si aggiusta e per fermarla devi conoscere i loro punti deboli: per questo motivo insieme ai coach studiamo attentamente i video. Holt, in particolare, è molto attento a questo punto e insieme alla moglie Julie ci dedica tante ore; i risultati si vedono”.
Pedotti: “Il mio è senz’altro un ruolo molto fisico perché il contatto con l’avversario c’è sempre, ma l’intelligenza è fondamentale perché se sbagli il posizionamento l’avversario è libero di fare il suo gioco. Per questo motivo, oltre a duri allenamenti fisici, passiamo tante ore a studiare i video degli avversari guardando i loro movimenti, le loro tattiche più frequenti e i loro punto di forza”.
Per il vostro ruolo qual è la qualità indispensabile?
Moruzzi: “La tenacia. Io sono 92kg e ho sempre giocato contro gente che pesava 30/40kg in più di me, ma questo non è mai stato un problema perché ogni volta trovo la forza di spingermi oltre il limite”.
Pedotti: “Come ho detto prima, fisicità e intelligenza sono fondamentali, ma se dovessi sceglierne una ti direi la fisicità”.
C’è una caratteristica che vi scambiereste?
Moruzzi: “Ci conosciamo dal 2010 e anche se giochiamo in due ruoli opposti siamo molto simili. Forse prenderei da lui la sua tranquillità perché ha sempre una calma invidiabile”.
Pedotti: “Prenderei la sua energia. Non tanto quella fisica, quanto quella caratteriale perché ha sempre il sorriso dipinto in volto ed è molto espansivo. Probabilmente pecca un po’ di tranquillità e magari si fa prendere la mano in partita; io di sicuro sono più calmo e, se potessi, probabilmente gli passerei proprio la mia tranquillità”.
È più importante l’attacco o la difesa?
Moruzzi: “L’attacco vende i biglietti e la difesa vince le partite. Questa è la frase storica del football, ma in questo sport non ci sono individualismi ed esiste solo la squadra: nessuno è importante tranne il gruppo e ci si deve aiutare l’un l’altro per arrivare alla vittoria”.
Pedotti: “L’attacco è molto importante perché se non segna non si vincono le partite, ma la difesa è altrettanto importante; direi che sono importanti in ugual misura”.
Tornando alla stagione, cosa vi ha reso più fieri?
Moruzzi: “Ciò che sta diventando, e che diventerà, la società. Io gioco qui dal ’99 e negli ultimi tre anni ho visto un salto qualitativo davvero incredibile: l’impostazione e la qualità degli allenamenti è sensazionale e i risultati che stiamo ottenendo sono merito del supporto della società. Mi inorgoglisce davvero tanto vedere come gli Skorpions stiano diventando una grandissima realtà del football italiano. Il momento più bello? La vittoria contro i Daemons negli ultimi due minuti perché è stata una prova di maturità incredibile”.
Pedotti: “Il gruppo che si è creato, senza dubbio. Siamo pronti a sacrificarci l’uno per l’altro e Holt ci ha davvero dato una marcia in più sotto tutti i punti di vista; non cambierei il gruppo Skorpions con nient’altro al mondo. Il momento più bello? La prima partita col pubblico al Franco Ossola: vedere lo stadio così pieno di gente è stata un’emozione incredibile”.
Cosa significa per voi far parte del mondo Skorpions?
Moruzzi: “Vuol dire far parte di una seconda famiglia ed è ciò che mi spinge a continuare anno dopo anno. Già da qualche stagione sto pensando di smettere, ma ogni volta non riesco a rinunciare a questa splendida famiglia e, anche in questi giorni a stagione conclusa, la mancanza dello spogliatoio si fa sentire”.
Pedotti: “Normalità e quotidianità. Vivere il mondo Skorpions mi fa sentire a casa e allenarmi fa parte della mia routine come se stessi andando a trovare dei parenti o degli amici”.
Adesso testa alla prossima stagione: siete contenti della conferma di Holt?
Moruzzi: “Come potrei non esserlo? Ogni anno stiamo aggiungendo un mattoncino e mi auguro che il prossimo sia quello del grande balzo. So che per Holt quest’anno è stato divertente e stimolante, molto più di tutte le stagioni vissute ad altissimo livello negli USA e credo che si sia innamorato della passione con cui scendiamo in campo ogni volta”.
Pedotti: “Certo che sì perché è un allenatore fantastico che riesce sempre a spingerti oltre per dare il meglio. Lui e Julie sono la nostra arma in più ed entrambi si sono innamorati degli Skorpions: negli USA il football è business, al pari del calcio qui in Italia, e trovare gente come noi che lo fa per passione e amore dopo una giornata stressante di lavoro credo li abbia davvero conquistati”.
L’obiettivo per la prossima stagione quindi è solo uno…
Moruzzi: “Vincere. Da tre anni stiamo crescendo in maniera costante: siamo usciti ai giorni, ai quarti, quest’anno in semifinale… manca un gradino e con il supporto di Holt possiamo salirlo per sognare legittimamente la Prima Divisione. Chi vincerà l’Italian Bowl? Vado con i Panthers Parma: sono un gruppo già rodato e molto forte, mentre i Seamen Milano stanno affrontando un cambio generazionale e potrebbero pagarlo. Sicuramente sarà una partita al cardiopalma”.
Pedotti: “Vincere il campionato e puntare al salto in Prima Divisione. Pronostico sull’Italian Bowl? Panthers Parma, senza dubbio, perché sono davvero fortissimi e questo è il loro anno”.
Matteo Carraro