Dopo cinque giornate di campionato gli Skorpions Varese comandano il Girone B con cinque vittorie: i grigiorossi vantano una difesa quasi impenetrabile (solo 28 punti concessi, nessuno come loro), ma il segreto del successo passa anche da un attacco a tratti devastante. Il merito è di una prima linea coriacea in grado di concedere parecchio margine di manovra al quarterback Crosta che è altrettanto bravo a lanciare per i ricevitori; e sono proprio loro a correre in endzone con l’ovale tra le mani.

I ricevitori degli Skorpions stanno stupendo fin dallo straordinario esordio contro i Lions e tutti loro continuano a dare un contributo importante giornata dopo giornata. Ma l’aspetto più importante è dato dalla loro età: Matteo Mozzanica è un 2000 mentre Roberto Zanovello e Filippo Petrillo sono addirittura 2003 (tutti e tre nella foto in alto) e hanno segnato rispettivamente quattro, otto e quattro toudchdown. Quest’oggi, grazie alla nostra intervista doppia, conosciamo più da vicino Matteo e Roberto, due tra i migliori giocatori del campionato nonché due grandi amici.

Mozzanica studia Ingegneria Gestionale al Politecnico e ha da poco concluso il secondo anno della Triennale, mentre Zanovello comincerà a settembre l’ultimo anno delle superiori. Per entrambi l’amore per il football è sbocciato relativamente tardi. “Mio padre aveva già giocato anni fa per gli Skorpions – spiega Mozzanica – e come sport, tra gli altri, mi è sempre piaciuto; quando tornavo da scuola vedevo le repliche di NFL mentre pranzavo e ho quindi deciso di provare. Ho cominciato nell’U16 arrivando in finale e poi, dopo qualche altro anno di giovanili, sono arrivato in Prima Squadra nel 2019”. Zanovello invece racconta: “Grazie a Digennaro (linebacker, ndr) ho scoperto due anni fa che esisteva il football americano anche in Italia e sono andato a provare con l’Umder17 degli Skorpions. Da lì ho avuto la possibilità di allenarmi con la Prima Squadra e ora mi ritrovo ad essere titolare”.

Cosa vuol dire per te giocare negli Skorpions?
Mozzanica: “È una sensazione particolare perché a differenza di altri sport qui mi sento parte di una famiglia. Tutti ti trattano con rispetto e ti spingono a migliorare sia in campo sia fuori, quando si vince e quando si perde; è sempre un piacere allenarsi, giocare insieme o anche solo vedersi fuori dal campo”.
Zanovello: “È un’emozione bellissima perché mi sono subito trovato bene con compagni, coach e società. Amo avere la possibilità di rappresentare Varese in uno sport e sono onorato del percorso che mi stanno facendo fare: sono arrivato dal nulla e mi trovo in Prima Squadra”.

Ti aspettavi una stagione (per Zanovello addirittura un debutto) del genere?
Mozzanica: “Onestamente no e vincere 51-0 all’esordio è stato qualcosa di clamoroso. Anzi, noi ci aspettavamo una partita combattuta perché i Lions erano appena scesi dalla Prima Divisione e invece li abbiamo messi sotto fin dal primo down. Poi nelle partite successive abbiamo avuto ancora più entusiasmo, più voglia di giocare e più desiderio di ripetere la prestazione dell’esordio”.
Zanovello: “Assolutamente no! Ho ancora le chat della conversazione con Micheli (QB Coach, ndr) in cui, sapendo di non poter ambire a giocare subito, gli chiedevo se potevo solo provare ad allenarmi con la Prima Squadra. E invece mi ritrovo oggi ad essere titolare e autore di una bellissima, inaspettata, stagione”.

Cosa mi dici degli allenamenti con Holt?
Mozzanica: “Il modo di allenarsi è cambiato radicalmente dal suo arrivo perché si ha un ritmo più alto, poche pause ed esercizi molto più intensi; elementi che ci aiutano ad affrontare nel migliore dei modo ogni minima situazione che può verificarsi in partita. Con Holt vado d’accordo e mi sta aiutando a maturare dal punto di vista sia sportivo sia personale”.
Zanovello: “Sono spettacolari. Io non ho mai avuto altri coach, ma credo che per un italiano allenarsi con lui equivalga ad andare negli USA a giocare a calcio ed essere allenato da Allegri. Ha una grinta e una fame incredibile che sua moglie condivide appieno e ci alleniamo a ritmi pazzeschi; tutto questo ci porta ad avere una straordinaria lucidità in partita”.

Qual è il tuo rapporto con Giorgio Fonti (coach dei ricevitori, ndr)?
Mozzanica: “Semplicemente fantastico. Giorgio mi ha preso con sé fin da quando ho iniziato il mio primo anno agli Skorpions e mi ha fatto migliorare esponenzialmente; se sono il ricevitore che sono oggi è solo merito suo”.
Zanovello: “Come tutti gli altri coach è uno che martella dall’inizio alla fine. Io ho fatto giusto un paio di allenamenti con lui in U17 e l’ho ritrovato quest’anno: devo dire che quando può metterci in difficoltà lo fa senza problemi, ma anche in questo caso so il motivo per cui agisce in questo modo e in partita ne traggo beneficio”.

Qual è il compito più difficile per un ricevitore?
Mozzanica: “Rimanere concentrato fino alla fine della partita. Il ricevitore è un ruolo particolare perché se fronteggi difese forti ti arrivano pochissimi palloni ed è quindi fondamentale restare sempre concentrati e non abbattersi quando si perde un pallone o quando non ne arrivano”.
Zanovello: “Difendere. Si pensa che un ricevitore debba solo prendere la palla e correre, ma la parte più difficile sta nel bloccare gli avversari durante le azioni di corsa; in questo non sono per niente bravo e infatti coach Giorgio mi spezza le gambe ogni volta in allenamento”.

Quanto è importante la velocità nel tuo ruolo?
Mozzanica: “Ha un peso specifico importante, Zano ne è un esempio, ma per essere un ricevitore completo bisogna lavorare anche sul fisico: non basta saper ricevere, ma bisogna anche bloccare”.
Zanovello: “Diciamo che è il mio forte e, infatti, quando giocavo a calcio ero terzino perché mi mettevano a spingere sulla fascia. Enzo Petrillo, ad uno dei miei primissimi allenamenti, mi ha subito messo in guardia dicendomi che la velocità non è tutto e infatti occorre sapere alla perfezione quando scattare, quando temporeggiare o quando cambiare direzione. In tutto questo, comunque, per fare il nostro gioco è necessario un gran lavoro sporco da parte della linea d’attacco”.

Come va il feeling con Crosta?
Mozzanica: “Con Ricky c’è un ottimo rapporto di fiducia reciproca. Stiamo lavorando tanto e bene per capirci sempre meglio e, di conseguenza, l’uno dà sicurezza all’altro nei momenti più difficili”.
Zanovello: “Va alla grande ed è importantissimo che sia così: io sono arrivato con zero esperienza e lui mi dà una mano costante sia n allenamento sia in partita. Il nostro feeling è ancora in via di sviluppo, ma ci stiamo conoscendo sempre meglio e questo ovviamente ci aiuta a rendere di più”.

Giochiamo un po’. 4 touchdown per Mozzanica e 8 per Zanovello; chi è il più forte tra voi due?
Mozzanica: “Ovviamente io”.
Zanovello: “Non mi piace fare la figura di quello che se la tira, ma devo rispondere che sono io”.

Il tuo più grande pregio?
Mozzanica: “Credo che sia l’affidabilità, il fatto di ricevere praticamente tutti i passaggi senza lasciarsi sfuggire il pallone”.
Zanovello: “La velocità”.

Il suo più grande pregio?
Mozzanica: “Senza dubbio la velocità e la rapidità fuori dal comune”.
Zanovello: “L’essere affidabile: se dobbiamo chiudere un down il pallone va a lui; io stesso se fossi il QB la passerei a Mozza”.

Viceversa, il tuo più grande difetto?
Mozzanica: “Il mio carattere, perché a volte sono un po’ troppo peperino”.
Zanovello: “Devo migliorare nella ricezione: corro, sono veloce e segno tanto, ma non so ancora bloccare come vorrei”.

E, invece, il suo più grande difetto?
Mozzanica: “L’inesperienza. È di fatto un novizio e ogni tanto magari si trova un po’ spaesato”.
Zanovello: “Troppo poco swag!”.

Qual è il vostro rapporto fuori dal campo?
Mozzanica: “Siamo ottimi amici e andiamo anche all’allenamento insieme. Tra l’altro ci conoscevamo già da prima perché andavamo in vacanza insieme”.
Zanovello: “Io e Mozza ci conosciamo da quando eravamo piccolissimi perché entrambi andavamo in vacanza a Leukerbad. Sapevo che lui giocava a football, ma ci eravamo un po’ persi di vista ed è stato bellissimo ritrovarlo qui”.

C’è un obiettivo personale che ti sei posto per questa stagione?
Mozzanica: “Essere il miglior ricevitore della Seconda Divisione e dimostrare di essere in grado di poter fare qualsiasi cosa in campo”.
Zanovello: “Concludere la stagione al primo posto per numero di touchdown messi a segno. È il compito del ricevitore e voglio farne il più possibile”.

Domenica ci sarà la sfida ai Frogs Legnano; cosa ti aspetti da un match che sulla carta sembra già scritto?
Mozzanica: “Sarà una partita da non prendere sottogamba perché a prescindere dai risultati ottenuti fin qui loro hanno una gran difesa. Dovremo scendere in campo con il giusto atteggiamento evitando comportamenti o infortuni che potrebbero danneggiarci in chiave playoff”.
Zanovello: “Non guardiamo minimamente alla classifica: loro non hanno niente da perdere e noi vogliamo concludere con sei vittorie su sei. Purtroppo sono uscito malconcio da Cernusco e ho una distorsione alla caviglia; spero di recuperare proprio perché sarebbe un’altra ghiotta occasione per mettere a referto qualche touchdown”.

Sui playoff che aspettative ci sono?
Mozzanica: “Fare meglio rispetto a due anni fa, per cui andare oltre la semifinale e sperare nel colpaccio”.
Zanovello: “Con tutti gli scongiuri del caso, il nostro obiettivo è vincere. Ognuno di noi lo vuole, a cominciare da Holt perché non è certo venuto qui per perdere; dal canto nostro metteremo il 110% per arrivare alla vittoria”.

Che emozione sarà giocare i playoff al “Franco Ossola con il pubblico?
Mozzanica: “Già giocare all’Ossola è tanta roba; sapere che giocheremo in casa davanti ai nostri tifosi non può che spronarci a dare il meglio; siamo pronti e, personalmente, non vedo l’ora di scendere in campo”.
Zanovello: “Non vedo l’ora. Quando giocavo a calcio davanti al pubblico davo il meglio di me perché sapere di essere guardato dal vivo mi dà un’adrenalina unica; spero ci sia quanta più gente possibile”.

In conclusione, qual è il tuo sogno da giocatore di football?
Mozzanica: “Diventare un pilastro della Nazionale di Tackle, un giocatore affidabile, maturo e d’esempio anche per i ragazzi più giovani che si approcciano al football. Io ho giocato l’Europeo U19 a Bologna e sono tra i convocati della Flag Senior, ma il mio obiettivo è la maglia azzurra Tackle”.
Zanovello: “Per uno che ha appena iniziato a giocare a football il sogno è uno soltanto: arrivare in NFL. So che è un’ambizione davvero grande, ma già solo andare a giocare negli USA sarebbe fantastico. Poi ovviamente c’è anche la Nazionale: non mi aspetto di essere chiamato quest’anno, ma arrivarci sarebbe un orgoglio per me e soprattutto per mio padre (Silvano Zanovello, volto noto della Valceresio) che ha sempre espresso il desiderio di vedere uno dei suoi figli rappresentare l’Italia in qualche sport”.

Matteo Carraro

(foto FB Down-Set-Hut Skorpions)

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