Dal 14 ottobre al 13 giugno, dal Pont Donnaz al Bra, dalla prima del Città di Varese al “Franco Ossola” davanti al suo pubblico al ritorno dei tifosi sugli spalti: in questi otto mesi è cambiato tanto, ma non è cambiato il risultato perché sono sempre gli ospiti a gioire 1-0.

È chiaro che parliamo di due sconfitte molto diverse sotto tutti i punti di vista (anche se nel calcio contano solo i risultati) e bisogna tener conto che nel mezzo è passata una stagione travagliata che ha comunque portato i biancorossi al traguardo minimo della salvezza, eppure questi due ko fanno riflettere su un Varese alle prese con il solito problema di sempre: bel gioco, zero finalizzazione.

I biancorossi sembrano poi avere un altro enorme problema: il “Franco Ossola”. Giocare a Masnago dovrebbe dare una carica in più alla squadra, e invece sembra galvanizzare gli avversari che per tutta la stagione hanno fatto dell’Ossola terreno di conquista. Tra le mura amiche il Varese ha raccolto appena 14 punti, un misero bottino che colloca la squadra di mister Rossi all’ultimo posto nella classifica delle gare casalinghe. Senza pubblico sulle tribune ci sono volute dieci partite per sdoganare un autentico tabù (1-0 sul Sestri Levante); la speranza è che davanti ai proprio tifosi il Varese si sblocchi prima.

Stadio e scarsa finalizzazione sono i due elementi chiave che gli stessi tifosi rilevano anche sui social. Ad esempio, Aldo Allegri si concentra proprio sul secondo aspetto: “Perché non compriamo qualche attaccante che abbia piedi normali e non tombini e che sappia fare l’unica cosa che serve: segnare?”. Marco Tigros, invece, condensa i due focus scrivendo: “Nota positiva, a questo Varese mancano tre innesti e siamo da prime posizioni. Non sto a qui a dire dove servono rinforzi , perché è lampante dove manchiamo. Nota negativa , siamo ultimi per i punti fatti al Franco Ossola , questa è una macchia che si fa fatica e si farà fatica a cancellare”.

Archiviato il tema della sconfitta, tuttavia, c’è chi si concentra soprattutto sulla prestazione e qui emerge la differenza netta tra la partita del 14 ottobre contro il Pont Donnaz e la sfida di ieri al Bra. Il Varese è indubbiamente maturato sotto il profilo del gioco e da una partita timorosa (condizionata anche da una scarsa forma fisica) siamo passati ad una partita dominata per lunghi tratti. Per questo motivo Roberto Marasco commenta: “Seconda contro quint’ultima…. Il doppio dei punti di differenza… anche se abbiamo perso, sono felice perché gli scettici che non credevano che non meritavamo la posizione attuale adesso hanno visto che questa squadra non è inferiore a nessuno. Varese-Bra = 0-1 è lo specchio della nostra stagione…”.

Queste parole sono le stesse usate da mister Rossi al termine del match, anche se il tecnico torinese ha voluto alzare la voce su una direzione arbitrale non sempre felice per il suo Varese. E proprio sulle dichiarazioni del mister la tifoseria si divide ancora una volta tra chi sposa questa tesi e chi preferisce evidenziare le colpe e le responsabilità della squadra piuttosto che quelle dei direttori di gara. Luca Papotti rientra nel primo gruppo tant’è che ironizza: “Grande arbitraggio anche oggi… una costante in tutte le partite ormai!”, mentre Freddy Ambrosetti taglia corto: “La vogliamo smettere di cercare scuse… al di là del’arbitro, senza portiere e uno davanti che segni non si va da nessuna parte”.

I tifosi lo sanno, Rossi lo sa e il Città di Varese lo sa: per puntare alla Serie C serve qualcosa di più là davanti. Se il sogno Mario Chessa è già sfumato, tanti altri bomber sono sulla lista della spesa biancorossa stilata proprio dal mister e, in attesa di conoscere chi si occuperà del mercato, il Varese deve ritrovarsi per l’ennesima volta a fare mea culpa e a dover rialzare la testa mercoledì 16 giugno a Chieri.

Matteo Carraro

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