Patrick Peloso, allenatore della Sommese anche per questa stagione si è detto fiducioso sull’inserimento in squadra dei nuovi giocatori, con cui spera di riuscire a creare un buon gruppo per competere per la parte alta della classifica. La decisione di saltare la coppa Lombardia è stata una rinuncia necessaria per la preparazione della nuova stagione.

Avete già presentato la squadra, ha avuto modo di parlare e conoscere i nuovi giocatori?
“Con i ragazzi nuovi ho fatto una chiacchierata, niente di più; ci sono dei ragazzi che hanno già fatto uno o due allenamenti ma non li ho ancora visti veramente all’opera. Alcuni calcisticamente li conosco perché giocavano in categoria, ma soprattutto sui ragazzi più giovani non ho molti riferimenti, soprattutto perché molti si affacciano per la prima volta alla prima squadra. Ci sarà sicuramente modo di conoscersi sul campo e sarà fondamentale instaurare un bel rapporto per aiutarli a fare bene e, in particolare, a crescere”.

Con così tanti nuovi innesti non sarà difficile far entrare nei meccanismi di squadra tutti i giocatori?
“Sì, indubbiamente, però già due anni fa avevamo avuto un grande cambiamento, ci vorrà tempo, come ce n’è voluto in precedenza. Per me rimane comunque una cosa abbastanza normale, nel senso che è vero, sarà più difficile perché inserire due o tre innesti è più semplice. Qui bisogna essere bravi a minimizzare il tempo di ambientamento dei nuovi, su quello i ragazzi mi daranno una mano. Diciamo che il gruppo che è qua da tanti anni mi ha sempre reso orgoglioso perché sono molto uniti e sanno come funziona, ho ragazzi come Montagnoli, Battaglia e Monfrate che sanno cosa vuol dire fare gruppo”.

Quali sono i principi che vorrebbe infondere a questa squadra sia a livello mentale che tattico?
“Io vorrei lavorare su quelli che sono gli stimoli e riuscire a far avere una passione per il gioco a tutti, dal primo al venticinquesimo. Queste sono le basi, senza quelle non si va da nessuna parte, e dovremo essere bravi a gestirlo. Un’altra cosa che vorrei vedere è la voglia di provare a migliorarsi sempre e non vedere giocatori che si accontentano del loro livello. Dopo questi poi si passa sul piano dell’educazione, del rispetto senza i quali è impossibile costruire un bel gruppo con cui lavorare”.

Avete già parlato di quelli che potranno essere gli obiettivi o li deciderete strada facendo?
“A Somma l’obiettivo non può che essere quello di fare un buon campionato, per quello che è la tradizione e quelle che sono le ambizioni mie, del presidente e della società in generale. Quello che ci prefiggiamo è di finire nella parte alta della classifica anche perché la rosa che è stata costruita ce lo permette, poi più nello specifico lo valuteremo di volta in volta. Non bisogna sottovalutare che, sia le sorprese positive che quelle negative sono dietro l’angolo, a maggior ragione dopo una sosta così lunga e forzata dove i giocatori non sono mai arrivati al massimo della condizione. Un infortunio grave ti penalizza per tutto il campionato, però poi lì il gruppo fa la sua parte per minimizzare il problema. Anche è vero che se una colonna portante della squadra rimane fuori a lungo inevitabilmente possono cambiare gli obiettivi stagionali”.

Lo scorso campionato è stato molto particolare, l’idea di poter avere una stagione più lineare quanto può aiutare?
“Diciamo che l’anno scorso quando si era ripartiti c’era sempre l’insicurezza di quali squadre giocavano e quali no, poi appena un giocatore stava male doveva fermarsi tutta la squadra, sena contare gli stop per i ragazzi che avevano visto qualcuno di positivo o potenzialmente positivo. Sicuramente è stato un campionato più difficile, la speranza di ripartire con un campionato più lineare metterebbe più serenità perché sarebbe più semplice gestire la condizione fisica e mentale senza pause. La speranza è quella di ripartire, ma se si dovesse riuscire ci si augura di farlo più in sicurezza”.

Avete rinunciato alla coppa Lombardia, come mai questa scelta?
“Ripartire subito con delle partite ufficiali dopo la pausa estiva e dopo la pausa dovuta al covid rischiava di compromettere poi tutto il campionato; mi sembrava una situazione che sarebbe stata troppo gravosa per il fisico dei giocatori. In un incontro ufficiale hai cinque sostituzioni, però alla fine ne puoi usare quattro perché una la si tiene per un eventuale cambio d’emergenza, mentre nelle amichevoli a metà partita potrei cambiare tutta la squadra e tutti avrebbero giocato 45 minuti senza esagerare, anche perché è difficile che una volta in campo i giocatori si risparmino. Diciamo che è stata fatta questa scelta per avere una preparazione più graduale al campionato”.

Andrea Vincenzi

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