Queste Olimpiadi di Tokyo 2020 sono state ricche di influenze varesine nella loro rassegna, con grandi risultati in tutte le discipline in cui gli atleti del nostro territorio sono scesi in campo.
Atleti ma non solo, perché Varese è stata rappresentata a Tokyo anche da un’istruttrice, Stefania Speroni, consulente del duo britannico di nuoto sincronizzato, eccellenza della Busto Nuoto Sincronizzato che, in continuità con Gemma Galli nella Nazionale Italiana, ha portato il nome di Busto e di Varese in Giappone.

Un sogno che si è realizzato per Stefania, che a quasi un mese di distanza, racconta la sua esperienza con ancora un entusiasmo ed un’emozione nel cuore e nelle parole, difficile da spiegare ed impossibile da nascondere.

Cosa significa partecipare alla più importante manifestazione sportiva al mondo da protagonista?
“E’ qualcosa di abbastanza inspiegabile. Noi come Gran Bretagna abbiamo fatto un pre camp olimpico a Yokohama, dove la Nazionale ci ha messo a disposizione metà hotel che ci ospitava solo per noi, gli impianti universitari a nostra disposizione, insomma già lì qualcosa di grandissimo ed unico nel suo genere. E’ stato bellissimo a livello di organizzazione, poi eravamo già insieme a tanti campioni essendoci tutto il team GB. L’arrivo al villaggio olimpico è qualcosa di sensazionale, non so bene come spiegarlo a parole, è come arrivare e fare un respiro liberatorio. E’ stato tutto strepitoso, ogni singola cosa diventa bellissima”.

Si può dire di sentirsi un po’ piccoli in quel contesto?
“In realtà non so se ci si senta un po’ piccoli o meno, io mi sono sentita parte di qualcosa di gigantesco. Ti senti immerso in qualcosa di unico, sei in mezzo ai più grandi campioni del mondo ed è qualcosa di bello”.

Andando sulla gara, che Olimpiadi sono state per il vostro duo della Gran Bretagna?
“Siamo rimaste molto soddisfatte. La nostra era la coppia più giovane in gara ed alla prima esperienza hanno nuotato davvero bene. Alle qualificazioni pre olimpiche eravamo dietro Israele, ci eravamo poste l’obiettivo di superarle e ce l’abbiamo fatta ampiamente. Siamo rimaste molto soddisfatte di come hanno gareggiato le ragazze, perché dopo le qualificazioni del primo giorno del duo libero un po’ di emozione si è avvertita, nel giorno dopo invece hanno gareggiato benissimo ed infatti nel programma tecnico le ragazze hanno messo la quinta e da un decimo di distanza post qualifica abbiamo allungato su Israele di ben 1.2 punti”.

Parlando della Nazionale Italiana, come ha visto la loro gara ?
“Le ragazze erano super cariche e pronte. Non le vedevo da un bel po’ perché non avevano gareggiato agli italiani e l’ultima volta che le avevo viste era stato a Barcellona alle qualifiche e già lì le avevo viste bene. Qui hanno dovuto fronteggiare l’attacco del Canada, che dopo il duo era avanti, ma poi nella squadra non c’è stata più storia ed hanno dimostrato tutto il loro valore, anche perché l’Italia era nettamente più forte e per fortuna e con grande merito il risultato finale le ha dato ragione”.

Quali sono i prossimi step futuri per lei, con le prossime Olimpiadi tra tre anni?
“In linea di massima io con la mia collega dovremmo rimanere a lavorare con il duo inglese. Adesso alle ragazze abbiamo dato un mese di stop per far recuperare le energie mentali e fisiche perse dopo un anno davvero pesante. L’idea è che poi loro due vadano avanti fino a Parigi anche se lì potrebbe esserci una riduzione a livello numerico ed in quel caso dovremo farci trovare pronte per una nuova qualifica”.

Cosa si porta alla Busto Nuoto Sincronizzato da questa esperienza a livello di insegnamenti?
“Dal punto di vista tecnico mi porto dietro sicuramente quanto visto a Tokyo, tenendo conto che Cina, Ucraina e Russia secondo me fanno un altro sport, sono qualcosa di davvero eccezionale. Vedere come si allenano è di insegnamento e mi piacerebbe portare qualcosa di quello anche in società. Una cosa che vorrei portare è la capacità di riuscire a trasferire alle mie atlete un po’ di quella emozione che mi sono portata dietro io”.

Alessandro Burin

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